| «Juve, goditi Giovinco 2.0» MARCO BO TORINO. La storia di Sebastian Giovinco , tornato alla base dopo 11 milioni cash al Parma per riscattarne la metà mancante, è la storia di chi ha dovuto sempre dare il doppio per avere la metà. In un calcio sempre più muscolare anche i giocatori di fino devono essere tosti e quindi se in più sei piccolino, sostanzialmente sono fatti tuoi. Lui, la Formica Atomica, metabolizzata la filosofia di fondo, ha saputo risalire la china sino a tornare nella sua Torino dopo una prima fase di maturazione a Empoli con Cagni e Malesani , un rientro sotto la Mole in due anni poco prolifici con Ranieri e Ferrara , e due stagioni fantastiche a Parma tra Colomba e Donadoni per un totale di 22 reti in 66 partite coi gialloblù. Numeri e giocate da star che hanno portato la Juventus a decidere di aprire il portafoglio e versare al presidente Tommaso Ghirardi una montagnola di euro. Ripercorriamo dunque insieme la storia di questo calciatore cresciuto con la maglia a strisce con la quale ha debuttato nei professionisti nella stagione della B juventina marchiata Didier Deschamps. Ora lo aspetta Antonio Conte, che lo ha fortemente voluto per un attacco anemico sia sotto il profilo realizzativo che della fantasia. Per il tecnico bianconero, Giovinco rappresenterà un altro Mirko Vucinic , ovvero l’attaccante deputato a provare il dribbling per mandare in tilt il sistema difensivo e cercare di andare al gol ogni qual volta se ne presenterà l’occasione. Ecco dunque la storia della Formica Atomica: dal sogno in Primavera alla raffica di gol nel Parma che lo ha spinto a un rientro alla base dove non vede lora di dimostrare di essere all’altezza dei suoi sogni e di quelli dei tifosi bianconeri, notoriamente dal palato fine. Ora si stringe il cerchio: da Chiarenza , suo ex allenatore della Primavera in attesa di una panchina importante nelle giovanili, a Conte , che oltre a rivincere lo scudetto punterà a ben figurare in Champions League. Chiarenza, Primavera «Sebastiano lo conosco benissimo visto che l’ho avuto nei Giovanissimi e poi in Primavera dove spesso lho convocato anche quando ero sotto età. Già allora aveva doti tecniche assolutamente fuori dal comune, pochissimi in Europa riescono a inventare giocate come le sue. Oltre ad aver imparato a vedere bene la porta, la sua grande qualità è quella di superare l’uomo e quindi creare la superiorità numerica. Con me giocava come esterno di sinistra nel 4-3-3 ed era un atleta completo nel senso che non aveva problemi a essere efficace anche nella fase di pressing anche se lo abbiamo dovuto plasmare in questo senso perché gli attaccanti, per istinto, si preoccupano più di difendere che difendere. Io dico che se fosse nato a Barcellona ora giocherebbe in prima squadra con Messi. Nella Juve di Conte lo vedrei benissimo anche come seconda punta insieme a un attaccante di peso. Leggo di top player e allora penso a Van Persie piuttosto che Dzeko ». Cagni, Empoli «Da me è arrivato insieme a Marchisio e aveva 20 anni. Mentre Claudio era già maturo sotto tutti i punti di vista e avevo intuito che sarebbe finito in Nazionale, Sebastiano era ancora un po acerbo, anche perché il suo ruolo era più delicato. Io giocavo con il 4-3-3 e lo utilizzavo come esterno di sinistro. Aveva colpi pazzeschi e soprattutto mi colpì il suo atteggiamento da professionista. Si applicava con grande diligenza , ma devo dire che tutti i ragazzi che arrivano dalle giovanili bianconeri sono ineccepibili sotto questo punto di vista. Per me sbagliò a fine stagione, volendo tornare alla Juve. Era tentato dalli’dea di giocare come trequartista dietro alle punte. In realtà avrebbe fatto meglio ad ascoltare i miei consigli: non tornare subito alla Juve ma andare a giocare in una squadra di A da metà classifica. Comunque posso garantire che si tratta di un ragazzo serio e valido anche fisicamente. Tra l’altro pure lui beneficiò della dieta a zona con cui ho sempre lavorato negli ultimi anni». Colomba, Parma «Io penso che Giovinco, oltre a essere un grande giocatore, sia anche un giocatore intelligente. Per cui se con me e poi con Donandoni , utilizzato nel 4-4-2 come seconda punta e con la squadra che girava intorno a lui, in un contesto diverso come quello della Juve potrebbe rendere altrettanto bene comprendendo una dimensione diversa, ovvero diventare uno dei tanti grandi talenti a disposizione di Conte. La verità è che uno con le sue qualità può inserirsi con profitto in qualsiasi situazione. Con me dava il meglio come 2ª punta in coppia con Amauri che dava forza e profondità ma può essere utile anche col 4-3-3. Non è vero che non ha forza per coprire. Ricordo il suo pressing sui difensori di Genoa e Inter: portarono un rigore e un gol. E poi non puoi pensare di presentarti alla Juve e essere lunico bomber che non pressa». tuttosport
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