Il Forum dei Tifosi dell'Empoli F.C.

Notizie dalle altre squadre e tifoserie, stagione 2010/11

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Macalli a TLP: "Basta regali alle società. Le regole vanno rispettate"
"Andiamo a leggere i bilanci delle società: che prendano un brocco di meno e vadano a giocare ad Algeri tutte le domeniche. La Lega Pro è un campionato nazionale, non regionale".

17.06.2010 14:33 di Valeria Debbia
Abbiamo contattato in esclusiva per TuttoLegaPro.com il presidente della Lega Pro, Mario Macalli per fare il punto sulla situazione delle iscrizioni al prossimo campionato di Prima e Seconda Divisione. Il presidente Macalli ha parole dure nei confronti della crisi in cui versano numerose società di Lega Pro, puntando l'indice contro le spese folli e ricordando che "bisogna spendere per quello che si ha". Inoltre Macalli parla delle fidejussioni per i ripescaggi come di "regali di Natale" fatti alle società che possono così concorrere a partecipare a campionati non conquistati sul campo. Infine il presidente della Lega Pro non vuole sentir parlare ancora di suddivisione dei gironi, dato che non si conosce il numero esatto delle squadre che vi parteciperanno, ma anche qui avvisa: "La Lega Pro è un campionato nazionale, non regionale: se uno vuole giocare vicino a casa, deve andare nei Dilettanti".
Presidente, cosa ci può dire riguardo all'attuale situazione di molti club di Lega Pro che - con l'approssimarsi delle scadenze relative all'iscrizione al prossimo campionato - paiono sempre più in serie difficoltà?
"Io credo che le problematiche relative ai club non siano limitate alla Lega Pro, ma molto estese in tutte le categorie a cominciare dalla Serie B a scendere fino ai Dilettanti. Addirittura in quest'ultima categoria, in parecchie zone dove esistono più realtà, si fondono in una sola. Il mondo del calcio - per chi lo scopre adesso - è fatto così, ma noi queste cose le diciamo da tempo: c'è una crisi irreversibile. Si è fatto poco per sistemare questa situazione: ci sono le imprese in crisi, c'è la finanza in crisi e quindi se c'è necessità di tagliare dei rami, si tagliano quelli secchi, non quelli produttivi. E il calcio non produce reddito: il calcio produce perdite a valanga. Il problema sta nel fatto che la gente non può più permettersi di mettere nel calcio centinaia di milioni di euro e quindi abbiamo questa crisi e questa preoccupazione che molte squadre non riescano a rispettare quello che la norma prevede. D'altra parte era abbastanza prevedibile, quando si fanno delle cose strane... Bisogna spendere per quello che si ha. Noi sotto questo profilo sappiamo perfettamente quello che abbiamo fatto perché siamo una Lega molto pragmatica - forse l'unica - e abbiamo ragione un'altra volta. Dobbiamo pensare alle società e vedremo cosa succederà".
Per quanto riguarda i ripescaggi sono state fissate delle fidejussioni non indifferenti. Lei però era scettico riguardo alle possibilità di ripescaggio...
"Abolire i ripescaggi non si può. L'anno scorso sono andato in rotta di collisione perché io li ho voluti. Quando si abolisce qualcosa significa cambiare il format del campionato e per regola bisogna dirlo entro il 30 giugno di un anno prima: per cui al massimo lo si può fare quest'anno per la stagione non prossima, ma quella dopo ancora. Adesso i ripescaggi è giusto vengano fatti perché la regola lo prevede. Certamente fino a ieri sono stati regalati, mentre non c'è un diritto del ripescaggio: hanno diritto solo quelli che metteranno le somme previste. E posso dire che sarà comunque 'un regalo di Natale' perché chi viene in Seconda Divisione mette 200.000 euro a fondo perduto e vince un campionato praticamente. Chi viene in Prima Divisione mette 400.000 euro, quando per vincere il campionato si spendono cifre anche di 10 milioni di euro e poi non si vince. Sono 'regali di Natale'. Se qualcuno si lamenta, sappia che non è obbligato a chiedere il ripescaggio: se ne stia nella categoria che il campo le ha assegnato. Quindi si può benissimo decidere di non concorrervi, mettere giù la testa e cercare di vincere sul campo".
Come potrebbe essere la suddivisione dei gironi per il prossimo campionato?
"Non si può parlare certo ora di suddivisione dei gironi: non conosciamo l'organico, non sappiamo quante squadre vi parteciperanno. E poi io non capisco una cosa: il problema dei gironi c'è solo da noi. In Serie B c'è un problema sulla composizione dei gironi? No! Io dico che se fosse necessario andare a giocare in Africa, si andrebbe in Africa: che problemi ci sarebbero? Bisogna informare la gente, non disinformarla. Quando un presidente si lamenta perché fa una trasferta significa che sta prendendo per il naso tutti. I costi di locomozione per le trasferte in un bilancio incidono solo per l'1,50%. E allora andiamo a leggere i bilanci delle società: che prendano un brocco di meno e vadano a giocare ad Algeri tutte le domeniche. La Lega Pro è un campionato nazionale, non regionale: se uno vuole giocare vicino a casa, va nei Dilettanti".
E il problema degli stadi? E' risaputo che molti impianti di Lega Pro difficilmente saranno ritenuti a norma...
"Ci sono delle regole: chi le rispetterà, otterrà la licenza da parte della FIGC; chi non le rispetterà, non otterrà la licenza, quindi non giocherà il campionato. Basta leggere i comunicati: ci sono delle norme e uno deve rispettarle, altrimenti che cambi mestiere".
E' anche vero che spesso si cercano delle scappatoie che permettano di aggirare le norme...
"Vedrete che tutto verrà rispettato perché da noi le norme si rispettano".
E anche la Tessera del Tifoso è una delle norme previste per questa stagione.
"Se seguiamo i banditi non andiamo da nessuna parte! Anche qui ci sono solo polemiche sterili. Chi non la vuole fare, non la farà. Ma per fare l'abbonamento ci vorrà la Tessera del Tifoso: lo dice la legge dello Stato, non la FIGC o la Lega. Cominciamo in Italia a rispettare le regole dello Stato: se ad una persona non piace, non farà l'abbonamento ed ogni domenica andrà a comprarsi il biglietto. Andrà in trasferta - perché ci potrà andare - ma non avrà accesso alla curva. Non creiamo problemi, dove non esistono. Noi non seguiamo la parte marcia del calcio: seguiamo la parte buona"
.
tuttolegapro.com



