Il Forum dei Tifosi dell'Empoli F.C.

La serie A, Calcio internazione, Calcio in genere., Stagione 2013/14

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view post Posted on 14/6/2013, 07:54
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Addio al calcio dei campanili, nasce la prima franchigia italiana: il Sassuolo
giovedì 13 giugno 2013 18:15 di Stefano Ferrari
Con il trasferimento a Reggio Emilia, per la prima volta in Italia prende corpo l'idea di squadra senza fissa dimora. Come negli Usa conta il brand e non la tifoseria. Siamo pronti a tutto ciò?
SASSUOLO (Modena) – Fino al 1961, i Los Angeles Lakers, cioè la più celebre squadra del basket americano, giocavano a Minneapolis, in Minnesota. Lì hanno vinto i loro primi cinque “Anelli” NBA, lì è nata la loro storia. Poi, dato che perdettero le ultime cinque finali consecutive ed intorno a loro era nato un clima ostile, con l'aggiunta che in California avrebbero trovato un maggiore appeal commerciale, attraverso il loro manager Bob Short decisero di trasferirsi in riva all'Oceano Pacifico. In tutto, il trasloco fu di 2.452 chilometri in linea d'aria. Da Modena a Reggio Emilia, la trasferta è breve, venti minuti se non c'è traffico: quindi, la scelta del Sassuolo è sicuramente più indolore di quello che non fece 52 anni fa la franchigia gialla e viola. Ma l'idea che sta emergendo è la stessa: nasce, con il Sassuolo, la prima franchigia sportiva italiana, staccata dal proprio territorio. Si esce per la prima volta nel nostro Paese, dall'aspetto territoriale, quello che unisce e separa la gente. Nasce una realtà che, trasformandosi da Sassuolo-centrica a Milano-centrica, oggi potrebbe essere ovunque: a Modena, a Reggio, ma anche a Pordenone o Isernia. Dove vuole la Mapei. Gli esempi qui si sprecano per scolpire il concetto. La scelta di aspettare tanto tempo per rendere pubblico quello che praticamente ormai tutti sanno, cioè che il Sassuolo giocherà i suoi prossimi due campionati a Reggio Emilia, questa lunga attesa, è l'atteggiamento tipico della managerialità imprenditoriale. Che per definizione, guarda solo al profitto e non al cuore. Dei tifosi, in fondo, se ne frega. Abbiamo in questi anni, apprezzato il Sassuolo: gli abbiamo voluto anche bene, quando ha giocato da grande in C2, quando ha vinto la serie C1 dopo averla buttata via, quando ha scoperto talenti, quando ha entusiasmato in B. L'idea, fantastica, superava quella della favola Chievo: una squadra di provincia, ma di provincia sul serio, che costruisce una storia bellissima e che da anni si affida sempre alle stesse persone, vivendo un calcio genuino, sbarazzino, senza fronzoli. Tutti si chiamavano per nome, tutti si conoscevano. Un calcio che sarebbe piaciuto a Gioaninbrerafucarlo, un calcio d'altri tempi. Un Empoli più giovane, un Chievo più bello. Cosa resterà di tutto questo? Oggi che, interpretiamo ma non ci staccheremo dalla realtà più di tanto, la maggior parte delle maestranze verranno messe in discussione, oggi che “chi faceva adesso guarda”, chi decideva oggi aspetta le decisioni, chi lavorava con amore oggi comincia a rimpiangere qualcosa di diverso, questo Sassuolo comincia a piacerci meno. Il calcio ha i suoi campanili, a Modena si è arrivati allo scontro fra opinione pubblica per quello. Quello che si prospetta è una realtà sportiva che dimentichi i campanili, che sceglie la tribuna dell'ex Giglio perché si possono ricavare i box per i clienti, che cambia casa ad ogni richiesta, che non ha fissa dimora. Il tifoso del Sassuolo che si è innamorato della propria squadra verrà messo a dura prova. A ben pensare però, stiamo criticando quello che in Italia potrebbe essere il futuro, quelo che in altre realtà è già il presente: a noi magari piaceva San Siro scoperto o Sandro Ciotti che, collegandosi, parlava della “ventilazione apprezzabile” nello stadio, ad altri interessa di più il calcio-brand dei Balotelli, dei Tevez, gente che prima si fa il nuovo taglio di capelli, poi gioca e magari prende per i fondelli i compagni come il milanista in Nazionale. Magari, stiamo criticando il calcio dei rubli, (non degli sceicchi perchè in Italia c'è il papa e non sta bene comprare delle squadre con quei soldi...), il calcio del futuro. Ecco, con Giorgio Squinzi nasce in Italia il calcio senza fissa dimora, il business che lo anticipa e lo sovrasta, il pallone a spicchi a forma di euro, entreremo nella fase gitana di lusso del nostro calcio. Con la differenza che l'Italia non è l'America.
http://sport.modenaonline.info/notizie/201...33#.Ubq9jtiBEyI
 
