Il Forum dei Tifosi dell'Empoli F.C.

Notizie dalle altre tifoserie

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Saint Just
view post Posted on 7/5/2010, 18:05




CITAZIONE (Zeman! @ 7/5/2010, 07:23)
che dire in bocca al lupo per la stagione, ma soprattutto per quello che accadrà nei tribunali e simili...

Grazie Amici!

E' di poche ore la notizia che finalmente ci siamo liberati di cov....
Domani ci sarà la presentazione della nuova società con programmi ambiziosi e appianamento dei debiti. Chissà che tra qualche anno non potremmo incontrarci di nuovo nella massima serie.
In bocca al lupo anche a voi per tutto
 
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view post Posted on 7/5/2010, 19:49
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CITAZIONE (Saint Just @ 7/5/2010, 19:05)
CITAZIONE (Zeman! @ 7/5/2010, 07:23)
che dire in bocca al lupo per la stagione, ma soprattutto per quello che accadrà nei tribunali e simili...

Grazie Amici!

E' di poche ore la notizia che finalmente ci siamo liberati di cov....
Domani ci sarà la presentazione della nuova società con programmi ambiziosi e appianamento dei debiti. Chissà che tra qualche anno non potremmo incontrarci di nuovo nella massima serie.
In bocca al lupo anche a voi per tutto

allora non tutti i mali ....
incrocio le dita....sono un tipo che diffida dei greci che portano doni...
 
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view post Posted on 10/5/2010, 06:47
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la curva del livorno ricorda il tifoso tedesco deceduto a pisa
 
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view post Posted on 10/5/2010, 15:24
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Parma, Leonardi: "Agguato premeditato di gente vigliacca"
"Ora mi aspetto una punizione esemplare, ieri dovevamo vincere a tavolino"

"Aggressione premeditata, fatta da gente vigliacca contro dei nostri tifosi. Ora mi aspetto una punizione esemplare". Dopo gli auguri al presidente Tommaso Ghirardi, che oggi compie 35 anni, l'amministratore delegato Pietro Leonardi ha parlato oggi in conferenza stampa dei fatti accaduti ieri sugli spalti dell'Olimpico di Torino e dell'attacco subito dai supporter gialloblu: "A questi tifosi, a quelli che cioè ieri erano a Torino dedico questa vittoria. Per me è stato un vero e proprio agguato. E' stata una cosa sconvolgente, sono comportamenti vili. Quelli non sono uomini. Uno che si contrappone ad un altro nella vita è un atteggiamento, uno invece che tira un esplosivo in mezzo al mucchio cercando di far male è un vigliacco. Per questo prendo una posizione decisa a tutela dei nostri tifosi e mi aspetto, al contempo, una punizione esemplare per rispetto di quella gente che ieri era lì alla mercè di questa situazione". Leonardi poi dice che se fosse stato per lui ieri non si doveva continuare: "Ci tengo a chiamare per nome quelle persone che hanno teso un agguato ai nostri tifosi, dicendo che sono dei vili e dei vigliacchi, indipendentemente dallo schieramento della tifoseria. Una persona come me, che tiene alla sua comunità, non può che non accettare e difendere tutti quei ragazzi che sono stati costretti a scappare dal lancio di petardi. Questo è quanto va detto, piuttosto che mascherare le notizie per paura di nuocere ad una società più rilevante come la Juventus. Ieri se c'era una logica il Parma doveva vincere a tavolino".
10.05.2010 16.15 di Simone Lorini
Fonte: sportsbook24.net

 
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view post Posted on 15/5/2010, 06:13
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IL CASO
Banche senza carta A Verona caos biglietti
Alcune filiali della Banca incaricata della vendita sono rimaste sorprese dalla grande richiesta dei tifosi giallorossi e hanno finito le matrici per i tagliandi...