Macalli, la Lega Pro e il rispetto delle regole
Il presidente della Lega Pro, Mario Macalli, ha rilasciato nei giorni scorsi un’intervista esclusiva a Valeria Debbia (la potete leggere sopra).
Il massimo dirigente della Prima e Seconda Divisione nazionale, cui afferiscono la bellezza di novanta club iscritti, si trova a fare i conti con una crisi che sembra eccedere non poco quelle già vissute negli anni passati (almeno sulla base delle previsioni deducibili dalle cronache in arrivo dalle varie sedi). Come al solito Macalli si richiama alle regole e al rispetto delle norme come unico appiglio alla sostenibilità del sistema che dirige. Chi sbaglia paga e resta escluso dal format.
Tutto bene, sul piano teorico. Il fatto è che in Lega Pro le società, le squadre e le città che esse rappresentano sono canne al vento in balia di chi decide di mettersi alla barra di comando. Peccato che si tratti di navicelle che, il più delle volte, fanno acqua da tutte le parti. Non si fa in tempo a chiudere una falla, che se ne apre una nuova.
Eppure chi si avventura in questo tipo di impegni dovrebbe sapere dove si va a cacciare, perché l’azienda-calcio è tutto fuorché un’azienda normale. A maggior ragione questo vale per la Prima e la Seconda Divisione, categorie totalmente sprovviste dei sussidi e delle iniezioni di liquidità su cui possono ancora contare le categorie superiori. Parliamo dei famigerati diritti tv, ovviamente, che permettono alle società di serie A e a quelle della tanto bistrattata serie B di rimanere a galla.
Non c’è, dalle parti della Lega Pro, quella visibilità mediatica che impedisce a personaggi opachi di impadronirsi delle maglie senza possedere le necessarie prerogative finanziarie e, tantomeno, un briciolo di qualità etiche. Tutto si svolge sotto traccia. E così, in terza e quarta serie, le squadre continuano a fallire con regolarità svizzera.
Né potrebbe essere diversamente stanti i carenti presupposti economici e la costante elusione delle regole che spesso (Macalli non ce ne voglia) hanno carattere puramente formale e sono facilmente aggirabili, come l’esperienza insegna.
La sopravvivenza dei club è in sostanza affidata alle capacità di autofinanziamento del patron di turno. Tutto, dunque, resta pericolosamente affidato alla buona sorte. All’avvio di ogni stagione agonistica non rimane, ai poveri tifosi, che sussurrare tra sé e sé “io speriamo che me la cavo”.
Se le regole relative ai requisiti finanziari e alle caratteristiche degli impianti di cui parla Macalli nella sua ultima intervista fossero applicate in maniera davvero rigorosa, quante delle novanta società iscritte potrebbero essere iscritte e completare regolarmente il prossimo campionato? Questa è la domanda.

