Il Forum dei Tifosi dell'Empoli F.C.

La LegaPro e la Serie D, Stagione 2012/13

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view post Posted on 17/6/2012, 07:56
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Piace,mancano 24 ore al tramonto
Tutto tace, nessuno si fa avanti: e la scomparsa è dietro l’angolo

PIACENZA - Franco Spezia, con tutta probabilità, è rimasto con il cellulare ben acceso anche nel corso della nottata. Una notte che, purtroppo, non ha fatto registrare risvegli di soprassalto per ascoltare le parole del potenziale “salvatore della patria” pronto a fornire ossigeno ad un Piacenza che domani, salvo miracoli veri, ci lascerà definitivamente. La sconfitta è pesantissima da digerire, la città non avrà più una squadra di calcio. La vita proseguirà ugualmente? Certo che sì, tutti quanti sopravvivremo e non ci saranno chissà quali stravolgimenti nell’esistenza dei piacentini. Così sicuri tutti quanti che non perderemo qualcosa della storia di un’intera città, di una comunità che in quanto tale non può non essere legata a certi simboli? Pensiamo per assurdo che domani qualcuno ci racconti che la manutenzione di Palazzo Gotico non sia più sostenibile e per questo si decida per l’abbattimento. Pura fantascienza, vero, ma anche in questo caso crediamo che i piacentini potrebbero continuare alla grande nella loro quotidianità. Senza timore di smentite, qualcuno interverrebbe e salverebbe il simbolo della Primogenita senza troppo pensare. Per il calcio, no. Certo, un paradosso bello e buono, quasi a rischio blasfemia, ma la questione è una: perché nessuno, ripetiamo nessuno, ha scelto di buttare gli “spiccioli” con i quali si sarebbe potuto metter fine ad un’agonia infinita con il doppio risultato di mettere a segno una economicamente brillante operazione (una squadra di calcio professionistica non la si compra tutti i giorni ai saldi) e di passare agli annali come una sorta di eroe cittadino. Un ruolo che evidentemente in tanti hanno voluto solamente sfiorare. Uno degli imprenditori contattati nei giorni scorsi dalla curatela e che ha declinato fermamente l’invito ha rilasciato una dichiarazione piuttosto significativa: «In tanti in questi ultimi mesi hanno approfittato della situazione per cercare visibilità », senza però venire al dunque aggiungiamo noi. La città di Piacenza evidentemente merita questo? Stando agli attestati di fiducia giunti attraverso il Comitato Salva Piace, diremmo francamente l’opposto. Tanti semplici cittadini hanno scelto di opporsi ad un destino crudele. Tanti altri più illustri, ricchi e titolati, giunti in pompa magna a Piacenza, hanno scelto di non versare il becco di un quattrino, nonostante dichiarazioni di tutt’altro tenore. Siamo ai titoli di coda, nessun miracolo arriverà tra oggi e domani. Anzi, probabile che domani si consumi l’ultima beffa: una sentenza che potrebbe sancire la penalizzazione di 19 punti alla “vecchia” realtà, e lasci intonsa quella attuale che però, di quella potenziale partenza a “zero” in classifica, non saprebbe che farsene. Si tratterebbe dell’ultimo tassello di una storia chiusasi in maniera tragicomica. Rimane in pista Guido Molinaroli, unico anello di una cordata inesistente che conferma quanto sia difficile per le “primedonne” dell’imprenditoria piacentina riuscire a trovare un punto d’incontro, un fine comune che possa consentire di superare invidie quasi fanciullesche. Si tratta di segnali pessimi, che in periodi di crisi economica non possono lasciare sereni: se non siamo in grado di salvare una squadra di calcio “da due soldi”, come potrebbero essere in grado di trainare l’economia piacentina al di fuori dalla burrasca di questi ultimi anni? Mancano 24 ore all’alba, anzi, al tramonto di un’era: Spezia non abbandona il cellulare nemmeno per un istante, ma dei misteriosi e quasi fantomatici imprenditori reggiani si son perse le tracce, i nostri latitano clamorosamente e il Piace è allo stremo: tutto finito.
Corrado Todeschi
libertà/piacenzacalcio.net
 