STEFANO SCACCHI
MILANO. La carta dei biglietti che non c’è rischia di impedire ad alcuni tifosi giallorossi, che vivono nel Nord Italia, di essere sugli spalti del Bentegodi per seguire Chievo-Roma, la partita che domenica pomeriggio potrebbe ancora assegnare lo scudetto alla formazione di Claudio Ranieri. Il Bentegodi è diventata la Mecca di chi crede ancora nel tricolore, ma il pellegrinaggio sta diventando un’odissea per molti appassionati romanisti. Il settore ospiti ormai è esaurito. Ma i sostenitori della Roma arrivati tardi pensavano di trovare una comoda sistemazione negli altri settori dello stadio veronese che domenica pomeriggio sarà un piccolo Olimpico: questi biglietti sono venduti attraverso la rete di filiali della Banca Popolare di Verona (mentre i posti riservati agli ospiti erano disponibili anche presso altre banche). Ma alcune filiali (ad esempio, le due di Milano) per giorni sono rimaste prive della carta sulla quale stampare i tagliandi. Un ostacolo quasi insormontabile per chi vive in alcune regioni: l’istituto di credito veronese, infatti, non ha agenzie in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e in Lombardia, fuori da Milano, ne ha solo in provincia di Brescia e Mantova. E così, anche se il Bentegodi non era ancora esaurito, alcuni tifosi giallorossi sono rimasti tagliati fuori. «Non ci aspettavamo tante richieste», la sorprendente spiegazione fornita dai dipendenti della banca agli appassionati delusi.
Evidentemente qualcuno si era dimenticato di dare un’occhiata all’andamento del campionato di A.

tuttosport

IL FALLIMENTO SEMBRA ORMAI INEVITABILE
Perugia: trattativa fallita tra la furia di 200 tifosi

MARIO MARIANO
PERUGIA. La riunione di ieri pomeriggio tra Covarelli e il commercialista fiorentino Ermini si è conclusa con una solenne contestazione dei duecento tifosi attestati davanti ai cancelli del Curi e il danneggiamento dell’auto del professionista presa a calci da uno scalmanato. Ermini deve aver capito stavolta, più che nei precedenti incontri, che per lui tira una brutta aria e c’è chi assicura che il suo gruppo praticamente si è ritirato dalle trattative, ma avendo il sindaco Boccali concesso alle due parti appena 48 ore di tempo per un accordo, si può prevedere realisticamente che la prossima scadenza cadrà fra 5 giorni quando si terrà l’udienza del Tribunale fallimentare e a quel punto, a meno di un ulteriore rinvio, il destino della società rinata con il lodo Petrucci dopo il flop di Gaucci sarà segnato. Anche la Procura della Repubblica potrebbe inserirsi nella vicenda per l’accertamento di eventuali reati, ma intanto si ipotizza che il giudice Rana, che ha la responsabilità della pratica del fallimento , disponga una sorta di asta per la acquisizione del titolo sportivo con la possibilità per gli acquirenti di una ripartenza dalla 1 ° Divisione, seguendo lo stesso iter che permise al Pescara, dichiarato fallito, di evitare la discesa tra i dilettanti. Due al momento i gruppi ancora interessati, quello che fa capo all’ex ds Ermanno Pieroni e quello che ha incaricato l’avvocato Fernando Mucci di acquisire elementi utili per inserirsi nella asta.
tuttosport

:(
 
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CLAY60
view post Posted on 15/5/2010, 08:15




Meno male che abbiamo pescato De Giorgio dal Perugia appena in tempo....
 
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Matxyzt
view post Posted on 18/5/2010, 13:19




Speriamo sia la volta buona:

Covarelli salva il Perugia, ecco una cordata laziale

Il Perugia è salvo. Secondo le ultime indiscrezioni, raccolte in esclusiva da TuttoMercatoWeb, il patron del Perugia Calcio Leonardo Covarelli ha trovato la giusta intesa con una cordata d'imprenditori laziali e ha già sottoscritto un preliminare di cessione di quote che verrà depositato oggi in tribunale a Perugia.
La trattativa è conclusa e secondo fonti vicine alla città umbra, il Perugia potrà così pianificare, con i giusti tempi, la prossima stagione calcistica, con orgoglio e motivazione nel calcio che conta.
Covarelli, che ha seguito in prima linea la trattativa e ha investito per la causa diversi beni personali, attraverso una pianificazione oculata è riuscito ad avvicinarsi ad imprenditori seriamente interessati al progetto calcio a Perugia.
Dietro all'acquisizione del club lo stesso Covarelli non era mai stato certo delle vere intenzioni mostrate da Ermini e Pieroni e con questa buona risoluzione dell'operazione il Presidente perugino ha voluto così dare la propria impronta per la salvaguardia della società. E' previsto, a breve, l'ufficialità del club.

