| «Peccato, avrei voluto fare di più» Il saluto di Campilongo: «Con l’ingaggio di un giocatore carismatico tutto sarebbe cambiato» Carlo Salvadori IL SALUTO di Sasà. Cordiale, in linea con la signorilità del tecnico, ma con una punta amara. Quando una storia s’interrompe dopo appena una stagione, d’altronde, non tutto può essere filato liscio. Ma, nel suo congedo da Empoli, mister Campilongo tiene subito a precisare che non intende fare alcuna polemica. Soltanto una considerazione... «Mi aspettavo un atteggiamento diverso da parte della società — spiega — quando alcuni mesi fa sono cominciati a circolare i nomi dei miei possibili successori. Avrei infatti gradito una ferma presa di posizione. Una frase più o meno come questa: ’Campilongo è il nostro allenatore fino al 30 giugno, poi prenderemo una decisione sulla prossima stagione’. Poche parole che avrebbero chiarito la situazione e cementato la compattezza dello spogliatoio». Si è dunque sentito poco protetto dalla dirigenza? «Non volevo dire questo, ma è indubbio che ho perso un po’ di credibilità all’interno del gruppo. Se un allenatore non verrà con ogni probabilità confermato, il suo peso specifico diminuisce, anche se i ragazzi mi hanno sempre seguito fino all’ultima partita. Vorrei poi aggiungere un altro aspetto». Quale? «Premetto che la stagione dell’Empoli è stata molto positiva, però avrebbe potuto diventare migliore se la società fosse intervenuta nel mercato invernale acquistando un giocatore carismatico. In tal modo credo che avremmo pure interrotto la serie negativa in trasferta». Cioè? «Il brutto rendimento esterno è dipeso dalla scarsa personalità dei miei giocatori che, invece, davano spettacolo nella gare casalinghe quando avvertivano il calore dei tifosi. Se fosse arrivato un leader in grado di prendere per mano i più giovani, forse il traguardo dei play-off non sarebbe sfumato. Viceversa la società non ci ha creduto accontentandosi di una tranquilla salvezza». Come ha trovato Empoli quasi trent’anni dopo? «Rispetto ai primi anni ’80 quando vi avevo giocato è cambiata poco o nulla. La città è infatti grosso modo la stessa e pure da allenatore mi sono trovato a mio agio. Soprattutto coi tifosi ho riallacciato il bel rapporto che avevo avuto e non finirò mai di ringraziarli. Ci sono stati a fianco per l’intero anno anche quando le partite non avevano più importanza per la classifica. Sono pochi ma buoni, seppure una tifoseria più consistente dal lato numerico ci avrebbe potuto trascinare ancora di più. Peccato, tuttavia, essere arrivato nel posto giusto al momento sbagliato». Cosa intende dire? «Sono tornato a Empoli con dodici mesi di ritardo. Infatti, se avessi allenato qui nella stagione 2008/2009, avrei guidato una squadra con molti calciatori eccellenti. La società, infatti, aveva investito parecchi euro per tornare in serie A, mancando la promozione ai play-off dopo aver guidato pure la classifica in alcuni momenti del campionato. Sono invece capitato in una fase di austerità finanziaria». Passiamo alla stretta attualità: Eder è pronto per una grande? «Ritengo che il brasiliano possa fare la sua bella figura in un club della massima divisione di seconda fascia, mentre nelle ‘big’ non troverebbe spazio. Fossi in lui, ci penserei invece due volte ad andare a giocare in Russia perché quel torneo resta di basso livello tecnico. Lo vedrei meglio in Germania, dove il calcio è in continuo sviluppo come testimoniano gli ultimi risultati delle squadre tedesche nelle coppe europee». Chi affiancherà Lecce e Cesena nella prossima serie A? «Il Brescia è favorita, ma bisogna vedere come avrà assorbito la sconfitta di domenica a Padova. Se i lombardi sapranno ricaricare le pile, avranno la meglio sulle altre candidate tra le quali il Sassuolo ha qualcosa in più di Torino e del Cittadella». Dove allenerà il prossim’anno? «Intanto vado in vacanza a Ischia. Qualcosa si sta muovendo, ma è presto per parlarne». la nazione
con uno leader nato come vannucchi....ah ah ah ah
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