Sergio Mutolo - www.calciopress.net
 
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La Lega boccia 14 club. C’è anche la Triestina
Constatate le 8 rinunce, il Consiglio della Lega Pro ha riscontrato altre 14 situazioni di squadre non a posto per l’iscrizione. Per la mancanza del campo da gioco, sono stati bocciati Marcianise (Prima), Alghero, Cassino, Fondi, Gavorrano, Legnano, Manfredonia, Sangiovannese e Villacidrese (Seconda). Alcune di queste hanno anche altri problemi (fideiussione e/o liberatorie), per i quali risultano non in regola anche Arezzo, Cavese, Salernitana e Triestina (l’Ufficio Indagini vuol capire perché i giocatori abbiano rinunciato agli ultimi 3-4 mesi di stipendio) in Prima, più, come spieghiamo qui a fianco, Sangiustese in Seconda. Per la Lega sono invece a posto Foggia (Prima), Catanzaro, Olbia, Potenza e Pro Vercelli (Seconda), ma manca ancora il parere della Covisoc (atteso per domani) che potrebbe bocciare anche queste ultime se dovesse riscontrare inadempienze. Chi riuscirà a iscriversi, sarà comunque penalizzato. I ricorsi entro sabato 10, poi il 16 la Figc dirà l’ultima parola.
SERIE D Presentata l’offerta per salvare la Pro Sesto (fallita tre mesi fa) all’asta di oggi: Massimo Nava l’ha fatta per conto di soggetti ancora ignoti.

la gazzetta

Sangiustese, la fideiussione è falsa?
La Lega denuncia alla Procura il club che era stato legato a Fabrizio Corona