tuttob

A leggere l'articolo Covarelli sembra un martire :hmm:
 
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anzianoclay
view post Posted on 18/5/2010, 15:22




Gia'. San Fallito martire :impaurito:
 
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Matxyzt
view post Posted on 31/5/2010, 15:08




Quello che ho visto a Padova, non me lo scordo più di Angelo Rota
Questa è la cronaca di un pomeriggio da incubo, che ha lasciato un segno indelebile nella mente e nel cuore di un tifoso bresciano che si trovava ieri allo Stadio Euganeo di Padova per assistere ad una partita che doveva portare alla realizzazione di un sogno, in una festa, e che si è invece trasformato in uno dei capitoli più vergognosi della storia del tifo biancoblù.
Dopo una settimana di corsa al biglietto, con code, polemiche e tanta tensione sportiva, arriva finalmente la domenica, il giorno della partita che aspettavo da 5 anni. Scelgo di andare in macchina, per essere più autonomo dal punto di vista logistico. Il match inizia alle 15 e Padova dista poco più di 150 km, ma so che oggi saremo tanti e che ci vorrà del tempo per entrare tutti allo stadio, quindi alle 11 sono già in partenza in compagnia dei miei amici di sempre, tutti con una maglia biancoblù addosso. La tensione si taglia con il coltello, ma cerchiamo di smorzarla con lo spirito goliardico, mangiandoci i panini che ci siamo preparati e accompagnandoli con un paio di birre prese dal frigo appositamente messo nel baule. Per prepararci alla situazione che ci aspetta, mettiamo un CD con i cori della curva del Brescia, risalente ad un Brescia-Roma di qualche anno fa’. Lungo il tragitto incotriamo tanti altri bresciani come noi, ci salutiamo suonando i clacson, sventoliamo le sciarpe. Man mano che ci avviciniamo a Padova l’adrenalina aumenta, le mani sudano, il battito cardiaco accelera: è il giorno che aspetto da 5 anni, uno di quelli che ricorderesti per tutta la vita e la speranza che il sogno si avveri, con le immagini della festa che spero di vivere che mi scorrono in testa, fanno tendere i miei muscoli.
Arriviamo al casello di Padova Ovest, a un tiro di schioppo dallo stadio. La polizia ferma tutti i bresciani, che stanno arrivando in massa. Solito controllo di routine e poi si riparte, scortati, verso il parcheggio dello stadio, che raggiungiamo in meno di 5 minuti. Nel frattempo arrivano dalla stazione anche i pullman di chi ha scelto di affidarsi ai gruppi organizzati: una marea di maglie e di cuori biancoblù si dirige verso l’ingresso, tranquillamente, senza disordini. Anch’io, con i miei amici, mi avvio verso il varco del settore ospiti, dal quale dopo altri tre controlli accedo agli spalti dell’Euganeo. Il nostro settore è già quasi pieno e con la gente che deve ancora entrare si riempirà del tutto. L’atmosfera è bella, c’è voglia di sostenere la squadra, di vedere la partita e, perché no, anche di sfottere gli avversari.
C’è gente di ogni età ed estrazione sociale, dai padri con i bambini, alle famiglie, ai gruppi di amici, ai ragazzi con le fidanzate, tutti accomunati da una maglia o una sciarpa biancoblù, dalla speranza di poter finalmente raggiungere quell’obiettivo tanto inseguito. Lo spirito è quello giusto e quando i giocatori entrano sul terreno di gioco per la prima ricognizione del campo si alzano i cori e sventolano le bandiere: lo spettacolo è talmente bello che alcuni calciatori fanno foto col cellulare o riprendono la scena con una microcamera.
L’attesa cresce mentre aumenta anche il pubblico di fede padovana, col quale cominciano gli scambi di sfottò. I giocatori rientrano in campo per il riscaldamento e salutano la curva che li incita. Tra la gente c’è la speranza che si riesca per una volta a mettere da parte le divisioni e a tifare tutti uniti per la squadra, per la maglia, per la Leonessa d’Italia.
Dopo quasi due ore di attesa stanno finalmente arrivando le 15, fatidico orario di inizio della sfida. Mancano solo 2 minuti, le squadre stanno facendo il loro ingresso in campo ma in curva, all’improvviso, c’è un silenzio irreale, una tensione pesante e non sportiva. Si sentono parole concitate, qualche insulto e l’attenzione della gente si concentra verso il centro della curva.