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Del Piacenza resta solo il marchio
Pubblicato il 19-06-2012 07:09
Svanisce anche l’ultima speranza per trovare un imprenditore che affianchi l’Associazione Salva Piace nel tentativo disperato di rilevare il titolo sportivo del Piacenza calcio e dare un futuro ai colori biancorossi a Piacenza. Dopo una mezza giornata di ottimismo, l’ultima trattativa è naufragata anche a causa della penalizzazione di undici punti da scontare nel prossimo eventuale campionato. Ricordiamo che l’esercizio provvisorio della società termina ufficialmente alla mezzanotte di oggi.
Nel frattempo l’Associazione Salva Piace, come noto, ha presentato, in sede di terza asta, un’offerta per rilevare almeno il marchio del Piacenza calcio "al fine di evitare - sottolinea il tesoriere Massimo Garibaldi - il rischio che venisse sottratto da chicchessia per interessi di parte". La base d’asta era di trentamila euro, diecimila in più di quanto attualmente è nelle casse del comitato. Di questo si è discusso nell’assemblea (presenti un’ottantina di persone) tenutasi nel pomeriggio all’interno della Isi Srl di via Cassoli a Piacenza (nelle foto): all’unanimità è stato deciso di procedere con l’acquisizione. I tempi stringono: entro un paio di giorni l’offerta dovrà essere confermata, per farlo dovrà essere raccolta da parte di soci e sostenitori la somma mancante.
La seconda novità che esce dall’assemblea è la costituzione di un consiglio, formato da undici persone. Una squadra di calcio virtuale che avrà il compito di vagliare la varie proposte emerse dalla riunione sul possibile futuro della società, da quella di ripartire da zero dalla terza categoria, a quella di accettare eventuali proposte di società locali che mettano a disposizione il titolo sportivo. Sul tavolo anche la richiesta al sindaco Dosi farsi avanti nei confronti della Lega per iscrivere la squadra in Eccellenza, anche se in questo caso servirebbero 100mila euro. Tutte proposte che il consiglio vaglierà in una riunione già fissata per il prossimo due luglio alle 18 presso la sede del quotidiano "Libertà" per poi discuterne nuovamente con il comitato. Da segnalare il rifiuto degli ultras biancorossi, che hanno abbandonato in modo polemico l’assemblea, di fronte alla richiesta di nominare un proprio referente all’interno del consiglio.
"Quella di oggi è una sconfitta per la città - ha voluto sottolineare il presidente dell’associazione Roberto Reggi - ma non del Salva Piace, che fino all’ultimo ha provato a trovare una soluzione positiva per la vicenda. Il mio ringraziamento va anche ai curatori fallimentari per il grande impegno profuso e il lavoro svolto, andato ben oltre i compiti istituzionali".

piacenzasera.it / piacenzacalcio.net




Piace: l'ultima mazzata è doppia
Ecco il -11. E sfuma all'ultimo secondo il salvataggio firmato Arici