ROMA dSono passati sette anni dalla famosa estate delle false fideiussioni, che solo nell’autunno scorso ha portato alla condanna in primo grado de protagonisti. Oggi si torna a parlare di queste vicende: stavolta a essere nei guai sarebbela Sangiustese (Seconda divisione). Ieri la Lega Pro, verificandola documentazione presentata, ha riscontato delle irregolarità nella fideiussione. «Sarebbefalsa», trapela dalla Lega e per questo sarebbe già stata fatta la segnalazione alla Procura della Repubblica per i riscontri del caso. La curiosità La Sangiustese era assurta agli onori della cronaca il 6 dicembre quando il re del gossip, Fabrizio Corona, disse: «Porterò la Sangiustese in serie A» allo stadio Villa San Filippo, davanti ai giornalisti e in diretta su una tv nazionale, comunicando di esser diventato presidente onorario del club marchigiano. Comunque «il matrimonio » tra la Sangiustese e Corona è entrato presto in crisi ed è finito in primavera. Fabrizio Corona, sbarcato nell'autunno 2009 nelle Marche per curare propri rapporti commerciali con alcune aziende calzaturiere, in un primo momento diede la sua disponibilità ad aiutare il patron della Sangiustese, Antonio Pantanetti, a racimolare sponsor e pubblicità, raggiungendo un accordo commerciale con il club rossoblù. Ma poi, di fatto, nelle casse sociali Corona non ha portato neppure un euro. Una «toccata e fuga» che ha regalato alla Sangiustese solo un attimo di popolarità. Il futuro Ora la situazione della società è critica e nonostante si parli da più parti di una cordata romana che possa venire in aiuto del club, sembra che la strada sia sempre più in salita. Nell’estate del 2003, quando scoppiò lo scandalo delle false fideiussioni, si arrivò alla decisione che i club coinvolti fossero state «vittime» e si diede loro la possibilità di rimediare al falso con una nuova garanzia bancaria. Bisogna vedere se ora anche la Sangiustese potrà dimostrare di essere estranea ai fatti e garantire subito una nuova fideiussione.
ma.gal.
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Incubo Lega Pro, la Covisoc ne esclude 25
Lega Pro in pieno dramma. La CO.VI.SO.C. ha reso noto l’elenco dei club non risultati in regola con le normative federali previste per l’iscrizione al prossimo campionato di Prima Divisione e di Seconda Divisione.
Queste società, per motivazioni diverse, sono state temporaneamente escluse dai rispettivi campionati. Entro le ore 13 del 10 luglio, previo il ricorso di rito, potranno regolarizzare la propria posizione e produrre la documentazione mancante.
Il 16 luglio, in occasione del Consiglio federale, si conosceranno i verdetti definitivi e sarà ufficializzato l’elenco dei club estromessi in modo definitivo dai rispettivi campionati.
Per le società bocciate a causa della mancata presentazione della fideiussione occorre ricordare che l’ultimo giorno utile per ottenere la garanzia bancaria è venerdì 9 luglio, in quanto nel giorno di sabato gli sportelli degli istituti di credito non sono operativi.
Ricordiamo che 8 società delle 90 che formano l’organico della Lega Pro sono già fuori, in quanto non hanno neppure presentato la domanda di iscrizione. Si tratta di: Gallipoli, Mantova, Perugia e Rimini (Prima Divisione) + Itala San Marco, Monopoli, Pescina Valle del Giovenco e Scafatese.
Questo l’elenco completo delle altre 25 società, sul totale delle 82 aventi diritto, al momento non ammesse ai campionati di Prima e Seconda Divisione:
Prima Divisione (10 squadre): Arezzo, Cavese, Cremonese, Figline, Foggia, Real Marcianise, Salernitana, Spal, Triestina, Viareggio.
Seconda Divisione (15 squadre): Alghero, Cassino, Chieti, Fondi, Gavorrano, Legnano, Manfredonia, Olbia, Paganese, Potenza, Prato, Pro Vasto, Pro Vercelli, Sangiovannese, Villacidrese.

Redazioneweb – www.calciopress.net


Scure della Covisoc sulla Lega Pro, salta il format?
La Lega Pro del presidente Mario Macalli (nella foto) è nella bufera e attraversa il momento più difficile della sua lunga storia. Un drammatico segnale di allarme sullo stato del calcio italiano per il non dimissionario presidente della Figc, Giancarlo Abete. La deriva in cui si è infilato il sistema sembra inarrestabile.
Al momento 33 club sui 90 aventi diritto sono fuori dalla Prima e dalla Seconda Divisione Nazionale (leggete QUI l’elenco completo, ndr), ovvero un terzo dell’organico di terza e quarta serie. Alcune società sono escluse in modo definitivo e altre in modo temporaneo (potranno porre riparo alle situazioni contestate entro le ore 13 del 10 luglio).