Improvvisamente, succede l’inimmaginabile, quello che mai mi sarei aspettato, qualcosa che non avrei mai voluto vedere: gente della stessa città, tifosi della stessa squadra, persone che indossano la stessa amatissima maglia biancoblù si scagliano le une contro le altre mosse da chissà quale istinto fratricida. Chi con i pugni, chi armato di bastoni, chi addirittura con le cinghie in mano, questi “tifosi” mettono in scena lo spettacolo più becero, infame ed idiota cui io abbia mai assistito, una rissa violenta tra fratelli davanti agli occhi del resto degli spettatori che, spaventati ed attoniti, fuggono in alto per evitare di essere coinvolti nel marasma.
La partita nel frattempo inizia e dopo meno di 2 minuti prendiamo gol, ma la maggior parte dei bresciani non lo vedono nemmeno, distratti dai tafferugli che proseguono e si spostano verso un angolo della curva. Vengono strappati degli striscioni, buttate oltre la recinzione alcune bandiere in segno di scherno.
Dal resto degli spettatori di fede bresciana parte a quel punto un coro spontaneo, irripetibile per il contenuto blasfemo, ma concettualmente meraviglioso ed ineccepibile: “siamo bresciani... siamo tutti bresciani”. Un invito a smetterla, una supplica disperata a mettere fine a quel vergognoso scempio, un appello a tifare tutti insieme per la squadra, la maglia, la città.
Niente da fare, alcuni partecipanti alla rissa, sentito il coro, si rivolgono verso gli spalti e, con volti insanguinati ed espressioni invasate, sfidano minacciosi gli altri ad entrare nei disordini, come se l’obiettivo di tutti non fosse sostenere la propria amata squadra e spingerla in serie A, ma dimostrare chi è più forte e più cattivo, chi picchia più duro, chi deve comandare.
Anche io, come la maggior parte dei tifosi comuni, mi sono spostato in alto per non prenderle e sono capitato accanto ad un bambino che avrà avuto si e no 8 anni, dentoni grandi, maglietta del Brescia e 2 occhi terrorizzati. Il piccolino, evidentemente spaventato dalla furia di quelli che pensava essere amici, si è aggrappato alla mano del padre e sminascosto dietro la sua gamba gli ha detto “papà ho paura, andiamo via”.
Qui, per me, la partità finita.
Non importa se poi la squadra ha giocato in modo osceno, se abbiamo preso il secondo gol, se il mister ha sbagliato la formazione, se abbiamo sbagliato un gol fatto, se abbiamo rischiato di prenderne altri, se abbiamo accorciato le distanze su rigore. Questi sono argomenti di cui si può parlare quando si discute di calcio, ma che non hanno niente a che fare con quello che ho visto. Non importa se poi i tafferugli sono finiti ed i “capi” delle due fazioni hanno ripreso ad intonare cori, rigorosamente separati e con i volti segnati dalle botte.
La partita è finita prima di iniziare perché mi hanno tolto la voglia di essere lì, l’entusiasmo, lo spirito, il sogno in cui credevo.
Negli anni passati è capitato di assistere a scontri con le tifoserie avversarie, ma quando il “nemico” è nel settore opposto, lontano, la cosa è differente. Avevo sentito dire di tensioni e bisticci anche nei playoff di Bergamo e di Livorno, ma mai avrei pensato di vedere con i miei occhi immagini talmente oscene da farmi venire il vomito. Quando il pericolo proviene da chi è al tuo fianco, da chi difende gli stessi colori e parla persino il tuo stesso dialetto, quando un bambino sugli spalti ha talmente paura da voler scappare, nulla ha più un senso. Quel bambino allo stadio non ci verrà più e probabilmente nemmeno il papà ed è inutile poi chiedersi perché il Rigamonti è sempre semivuoto.
Mi sono seduto ed ho aspettato di poter tornare a casa, sicuro che questa è stata l’ultima trasferta della mia vita. E come me hanno fatto tante persone presente sugli spalti, che si sono arrese alla bestialità: da quel momento la curva è rimasta praticamente muta.
Ieri mi sono vergognato di essere bresciano e mai avrei immaginato di provare questa sensazione, mai. Io che mi sento la brescianità nelle viscere e che per quei colori ho sempre dato l’anima mi sono sentito tradito ed avrei preferito non essere lì.
Alla fine della partita, tra gli sfottò degli avversari, è partita una canzone tanto cara ai padovani, che alla fine del ritornello recita “chi che ga visto Padova, no poe scordarla più...”.
E mi è venuto quasi un po’ da piangere, perché è proprio vero.
Quello che ho visto a Padova, non me lo scordo più.