Pubblicato il 19-06-2012 07:12
Cornuti e mazziati: è il primo pensiero. Tutti sparano sul Piacenza, non solo su quello che è stato, ma su quello che sarebbe potuto essere. Il risultato, è una città che deve vergognarsi di se stessa.
Cominciamo dalla penalizzazione: la sentenza della Disciplinare sul primo filone del calcioscommesse è stato pubblicato. E, purtroppo, la nostra previsione è stata azzeccata: il Piacenza è stato condannato per responsabilità oggettiva a 11 punti di penalizzazione nella prossima stagione (che peraltro non ci sarà) e 70.000 euro di multa. La richiesta era stata di 19 punti, è stato quindi applicato un piccolo sconto, come a tutte le società coinvolte (l'Albinoleffe ne ha avuto 15 sui 27 richiesti).
E sulla pena inflitta al Piacenza (di quelle toccate ai singoli riferiamo più sotto) c'è molto da dire. Il tribunale ha condannato alla pena (come si legge fra le 80 pagine del dispositivo) il "Piacenza Football Club Spa", cioè la società fallita il 22 marzo. Nelle stesse pagine, quando si riferisce delle posizioni difensive, si parla di "Fallimento Piacenza Calcio". I soggetti sono diversi, ma la pena è stata inflitta ugualmente, alla Ponzio Pilato. Resta pienamente valida la tesi che non si può comminare la pena a un soggetto per colpe altrui, ma non si è entrati nel merito.
La cosa ha avuto importanza rilevantissima fino alle 14, quando sembrava che si fosse aperta una schiarita decisiva per la salvezza della società: illusione crollata nel giro di un'ora e mezzo. La scadenza dell'esercizio provvisorio, quindi, non ha portato al premio che i curatori fallimentari Montanari e Spezia e Massimo Garibaldi, tesoriere dell'Associazione Salva Piace, avrebbero meritato. Una mattinata di incontri per incassare il no dei fratelli Stefano e Marco Gatti, poi la corsa alla Lpr per incontrare il titolare, Luciano Arici. Il quale sembrava, nonostante la pesante penalizzazione, interessato a entrare nella compagine composta fin lì da Guido Molinaroli e Massimo Garibaldi. Poi, la quota d'ingresso si è improvvisamente abbassata e la già programmata corsa dal notaio è rientrata. Tutto finito, stavolta per davvero, stavolta per sempre.
Anzi, no. La serata ha portato nuova linfa vitale: la prima assemblea dell'Associazione Salva Piace, presieduta da massimo Garibaldi, ha visto la partecipazione di una sessantina di tifosi. Non che si sia deciso niente di fondamentale, ma si è parlato di futuro. C'erano Roberto Reggi, presidente dell'associazione, tifosi storici come Gaetano Riggio, Giancarlo Piva, Luciano Taranti, una folta rappresentanza di ultras, ex-biancorossi come Alberto Galandini e Gabriele Gualazzini, l'assessore alla provincia Maurizio Parma. E tanti tifosi, compresi i ragazzi che avevano tentato due anni fa di lanciare l'azionariato popolare. Ci sono commenti un po' su tutti: Inzaghi, ad esempio, che non ha partecipato al salvataggio, ma anche Stefano Garilli che si è defilato. «Quando c'era bisogno, Buffon ha comprato la Carrarese... », dicono. Ma questo è il passato.
Garibaldi, Reggi, Galandini e gli altri, danno vita a una discussione fitta, presente anche il curatore Franco Spezia, che oggi potrà finalmente andare dal barbiere. Reggi: «E' una sconfitta per la città, noi ci teniamo un po' di orgoglio per avere provato a salvare la squadra fino all'ultimo». Già, ma il domani come sarà? Si procede all'elezione del nuovo consiglio direttivo dell'associazione, che ha già le idee chiare. Primo passo: acquisire formalmente marchio e trofei del Piacenza Calcio. Garibaldi: «Abbiamo fatto un'offerta all'asta di 30.000 euro, in cassa ce ne sono 20.000: troveremo presto quello che manca, venerdì il marchio sarà nostro e sarà al riparo da qualunque speculazione». Già, ma cosa farne del marchio? Due le ipotesi: acquisire il titolo di una società già esistente di Eccellenza (gli ultras propongono il San Nicolò Marsaglia di Rizzo, presente) o dare vita a una società completamente nuova. Subito o fra un anno. Ne parlerà il Consiglio nella prima riunione, fissata per lunedì 2 luglio alle 18.30 nella sede di Libertà. Ci saranno: Roberto Reggi (presidente onorario), Massimo Garibaldi (tesoriere) e i consiglieri: chi scrive, Alberto Galandini, Giancarlo Piva, Luca Zandonella, Federico Zucca, Antonio Castaldi, Francesco Tiramani, Marco Bertoli e Davide Battistotti.