Il fatto è che il sistema delle Licenze Nazionali, il cui ottenimento è propedeutico all’iscrizione nella categoria professionistica di competenza, ha messo all’angolo i club della Lega Pro già stremati da una crisi economica strutturale assestando il colpo di maglio all’anello più debole della catena.
Infatti, oltre al lasciapassare della Covisoc che insiste sui conti finanziari e comporterà in ogni caso punti di penalizzazione da scontare nella prossima stagione, bisogna ottenerne altri due non meno importanti per l’ammissione ai campionati: il primo dalla Commissione criteri infrastrutturali e l’altro dalla Commissione criteri organizzativi. Davvero troppo per club che in certi casi di professionistico, specie in Seconda Divisione, hanno solo l’etichetta.
Finora hanno rinunciato all’iscrizione 8 società (Gallipoli, Mantova, Rimini e Perugia, in Prima Divisione + Itala San Marco, Monopoli, Pescina Valle del Giovenco e Scafatese, in Seconda Divisione). Questi club sono fuori dai giochi e riducono il lotto a 82.
Degli 82 che hanno fatto domanda di iscrizione entro il termine perentorio del 30 giugno, sono 25 quelle temporaneamente esclusi, il che porta il totale delle società con problemi più o meno risolvibili a quota 33.
Sulla carta è considerata grave la situazione di almeno 12 società: Alghero, Cassino, Cavese, Figline, Legnano, Manfredonia, Olbia, Potenza, Real Marcianise, Salernitana, Sangiustese e Villacidrese.
Potrebbero invece trovare soluzione, anche se i tempi sono ristrettissimi, i problemi di: Arezzo, Chieti, Foggia, Fondi, Gavorrano, Paganese, Prato, Pro Vercelli, Pro Vasto, Spal, Triestina, Viareggio e Sangiovannese.
Il 16 Luglio il Consiglio federale esprimerà il suo parere definitivo sull’ammissione ai rispettivi campionati dei club che avranno presentato il ricorso e sanato le situazioni entro le 13 del 10 luglio. Resta poi la possibilità di ricorrere al Coni, quindi al TAR e infine al Consiglio di Stato.

Sa. Mig. – www.calciopress.net
 
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Lega Pro, Macalli: "Per fare calcio servono i soldi"
08.07.2010 21.20 di Andrea Losapio
Il presidente della Lega Pro, Mario Macalli, è intervenuto su Odeon TV (can 827 di SKY) durante la trasmissione sportiva Campionato dei Campioni, parlando della crisi economica del nostro calcio: "Le società che rischiano di non iscriversi sono molte, di cui otto sicure. Almeno dieci o dodici sono a rischio clamoroso per essere escluse, ma non abbiamo ancora raschiato il barile. La situazione è drammatica, anche sopra di noi. Il giorno che retrocedono rischiano anche loro. C'è una regola sola da rispettare: per fare calcio bisogna avere i mezzi finanziari. Non ci sono risorse, sono male distribuite. C'è chi ingrassa come i maiali, la Serie A, e chi brucia i miliardi (la Serie B). Quello che succede quest'anno si ripeterà anche l'anno prossimo, in maniera più grave". A precisa domanda, Macalli risponde: "Io non devo dimettermi, le responsabilità non sono mie".
tuttomercatoweb.com
 
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UFFICIALE: La Cisco è rinominata Atletico Roma
La Cisco Roma nella persona del presidente Mario Ciaccia e del suo Amministratore Delegato Davide Ciaccia, comunica che in data 7 luglio u.s. si è riunito alla presenza del notaio Pietro Miele in via straordinaria, il consiglio di Amministrazione della società, che ha deliberato e ratificato le nuove nomine del CDA. L’Assemblea ha approvato all’unanimità, la nuova denominazione sociale in Atletico Roma F.C. procedendo poi a ridisegnare il nuovo gruppo dirigente.
Confermati il Presidente Mario Ciaccia e L’Amministratore Delegato Davide Ciaccia, è stato eletto Vice Presidente in luogo del dimissionario Alessandro Tulli, il Sig Romualdo Ciaccia. Le nuove cariche nel Consiglio di Amministrazione sono state affidate ai Consiglieri ad Ivan Bianchi e Massimo Corinaldesi. Con questo primo atto ufficiale nasce l’Atletico Roma F.C., che parteciperà con l’iscrizione già formalizzata, al prossimo Campionato di Lega Pro Prima Divisione.