tuttoB
 
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Matxyzt
view post Posted on 2/6/2010, 09:35




Brescia, la Nord chiede scusa

Il gruppo Brescia 1911 ha diramato una lettera aperta alla tifoseria in cui si chiede scusa per l'increscioso episodio verificatosi domenica a Padova, dove si è scatenata una rissa tra tifosi bresciani di Curva Nord e Curva Sud. Il gesto è senza dubbio da apprezzare e può rappresentare un punto di svolta per puntare tutti insieme, finalmente, al bene della squadra. Eccone il testo:

Lettera aperta alla tifoseria

È difficile spiegare cosa è successo domenica, anche se una ragione precisa esiste. È difficile spiegarlo soprattutto ai tanti tifosi convinti di vivere a Padova qualcosa di veramente magico. Erano anni infatti che non vedevamo questa partecipazione e questo entusiasmo. Un sentimento probabilmente eccessivo, ma di fatto legittimo e fisiologico, soprattutto dopo le tante delusioni patite.
È difficile spiegare certe dinamiche, forse impossibile. Sicuramente per noi è più facile oggi chiedere scusa. In settimana ci eravamo battuti affinché tutti, senza distinzione, potessero partecipare a questa delicata ed importantissima trasferta. Per fare questo abbiamo anche rinunciato a 150 biglietti (regolarmente acquistati presso le ricevitorie autorizzate durante estenuanti code), girandoli poi ad altri tifosi in forte difficoltà.
Oltretutto, avevamo pianificato il viaggio in treno nel migliore dei modi, assumendoci completamente ogni responsabilità. Avevamo previsto tutto: -le possibili provocazioni della famigerata celere di Padova; -la probabile incazzatura della tifoseria padovana in caso di nostra vittoria; -il possibile intasamento ai cancelli dovuto alla forte affluenza di tifosi bresciani da ogni dove e con ogni mezzo; -la possibile sconfitta della nostra squadra (visto i precedenti, avevamo anche previsto la prestazione che poi si è verificata).
Avevamo previsto tutto questo e molto altro ancora (e ci eravamo preparati affinché rimanesse comunque una grande festa. Purtroppo, non ci siamo riusciti). Avevamo previsto tutto, ma non quello che è poi accaduto di fronte ad attoniti e -giustamente- disgustati tifosi bresciani. Per quanto ci riguarda, è stato un vero e proprio suicidio. Questo per molte e chiare ragioni.
Una cazzata che ha tracciato un solco indelebile fra la tifoseria organizzata ed il resto della città. Una spaccatura a questo punto difficilmente colmabile. Ma nonostante la strada si sia fatta ancor più ripida, siamo pronti a ripartire già da domani con la consueta umiltà e l’invariata determinazione.
Noi oggi, con questa lettera scritta dopo esserci confrontati ieri sera durante un’accesa e partecipata riunione, abbiamo deciso di comunicare l’intenzione di chiedere scusa per quanto accaduto domenica a Padova.
Principalmente a tutti quei ragazzi obbligati ad assistere a questo penoso epilogo. Vogliamo poi chiedere scusa ai loro genitori. Vogliamo chiedere scusa soprattutto alla nostra città. Le nostre scuse non sono dovute. Le nostre scuse sono sentite, nonché sincere. Sappiamo che questo non basterà, ma di per sé è già una svolta.

Curva Nord 1911

tuttoB
 
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99 replies since 22/10/2009, 06:31   2224 views
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