Paolo Gentilotti
libertà / piacenzacalcio.net
 
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Addio Piacenza Football Club 1919: noi ti ricordiamo così
Gullit, Davids, Mancini. Boban, Savicevic, Weah. Shevchenko, Veron, Karembeu. Bergkamp, Hassler, Vialli. Paulo Sousa, Zidane, Del Piero. Jugovic, Boksic, Gascoigne. Ronaldo, Totti, Cassano. Baggio, Crespo, Roberto Carlos. Batistuta, Edmundo, Rui Costa. Nedved, Seedorf, Emerson. Vieira, Desailly, Maldini. Baresi, Zola, Buffon. Thuram, Pirlo, Guardiola. Inzaghi, Trezeguet e Cafù.
Non siamo impazziti. Questi sono solo alcuni dei grandissimi campioni che hanno scritto la storia dello sport più bello del mondo e che sono passati - chi fugacemente, chi ripetutamente, chi al top della forma - davanti agli occhi dei tifosi del Piacenza FBC 1919 negli ultimi venti anni.
Scorrendo questa lista l'unica cosa che ci viene da dire, con una lacrima che ci solca il viso è: grazie Piace per tutto quello che ci hai dato nella tua storia. Grazie per averci fatto ammirare la crema del calcio mondiale. Palloni d'oro, da Ronaldo a Zidane, da Nedved a Baggio. Futuri fuoriclasse, da Shevchenko a Seedorf. Grandissimi campioni, da Gullit a Del Piero. Grazie Piace per averci fatto vivere otto anni nell'elite del calcio europeo perché sì, è bene ricordare, che quando i biancorossi giocavano in serie A le squadre italiane in quel periodo arrivavano - tra Sampdoria, Milan e Juventus - da sette finali di Champions League consecutive. E' sempre troppo facile (e tipicamente piacentino) infilare il dito nella piaga con invidiosi commenti: "era ora", "era cadavere da tempo", "società malata di uno sport malato". Noi di sportpiacenza ti diciamo grazie, perché per anni hai portato davanti agli occhi dei calciofili il meglio che c'era in circolazione.
Adesso potremmo partire con la classica e interminabile carrellata di ricordi, ma non lo faremo. Tifosi vecchi e giovani, ultras storici e nuove leve, semplici appassionati biancorossi: tutti conoscono la storia del nostro Piace fatta di decine e decine di campionati di serie C e qualcuno di serie B. Poi c'è stato il viaggio nel mondo dei grandi, iniziato in un caldo pomeriggio del giugno 1993 a Cosenza. Da lì in poi ci sono stati altri dieci anni in cui sono state scritte le pagine più belle del nostro club. La Fiorentina capolista di Trapattoni che si presenta allo stadio Garilli armata fino ai denti con Rui Costa, Edmundo e Batistuta. Dopo 90' riprende il pullman in direzione Firenze devastata da uno scintillante 4 a 2. Le invasioni a Cremona per il derby. Le coreografie della Legione. La rovesciata di Luiso che fissa il 3 a 2 sul Milan e il seguente esonero di Oscar Washington Tabarez. Lo spareggio vinto di Napoli contro il Cagliari. La Macarena dopo i gol. E poi quell'etichetta autarchica, tanto semplice quanto unica in un mondo ormai dominato dalla multinazionalità: "il Piacenza tutto italiano". Grazie Piace per tutto quello che ci hai dato e che, per colpa di una scellerata gestione societaria accoppiata al calcioscommesse, non ci potrai più dare.
Tre aste sono andate deserte. Nessuno ti ha voluto. I proclami si sono svuotati. Troppi imprenditori o vip della città ti hanno dimostrato finto amore, promettendo perfino cose che non hanno mantenuto. Dove sono gli imprenditori del "se c'è bisogno una mano io ci sono"? Al momento di fare i fatti sono spariti. E' stato costituito un comitato Salva Piace al quale hanno partecipato solo i veri, semplici tifosi. La Piacenza bene, dopo aver sfruttato l'immagine del Piace, ti ha voltato vergognosamente le spalle. Fare nomi diventa quasi fastidioso ma tutti i nostri lettori sanno la verità e conoscono i nomi di chi "avrebbe voluto ma alla fine ha scelto di non volere". Addio Piace. Questa volta non c'è la voglia di scrivere oltre. C'è solo tristezza per aver perso la società che ci rappresentava nello sport più importante d'Italia (9 miliardi di euro l'indotto del mondo del calcio pari a 5.7 del Pil). Qualunque cosa verrà in futuro potrà assomigliarti molto ma, nel profondo del nostro cuore, sapremo che non sarai più tu. Questo ci uccide e di conseguenza non può renderci più forti.