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empoliga
view post Posted on 14/6/2013, 08:13




Se ne parlava proprio alla cena.. Il Sassuolo è una franchigia..
 
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view post Posted on 14/6/2013, 08:28
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CITAZIONE (empoliga @ 14/6/2013, 09:13) 
Se ne parlava proprio alla cena.. Il Sassuolo è una franchigia..

siamo avanti... :bassi:
 
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view post Posted on 20/6/2013, 13:34
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Calcio, in Italia il pallone si è sgonfiato. Il gap con l’Europa è nella gestione dei bilanci
Il modello da seguire è quello tedesco, con il Bayern Monaco esempio virtuoso nel panorama continentale. Impietoso il confronto con l'Inter, ultima trionfatrice made in Italy in Champions League. Ma è tutto il sistema che scricchi
ola
di Lorenzo Vendemiale | 19 giugno 2013
Calcio, in Italia il pallone si è sgonfiato. Il gap con l’Europa è nella gestione dei bilanci
Quello italiano non è più il campionato più bello del mondo. E la crisi che vediamo sul campo nasce da lontano: dai bilanci societari dei nostri club. Lo dimostra il confronto con la Bundesliga, il torneo del momento: in Germania cresce la qualità del gioco e anche il fatturato (per la prima volta sopra 2 miliardi di euro). Soprattutto, però, 14 squadre su 18 della massima divisione tedesca hanno chiuso la stagione in attivo. Modello dei modelli, se ce n’è uno, è il Bayern Monaco campione d’Europa, che chiude il bilancio in positivo da 20 anni di fila. E questo senza dipendere da nessuno, dal momento che l’80 per cento della società è detenuta da un’associazione di circa 190mila soci.
Stadio, marketing e merchandising: il Bayern Monaco è il modello da seguire
La filosofia del Bayern è non spendere più di quanto si incassa: ma se le entrate sfiorano i 400 milioni di euro annui non è difficile attenersi a questa regola. Loro sanno come guadagnare con il calcio: non solo diritti tv (37 milioni all’anno), ma anche marketing e merchandising spregiudicati (rispettivamente 82 e 57 milioni annui di ricavi), che non si limitano alla vendita delle divise ufficiali, ma griffano col marchio FC Bayern München praticamente qualsiasi cosa, dai sottobicchieri ai libretti bancari. E poi, ovviamente, c’è lo stadio di proprietà, sempre esaurito nelle ultime tre stagioni (e anche nella prossima, già venduti tutti i biglietti del campionato 2013/2014): l’Allianz Arena è costata 350 milioni di euro, è ultramoderna, ha una capienza di 70mila spettatori e garantisce ricavi per 130 milioni l’anno. Così, per i bavaresi spendere 40-50 milioni per un giocatore non è una follia: semplicemente, se lo possono permettere. Altro esempio di gestione modello è il Borussia Dortmund, che proprio col Bayern ha dato vita al derby tedesco nell’ultima finale di Champions League.
Anche fuori dai confini tedeschi le eccellenze non mancano. Sulle stesse cifre del Bayern (e anche superiori) viaggiano Real Madrid, Barcellona, Manchester United e Chelsea. I segreti sono i soliti: diritti tv, soprattutto incassi da gara e da commerciale. Il Barcellona, in particolare, oltre ad un fatturato da quasi 500 milioni annui, vanta la particolarità di una Cantera che educa i giovani talenti con la filosofia di gioco e di vita catalana. E ritrovarsi in casa a costo zero campioni come Xavi, Iniesta o il quattro volte pallone d’oro Leo Messi, fa la differenza.