Ufficio Stampa Atletico Roma

per me era e resta la lodigiani.
 
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Il Catania si ritrova e Pulvirenti promette «Ancora più forti»
CATANIA Stessa piazza, stessa università. Il Catania si ritrova per il 3° anno nell’aula magna della Centrale. Appuntamento della vigilia del ritiro, ormai un portafortuna. Stavolta, però, davanti al magnifico palazzo barocco si radunano gli ultrà per protestare contro la tessera del tifoso («Noi ci siamo e non ci tesseriamo»). Il presidente Nino Pulvirenti sintetizza così il suo pensiero: «Noi ci siamo adeguati al Ministero, ma non condivido questa soluzione che non risolve il problema ed è iniqua: che senso ha la tessera del tifoso se inibisce solo la possibilità di abbonarsi ma non quella di acquistare i biglietti? Spero che prevalga il buon senso. Ai tifosi dico di tesserarsi, il muro contro muro inasprirebbe gli animi». E sulla promessa di portare il Catania in Europa, il presidente dice: «Stiamo lavorando per una squadra e una società sempre più forti, entro la fine dell’anno avremo il nuovo centro sportivo che sarà un esempio di modernità». Aggiunge poi l’a.d. Lo Monaco: «Siamo un modello di solidità economica ed efficienza. La nostra Europa si chiama Serie A. Non dimenticate che i 3 club medio-piccoli andati in Uefa, Empoli, Livorno e Chievo, sono poi retrocessi».
Francesco Caruso
la gazzetta
 
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«E’ ingiusto l’obbligo di schierare gli ’89: regole da abolire»
MILANO Le nuove norme della Lega Pro sull’utilizzo dei giovani non piacciono all’Associazione calciatori: per avere i contributi federali, infatti, non solo le società di Prima devono aver tesserato almeno 8 under 23 (10 inSeconda), ma devono schierare almeno due giocatori nati nel 1989 (tre in Seconda). L’Aic ha così preso posizione con un comunicato molto polemico: «Questa caccia agli ’89 fa scomparire ogni traccia di meritocrazia che dovrebbe viceversa essere il principio fondante della carriera dei calciatori: tra un '89 meno bravo e un '88 un po' più bravo, non c’è dubbio che le società saranno costrette a scegliere il primo. Una decisione che significherebbe la perdita di centinaia di posti di lavoro perché una considerevole quota di tesserati diventerebbero sostanzialmente dei precari. Senza poi dimenticare che il livello tecnico dei campionati si abbasserebbe ulteriormente, arrivando a una sorta di campionato Berretti, con alcuni fuori quota». L’Aic si appella al presidente della Lega Pro, Mario Macalli, e al presidente federale Abete perché «si arrivi in tempi rapidi all'annullamento delle norme».
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anzianoclay
view post Posted on 14/7/2010, 08:05




Quei mafiosi dì Catania alzano troppo la cresta :incazzato:
 
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view post Posted on 14/7/2010, 09:26
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CITAZIONE (Zeman! @ 11/7/2010, 07:14)
Lo Monaco: «Siamo un modello di solidità economica ed efficienza. La nostra Europa si chiama Serie A. Non dimenticate che i 3 club medio-piccoli andati in Uefa, Empoli, Livorno e Chievo, sono poi retrocessi».

Grazie ad un gol di mano di Martinez nello scontro diretto, ed alle intimidazione dei tifosi catanesi verso i giocatori della Roma nell'ultima di campionato. Vantatene anche...
 