Giacomo Spotti
piacenzacalcio.net
 
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view post Posted on 20/6/2012, 05:51
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LA SOCIETA' E' FALLITA
Cade un'altra stella addio alla Triestina

AL PEGGIO non cè mai fine: la centenaria Triestina è arrivata al capolinea di una gloriosa storia calcistica. Ieri è fallita dopo tre retrocessioni di fila. E andata deserta anche l'ultima asta al tribunale di Trieste per eventuali compratori. Al curatore Turazza e al giudice Sansone non è rimasto altro da fare che dichiarare chiuso l'esercizio provvisorio, aperto tre mesi fa per consentire di portare a termine il campionato. Fallimento ordinario, quindi, senza attività di impresa e con i tesseramenti dichiarati non più validi. Il marchio potrebbe venire rilevato, per ripartire dai Dilettanti, si parla dell'Eccellenza. Il disinteresse del mondo imprenditoriale del Venezia Giulia per la Triestina è stato totale. Il 2° posto in A del 48 alle spalle del Grande Torino, con Rocco in panchina tra i risultati di spicco. L'ultimo colpo di coda la serie A sfiorata con la presidenza di Amilcare Berti. Poi il buio con le gestioni da dimenticare, quella fallimentare di Flaviano Tonellotto, di Stefano Fantinel e di Sergio Aletti, che hanno portato a un buco di bilancio sui 5 milioni di euro.
DEFERIMENTI Intanto il Procuratore Federale ha deferito alla Commissione Disciplinare: Neapolis Mugnano, Prato, Pro Patria, Spal, Sorrento e Sambonifacese per responsabilità diretta per una serie di violazioni relative ai criteri Infrastrutturali e al Sistema delle Licenze Nazionali.

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Edited by Zeman! - 20/6/2012, 07:39
 
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empoliga
view post Posted on 20/6/2012, 08:32




Io vorrei capire la situazione della Legapro..
in caso di 66 squadre, 3 gironi da 22, in caso, probabile, di 68-70 squadre, visto che 2 sono già sparite dalla 2a, altre 4 sono destinate a seguirle, forse 1,2 sole dalla 1a divisione, cosa faranno, 1 girone da 17 e uno da 18 per la prima e 1 da 16 e 1 da 17 per la seconda? Almeno facciamoli pari..
Poi mi immagino in seconda, 16 squadre, 3 promozioni, 4 retrocessioni con Playoff e Playout , in pratica tutte le squadre saranno in lizza per qualcosa fino all'ultima giornata..

nell'altra ipotesi, con 22 squadre, solo 4 promozioni, mettici i playoff e sono 3-4 squadre coinvolte per girone, con 6 invischiate nella lotta per non retrocedere.. quante partite inutili, che gruppone centrale che si formerà..
 
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view post Posted on 20/6/2012, 09:04
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CITAZIONE (empoliga @ 20/6/2012, 09:32) 
Io vorrei capire la situazione della Legapro..
in caso di 66 squadre, 3 gironi da 22, in caso, probabile, di 68-70 squadre, visto che 2 sono già sparite dalla 2a, altre 4 sono destinate a seguirle, forse 1,2 sole dalla 1a divisione, cosa faranno, 1 girone da 17 e uno da 18 per la prima e 1 da 16 e 1 da 17 per la seconda? Almeno facciamoli pari..
Poi mi immagino in seconda, 16 squadre, 3 promozioni, 4 retrocessioni con Playoff e Playout , in pratica tutte le squadre saranno in lizza per qualcosa fino all'ultima giornata..