L’immobilismo italiano: il Medioevo del pallone nel Belpaese
Il calcio migliore, adesso, si gioca altrove. Mentre il tracollo italiano è il frutto di un decennio di immobilismo. Tutt’oggi, nel pieno della crisi, le società che non producono un calcio sostenibile sono molte. Basti pensare alla Roma, che solo da quando sono arrivati gli americani ha bruciato circa 100 milioni senza raggiungere neppure una qualificazione in Europa League. Ma è il trend dell’intero campionato ad essere negativo: il nostro calcio non genera i livelli di fatturato che si raggiungono all’estero. Questo dipende soprattutto dall’incapacità di diversificare le entrate: la principale fonte di guadagno dei club italiani restano i diritti tv (45% in media), mentre nel modello Bayern Monaco incidono appena per l’11%. Altro nodo è l’eccessivo sbilanciamento nel rapporto tra costo del personale e fatturato: per il Bayern si attesta intorno al 45%, il Fair-play finanziario stabilisce un massimo del 70%. Secondo l’ultimo rapporto sul calcio europeo dell’agenzia Deloitte, invece, la media della Serie A è del 75%, contro il 51% della Bundesliga, il 60% della Liga e il 70% della Premier League. E, stando agli ultimi bilanci disponibili, il problema riguarda grandi e piccoli club in maniera indiscriminata: la già citata Roma e la Fiorentina (entrambe oltre l’80%), come anche le retrocesse Siena e Pescara, o il Torino e la Sampdoria (quest’ultima addirittura intorno al 150%), tanto per fare degli esempi.
La spending review non basta: il caso Inter
Ma il caso più eclatante di cattiva gestione, probabilmente, è quello dell’Inter, precipitata in pochi anni dai fasti del Triplete al nono posto della stagione appena conclusa. Alcune scelte sbagliate hanno portato la squadra a perdere enormemente terreno sul campo, senza peraltro riuscire a mettere a posto il bilancio. L’Inter era uno dei club più afflitti dal problema degli stipendi sovradimensionati, e su questo ha deciso di intervenire in maniera drastica, con la cessione dei giocatori più pagati (tra cui Eto’o e Maicon, Sneijder e Julio Cesar). Tagliare, però, non risolve il problema, come si evince dai risultati di bilancio degli ultimi anni. Il 2010 si era chiuso con un passivo di ‘soli’ 69 milioni di euro: una cifra frutto del geniale scambio Eto’o – Ibrahimovic (che portò all’Inter 45 milioni di euro), ma anche dei grandi introiti ricavati dalla vittoria in Champions League (circa 40 milioni). Da allora i dati non sono migliorati di molto: -86,8 milioni nel 2011, – 77 milioni nel 2012, per il 2013 si prevede un passivo inferiore ma ancora pesante.
Vendendo (e a volte svendendo) i giocatori dagli ingaggi più pesanti l’Inter ha raggiunto l’obiettivo di abbattere il monte stipendi (a giugno 2012 era sceso a 165 milioni, nel 2013 calerà ulteriormente), ma senza un progetto tecnico credibile, e con investimenti sbagliati, ha perso competitività. E questo ha portato al calo del fatturato, dovuto al venir meno di una serie di introiti connessi ai risultati sportivi (la mancata qualificazione alla Champions per due anni di fila vale da sola decine di milioni di euro) che ha vanificato i sacrifici fatti. Risultato: la cassa continua a piangere e la squadra è sprofondata in classifica. Così il risanamento voluto dal presidente Moratti si è trasformato in un ridimensionamento. La strada per un calcio virtuoso è lunga e difficile. Il caso dell’Inter lo dimostra.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/19...-bilanci/629373
 