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CONO LIBERO

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da quello che ho capito a Foggia tornano Casillo, Zeman e Pavone.
mi fa piacere :D
 
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anzianoclay
view post Posted on 14/7/2010, 16:31




Notizia incompleta, Ferox: Anche Signori Rambaudi e Baiano ihihihihihihihihihihihihi
 
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Foggia: ecco Casillo. Rinasce Zemanlandia
Firmato il precontratto per rilevare il 100% della società
Si ricrea il gruppo che vent’anni fa fece sognare la città

Non è una rimpatriata, ma una ripartenza. Proprio da dove era cominciata Zemanlandia. Rieccoli, Pasquale Casillo, Peppino Pavone e Zdenek Zeman come nell’estate del 1986.«Ma non siamo una minestra riscaldata, vogliamo solo riproporre il nostro calcio, quello tutto d’attacco», dice Pavone, talent scout di quel Foggia da sogno, quello di Beppe Signori, Ciccio Baiano e Gigi Di Biagio, ma anche di Igor Shalimov, Brian Roy, José Chamot, Igor Kolyvanov e Dan Petrescu. Firma Ieri Pasquale Casillo (entrerà nel club il figlio Gennaro) ha siglato un precontratto perrilevare da Capobianco e soci il 100% delle quote rossonere che nel 1994, dopo le sue disavventure giudiziarie, erano passateal Tribunale di Napoli primadi intraprendere un giro vorticoso tra banche, proprietà di Sensi e un fallimento. Sedici anni dopo, il Foggia non è più in A manel labirinto della Prima. Ieri il primo acquisto, il centrocampista Salvatore Burrai, ex Cremonese. Calcio doc «Abbiamo lo stesso entusiasmo di vent’anni fa e una responsabilità in più: quella di vincere questa nuova sfida nel calcio attuale», aggiunge Pavone. Già, che calcio era quellodel Foggia di Zeman? Tanti ragazzi scoperti nelle serie minori da lanciare in A. E l’idea di un gioco che poteva essere solo d’attacco, con un tridente che ancora imperversa su Youtube nei suoi gol senza tempo, quello di Rambaudi, Baiano e Signori. In panchina Zeman che diceva sempre: «Bisogna pensaresolo a fare un gol in più dell’avversario ». Una goduria. Tutti a sfrecciare per andare a segnare, come in luna park. Era bello quel Foggia, che sembrava vivere in un castello incantato. E una città sognava a occhi aperti. Al tappeto la Juve di Trapattoni, ma allo Zaccheria rischiò grosso anche il Milan degli Invincibili di Capello. La favola finì nel 1994 e Zeman andò alla Lazio. Poi Casillo, Pavone e Zeman si sono ritrovati all’Avellino nel 2003: un remake finito male con la retrocessione in C1. Ma era tutto diverso e soprattutto non era Foggia.Rientri Ora la storia ricomincia. Una città che torna a sognare. Qualcuno si sentirà più giovane di 25 anni, con i propri beniamini che tornano allo Zaccheria. Tornano pure Franco Mancini, il portiere che fece un tunnel a Van Basten e ora farà ilpreparatore, Maurizio Codispoti, il terzino d’assalto che allenerà nelle giovanili, Vincenzo Cangelosi, lo storico vice di Zeman. Che ritroverà anche Franco Altamura, il dirigente accompagnatore, lo 007 dello spogliatoio. Tutti si sono rivisti nove mesi fa a Roma, alla prima di un film su Zemanlandia. «Quel giorno nacque l’idea di tornare nel Foggia», confida Pavone. Casillo in pubblico chiese a Zeman: «Torneresti a Foggia anche in Prima divisione?». Il boemo, davanti a Pavone, ci pensò e rispose: «Non si sa mai». Tutti e 3 sorrisero. Ora Foggia torna a coccolarsi Zemanlandia.
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anzianoclay
view post Posted on 15/7/2010, 08:03




Mi raccomando gente: Tutti a tifare Foggia, in legapro, ok?
 
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view post Posted on 15/7/2010, 08:59
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CITAZIONE (anzianoclay @ 15/7/2010, 09:03)
Mi raccomando gente: Tutti a tifare Foggia, in legapro, ok?

io tifo empoli....

la storia nel calcio difficilmente si ripete....
 
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anzianoclay
view post Posted on 15/7/2010, 09:32




ho detto in Legapro, esimio.
 
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