nell'altra ipotesi, con 22 squadre, solo 4 promozioni, mettici i playoff e sono 3-4 squadre coinvolte per girone, con 6 invischiate nella lotta per non retrocedere.. quante partite inutili, che gruppone centrale che si formerà..

così sulla carta non mi convincono nessuna delle due soluzioni che paventi...
la riforma dei campionati deve essere più organica.

devono avere i coraggio di fare un passo indietro anche in serie A, tre retrocessioni dalla A son poche per me su 20 squadre, numero giusto per 18 squadre...ma con 20 ne devono scendere 4
la serie b a 22 squadre con play off/out è un campionato troppo lungo, dove alla fine la condizione fisica del momento può far la differenza in modo troppo marcato.
per me devono tornare alle 20 squadre, 4 promozioni, 4 retrocessioni...anche senza i play....
poi la legapro prima divisione due gironi a 18 squadre, 16 se non ci si fa, 2 promozioni a girone, 2 retrocessioni a girone, con play off/out
la seconda divisione due gironi da 18 squadre, 16 se non ci si fa, 2 promozioni a girone, 2 retrocessioni a girone, con play off/out
poi la serie d in 6 gironi da 18 con playoff/out

in seconda divisione darei la possibilità (se manca il numero sufficiente) ad iscrivere le delle squadre nazionali "primavera"
ne senso una squadra per girone, (fuori classifica,ma con remunerazione da parte della lega ai giocatori in base ai punti fatti) è affidata ad un tecnico federare che convoca al massimo 1-2 giocatori per squadra primavera o berretti, (magari con il vincolo che non può essere fatta la stessa convocazione di seguito, per non penalizzare le varie primavere) e si allenano insieme e giocano insieme per una settimana, ...un modo per far crescere anche i giovani azzurri...iniziare a creare un po' di aspettative e ribalta mediatica alle nazionali under...far fare partite vere....ecc.
non è semplice...non è facile...ma ci si può pensare...
tutte le primavere possono far a meno di un giocatore o due...
 
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Gigi Cagni su fallimento Piacenza e Calcioscommesse
RadioCalciomercato.it ha intervistato l'ex tecnico dei biancorossi