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view post Posted on 29/7/2013, 06:07
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view post Posted on 15/8/2013, 06:44
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Gervo47
view post Posted on 13/1/2014, 23:09




Certo che a vedere quel che sta succedendo a Livorno viene ancora più rimpianto per come è andata quella finale play-off. Ma può un presidente parlare già a Gennaio della prossima stagione in serie B?!?
 
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view post Posted on 14/1/2014, 06:55
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CITAZIONE (Gervo47 @ 13/1/2014, 23:09) 
Certo che a vedere quel che sta succedendo a Livorno viene ancora più rimpianto per come è andata quella finale play-off. Ma può un presidente parlare già a Gennaio della prossima stagione in serie B?!?

immagino che se fossimo saliti noi, anche noi saremmo in quelle posizioni di classifica, il divario tra la a e la b è cresciuto nel tempo, la differenza tecnica e fisica è sempre più grande...se noi magari sul piano tecnico non siamo messi male...sul piano fisico ci asfaltano in ogni zona del campo....

però mi piacerebbe essere in serie A a lottare per la salvezza...che in serie B a lottare per la promozione...
 
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Gervo47
view post Posted on 14/1/2014, 13:53




CITAZIONE (Zeman! @ 14/1/2014, 06:55) 
CITAZIONE (Gervo47 @ 13/1/2014, 23:09) 
Certo che a vedere quel che sta succedendo a Livorno viene ancora più rimpianto per come è andata quella finale play-off. Ma può un presidente parlare già a Gennaio della prossima stagione in serie B?!?

immagino che se fossimo saliti noi, anche noi saremmo in quelle posizioni di classifica, il divario tra la a e la b è cresciuto nel tempo, la differenza tecnica e fisica è sempre più grande...se noi magari sul piano tecnico non siamo messi male...sul piano fisico ci asfaltano in ogni zona del campo....

però mi piacerebbe essere in serie A a lottare per la salvezza...che in serie B a lottare per la promozione...

Vero sarebbe stato difficile anche per noi, forse anche di più. Ma non ce lo vedo Corsi nella situazione di classifica in cui è il Livorno a parlare già di serie B. Sono comunque a 4 punti dalla salvezza non mi sembra ancora una situazione irrecuperabile, un'uscita del genere demotiva l'ambiente.
Comunque speriamo di aver presto la controprova...
 
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view post Posted on 14/1/2014, 14:37
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ricordo che durante la conferenza stampa di presentazione Orrico dichiarò: " sono qui per gestire una onorevole retrocessione"
il presidente non era alla maldive....ma presente....quindi...
 
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Gervo47
view post Posted on 14/1/2014, 19:32




Allora sbagliò anche Corsi. Non ricordavo la conferenza. Anche se quell'anno dopo la partita a Venezia (ah che dolore...) non ci avrebbe salvato neanche un motivatore alla Mourinho
 
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view post Posted on 14/1/2014, 20:17
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CITAZIONE (Gervo47 @ 14/1/2014, 19:32) 
Allora sbagliò anche Corsi. Non ricordavo la conferenza. Anche se quell'anno dopo la partita a Venezia (ah che dolore...) non ci avrebbe salvato neanche un motivatore alla Mourinho

vero...ma dirlo...insomma...la speranza e convinzione ci devono essere sino a che la matematica non le ammazza.
 
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empoliga
view post Posted on 29/5/2014, 08:32




Finale Champions.. gol dell'atletico, commento della sala... Bassi l'è più bono.. quel gol non l'avrebbe mai preso.. Non esce mai.. la palla gli arriva in bocca .. vendiamolo al Real..
 
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12 replies since 14/6/2013, 07:54   232 views
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