| La Figc introduce la tolleranza zero, multe per le scritte sulle sottomaglie Chi bestemmia vede rosso Servirà pure la prova tv per punire. Abete: «Vogliamo migliorare i comportamenti» Il Consiglio federale ha anche allungato i tempi dell’acquisizione delle immagini per poter far scattare le sanzioni STEFANO SALANDIN UNA questione di buon gusto, ma anche una “grana” in più per gli arbitri che dovranno usare l’orecchio libero dall’auricolare per sanzionare le bestemmie. E se dovessero sfuggire ai direttori di gara, saranno possibili sanzioni anche successivamente grazie alla prova tv. La Figc ha deciso di introdurre la “tolleranza zero” per le bestemmie in campo: cartellino rosso e via, senza discutere (e senza smoccolare ulteriormente, ovvio). Per dar modo alla Procura federale di acquisire la documentazione e certificare il contenuto di eventuali deferimenti, il Consiglio federale ha perfino allungato di quattro ore i tempi per l’acquisizione della prova tv: il termine non saranno più le ore 12 del giorno feriale successivo alla partita ma le 16 . Vietate anche le scritte sui sottomaglia, ma in questo caso la severità è stata minore e i giocatori andranno incontro a delle multe. «La logica - ha spiegato il presidente federale Giancarlo Abete - è quella di migliorare i livelli comportamentali». Il Grande Fratello ha evidentemente fatto scuola: si può fare o dire (quasi) di tutto per fregare gli altri, ma guai a bestemmiare. Ci sono un sacco di altri insulti a disposizione. DISPARITA’ La diversa severità di sanzione tra la “parola” e lo “scritto” ha da subito suscitato qualche perplessità e pure qualche ironia: converrà scriverle, invece che pronunciarle, le bestemmie... Ma in realtà è immaginabile che i legislatori siano convinti del fatto che le scritte sulle maglie abbiano carattere più privato o comunque non offensivo nel caso in cui siano dedicate alla religione. E’ curioso, poi, rilevare come vi sia perfino una severità maggiore rispetto alla legislazione dello Stato italiano. Il 30 dicembre del 1999, infatti, un decreto legislativo ha depenalizzato il “reato di bestemmia” derubricandolo a “illecito amministrativo”:“ Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità è punito con la sanzione amministrativa da lire centomila a seicentomila”. Una multa, insomma, mentre la Figc prevede una condanna. I REQUISITI Nel corso degli anni si sono sedimentate, e hanno fatto giurisprudenza, i requisiti che determinano la “bestemmia”: l’autore della bestemmia può essere chiunque, anche un ateo; si concretizza nella sua semplice attuazione, indipendentemente dalle reali intenzioni dell’autore; il fatto che sia diventata una consuetudine, o che lo sia in certi ambienti, è irrilevante; devono essere chiaramente individuate le parole profferite;deve avvenire in luogo pubblico o aperto al pubblico; non è illecito quindi bestemmiare nella propria abitazione; devono essere presenti almeno due persone; non rientrano nella fattispecie le rappresentazioni figurate, i gesti, gli atti offensivi; è illecito bestemmiare contro Dio, non contro la Madonna e i santi. Ora sarà interessante (a parte tutte le altre considerazioni circa il fatto che il calcio ha ben altri problemi) vedere se anche su questo aspetto emergerà la “discrezionalità” dell’arbitro. E, ovviamente, se il bestemmiatore di un grande club sarà sanzionato come chi lotta per non retrocedere. Amen. tuttosport
Baldini, il primo sospeso « Questione di rispetto» «Nel 2001 fu il quarto uomo a farmi squalificare. Per noi toscani la bestemmia è quasi normale, ma io sono credente: è stato un errore» SANDRO BOCCHIO SILVIO BALDINI è entrato nella storia del calcio, primo allenatore sospeso per bestemmia. L’11 novembre 2001, durante Empoli-Salernitana, il tecnico tira un moccolone al 47’ st: il quarto uomo annota ma non interviene ( all’epoca non è prevista l’espulsione), il giudice Laudi prende atto e squalifica. « Non me ero accorto dell’imprecazione per la tensione della partita. Oggi dico che hanno fatto bene a decidere per l’espulsione in caso di bestemmia, come allora fu giusto squalificarmi. La novità mi piace, perché si tratta di aver rispetto verso la fede ed è questione di educazione. In televisione vedi certi labiali da far paura, sono atteggiamenti che non aiutano certamente i ragazzi a crescere » . La bestemmia scappò a lei, un credente. « Molto credente. Ma per noi toscani, come capita per i veneti, la bestemmia diventa un intercalare nella parlata. Da allora, però, vi assicuro che sono stato molto più attento, non ho più bestemmiato: chi allena deve dare l’esempio per primo. Meglio mordersi la lingua fino a farsi male » . Venne anche sgridato... « Da un mio amico sacerdote: Silvio, ma che cosa hai combinato..., mi disse. Però questa persona mi ha anche detto che chi è credente bestemmia, perché è un modo, sia pure volgare, di chiedere aiuto » . Interpretazione teologicamente singolare, com’è singolare che sia stato proibito il fumo in panchina e il rosso per le bestemmie arrivi dopo. « Ogni anno muoiono migliaia di persone in incidenti stradali ma nessuno ti viene a dire di non prendere più l’automobile... » tuttosport
Legrottaglie: «Finalmente! Un segnale per i giovani» «Complimenti alla Federazione: è un atto coraggioso. In campo se ne sentono tante, ma dire che è un intercalare è un alibi che non regge» GUIDO VACIAGO NICOLA LEGROTTAGLIE, la bestemmia è diventata un fallo da espulsione diretta. Contento? «Sono felicissimo. Finalmente si fa qualcosa per salvaguardare alcuni principi fondamentali. I valori cristiani sono continuamente attaccati e con il passare del tempo si stanno perdendo. Questo può essere un segnale molto importante e di sicuro è un “bel” segnale. Mi associo e faccio i complimenti alla Federazione: è un atto coraggioso e va applaudito. E’ giusto che si incominci dai giocatori per cercare di ristabilire alcuni principi di educazione». Ma in campo si bestemmia così tanto? «Sì, se ne sentono parecchie. Ma non è la partita il problema. E’ il concetto: se si stabilisce che la bestemmia è una cosa negativa e che va sanzionata, si manda un segnale ai giovani e al mondo intero. Così non ci si comporta: in campo, così come nella vita quotidiana». C’è chi si giustifica: è un intercalare, un modo di scaricare la tensione... «E’ un alibi che non regge. Quando parli esprimi un tuo pensiero. La bocca è collegata al cervello: non scherziamo ». Le è mai capitato di riprendere qualche collega che smoccolava in campo? «No, io non sono nessuno per riprendere un collega. Piuttosto chi bestemmia dovrà poi giustificare il proprio comportamento davanti a Dio a un certo punto. E allora raccoglierà ciò che ha seminato». Ora che tutti la conoscono come fervente religioso, cambiano atteggiamento se sono di fianco a lei? «Non penso, però ho notato con piacere che magari mi chiedono scusa, sapendo di offendere la mia sensibilità. E se la mia presenza può servire a limitare le bestemmie sono felice». tuttosport
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