Alessandro Santandrea
FALLIMENTO PIACENZA ESCLUSIVO CAGNI / ROMA - Il Piacenza Calcio è fallito. L'ufficialità della notizia, nell'aria già da tempo, è arrivata questo pomeriggio. Per commentare la notizia, RadioCalciomercato.it ha intervistato Luigi Cagni, ex tecnico dei biancorossi.
FALLIMENTO PIACENZA - "Mi viene in mente il giorno che mi ha chiamato Giampiero Marchetti, quando in due minuti ci siamo accordati. Il giorno successivo sono arrivato in sede e ho incontrato l'ingegner Garilli. Lì è nato qualcosa di particolare: delle persone diverse che si sono integrate benissimo e hanno fatto sì che da lì il Piacenza facesse risultati importanti. La notizia del fallimento fa male, il sistema calcio non può funzionare così. Non è colpa solo di chi ha guidato il Piacenza in questi ultimi anni, non è possibile che ci siano ancora campionati che partono con penalizzazioni pesanti perché le squadre non pagano gli stipendi".
GIOCATORI STORICI - "Turrini, Moretti, Papais, Inzaghi: non li dimenticherò mai. Quando son tornato la società era diversa: Fabrizio Garilli non è mai stato appassionato, era subentrato l'ingegner Riccardi non aveva mai fatto calcio. Molto spesso non si capisce questo aspetto: gestire una società di calcio è diverso dall'essere a capo di una società come un'altra. Non si può pensare di avere la presunzione di entrare in un mondo nel calcio senza le giuste competenze".
CALCIOSCOMMESSE - "Ricevetti una telefonata di un mio ex compagno. Mi telefonò e mi chiese se fossi disposto a vendere una partita. Lo mandai a quel paese, quella telefonata fu utilizzata per punire me per omessa denuncia. Ora posso dire che si dovrebbe avere sempre il coraggio di denunciare questo genere di situazioni. Nel calcio gira della gente che non dovrebbe esserci: se uno va a vedere le pene che si stanno dando ci rendiamo conto che è tutto ridicolo. Dare 20 mesi a un giocatore solo perché ha patteggiato la pena, è assolutamente incomprensibile".
ANCORA SUL FALLIMENTO - "La cosa strana è che ci sono squadre che non pagano gli stipendi e a gennaio fanno il mercato. Non è normale e non è giusto per chi cerca di fare le cose per bene. Ci si dovrebbe fermare un po' tutti e valutare se è il caso di fare qualche passo indietro. Ma non bastano più le parole, se vogliamo bene al calcio dobbiamo agire".
NAZIONALE - "Prandelli ha dovuto organizzare tre partite in condizioni complicate: lo ha fatto bene nelle prime due partite. Nella partita contro l'Irlanda mi è piaciuta meno ma in ogni caso ha ottenuto l'obiettivo che si cercava. Chiaro che giocare ogni quattro giorni è difficile, non a caso uno dei migliori è stato Cassano che durante questa stagione ha giocato poco".
UCRAINA, FRANCIA O INGHILTERRA? - "Dopo quello che abbiamo fatto con la Spagna, possiamo giocare contro chiunque. Staremo a vedere".
FUTURO - "Adesso sono a casa, non ho ancora smaltito la retrocessione. Ci sono stati degli errori gravi, nel calcio negli ultimi 10-15 anni c'è pochezza dei dirigenti. Si arriva troppo in fretta ad alti livelli, chi deve prendere le decisioni non è all'altezza delle stesse. Non è possibile che si cambi allenatore alla prima difficoltà, vuol dire che le scelte iniziali non sono state ponderate. Si pretende di vedere bel calcio, ma poi si va a guardare solo il risultato...".

calciomercato.it
 
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empoliga
view post Posted on 20/6/2012, 09:36




CITAZIONE (Zeman! @ 20/6/2012, 10:04) 
CITAZIONE (empoliga @ 20/6/2012, 09:32) 
Io vorrei capire la situazione della Legapro..
in caso di 66 squadre, 3 gironi da 22, in caso, probabile, di 68-70 squadre, visto che 2 sono già sparite dalla 2a, altre 4 sono destinate a seguirle, forse 1,2 sole dalla 1a divisione, cosa faranno, 1 girone da 17 e uno da 18 per la prima e 1 da 16 e 1 da 17 per la seconda? Almeno facciamoli pari..
Poi mi immagino in seconda, 16 squadre, 3 promozioni, 4 retrocessioni con Playoff e Playout , in pratica tutte le squadre saranno in lizza per qualcosa fino all'ultima giornata..

nell'altra ipotesi, con 22 squadre, solo 4 promozioni, mettici i playoff e sono 3-4 squadre coinvolte per girone, con 6 invischiate nella lotta per non retrocedere.. quante partite inutili, che gruppone centrale che si formerà..

così sulla carta non mi convincono nessuna delle due soluzioni che paventi...
la riforma dei campionati deve essere più organica.

devono avere i coraggio di fare un passo indietro anche in serie A, tre retrocessioni dalla A son poche per me su 20 squadre, numero giusto per 18 squadre...ma con 20 ne devono scendere 4
la serie b a 22 squadre con play off/out è un campionato troppo lungo, dove alla fine la condizione fisica del momento può far la differenza in modo troppo marcato.
per me devono tornare alle 20 squadre, 4 promozioni, 4 retrocessioni...anche senza i play....
poi la legapro prima divisione due gironi a 18 squadre, 16 se non ci si fa, 2 promozioni a girone, 2 retrocessioni a girone, con play off/out
la seconda divisione due gironi da 18 squadre, 16 se non ci si fa, 2 promozioni a girone, 2 retrocessioni a girone, con play off/out
poi la serie d in 6 gironi da 18 con playoff/out

in seconda divisione darei la possibilità (se manca il numero sufficiente) ad iscrivere le delle squadre nazionali "primavera"
ne senso una squadra per girone, (fuori classifica,ma con remunerazione da parte della lega ai giocatori in base ai punti fatti) è affidata ad un tecnico federare che convoca al massimo 1-2 giocatori per squadra primavera o berretti, (magari con il vincolo che non può essere fatta la stessa convocazione di seguito, per non penalizzare le varie primavere) e si allenano insieme e giocano insieme per una settimana, ...un modo per far crescere anche i giovani azzurri...iniziare a creare un po' di aspettative e ribalta mediatica alle nazionali under...far fare partite vere....ecc.
non è semplice...non è facile...ma ci si può pensare...
tutte le primavere possono far a meno di un giocatore o due...

Per me qualsiasi campionato dovrebbe disputarsi con le 18 squadre e una coda di Playoff e Playout.
Quindi anche le varie serie di legapro io le penso così.
Il tentativo di fare 3 gironi secondo me non ha senso a prescindere, con solo 2 retrocessioni e 1 promozione e 1/3 o fai un campionato a 16 altrimenti il turnover è troppo basso ed è anche difficilissimo salire, il campionato è troppo poco incerto.
A e B a 20(meglio sarebbe 18), 2 divisioni di legapro con gironi da 18. Il calcio italiano secondo me un centinaio di club professionistici ce la fa a sostenerli.
 
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view post Posted on 20/6/2012, 15:58
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non amo i play off...il campionato è un torneo di regolarità, continuità...di dimostra questo deve essere premiato...i play off sono partite particolari, che possono essere decise da un episodio, dove può essere premiato oltre misura il colpo estemporaneo di un giocatore...
per tenere vivo il campionato basta aumentare il numero delle squadre che salgono e scendono...ricordi la vecchia b a 18 squadre con 4 promozioni e 4 retrocessioni?
non si vedevamo molte partite senza stimoli...certo era un altro calcio...ma per me bisogna tornare a quel calcio.
 
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view post Posted on 20/6/2012, 18:50




CITAZIONE (Zeman! @ 20/6/2012, 16:58) 
non amo i play off...il campionato è un torneo di regolarità, continuità...di dimostra questo deve essere premiato...i play off sono partite particolari, che possono essere decise da un episodio, dove può essere premiato oltre misura il colpo estemporaneo di un giocatore...
per tenere vivo il campionato basta aumentare il numero delle squadre che salgono e scendono...ricordi la vecchia b a 18 squadre con 4 promozioni e 4 retrocessioni?
non si vedevamo molte partite senza stimoli...certo era un altro calcio...ma per me bisogna tornare a quel calcio.

No Zeman, la vecchia B a 18 proprio non me la ricordo.. :bandiera-bianca:
 
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view post Posted on 20/6/2012, 23:15

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Zeman era a 20 squadre con 4 promozioni e 4 retrocessioni, almeno dai primi anni 80 è stato cosi, ma hai ragione, è meglio con un ricambio maggiore, invece sono sempre a levare, un po' per ragioni economiche perchè per chi retrocede è una legnata economica, e un po' perchè le grandi di A vogliono poca bagare, poca bagarre significa per loro piu' punti fatti e meno fatica durante l'anno, cosu per dedicarsi meglio alla champions.
 
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CITAZIONE (micio/max73 @ 21/6/2012, 00:15) 
Zeman era a 20 squadre con 4 promozioni e 4 retrocessioni, almeno dai primi anni 80 è stato cosi, ma hai ragione, è meglio con un ricambio maggiore, invece sono sempre a levare, un po' per ragioni economiche perchè per chi retrocede è una legnata economica, e un po' perchè le grandi di A vogliono poca bagare, poca bagarre significa per loro piu' punti fatti e meno fatica durante l'anno, cosu per dedicarsi meglio alla champions.

verissimo, 20 squadre...e concordo sul resto...
 
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