| I grandi nodi del pallone La Nazionale non decolla I diritti tv non salgono Il rilancio così resta a metà Mancini non trova le soluzioni per l’Italia mentre è fumata nera per le televisioni MILANO Il giorno del mea culpa. La sconfitta degli azzurri contro la Spagna è per il ct Roberto Mancini una ferita aperta più di quanto non dicano prestazione e risultato in sè. Sulla possibilità di giocarsi la finale di Nations League, il tecnico puntava per ridare slancio a una nazionale nei fatti ancora depressa dalla mancata qualificazione ai Mondiali, ora invece un giorno di scarico fatica e domani già si deve pensare all’Olanda, a Enschede nella finalina di consolazione. La testa, a dire il vero, è piuttosto alle qualificazioni europee, che per le quattro impegnate nelle final four della competizione Uefa slittano a settembre. Se i club in sostanza hanno fatto segnare una precisa inversione di tendenza per il nostro calcio con le tre finali europee e la Nazionale Under 20 ha dato ulteriore prova della salute ritrovata del nostro movimento, la Nazionale espressione di vertice del calcio italiano stenta a completare questo processo che ieri ha conosciuto un altro passo falso anche nella difficile partita della cessione dei diritti tv. Nell’assemblea svoltasi ieri, sono state aperte le buste relative alle prime offerte: tre i broadcaster in corsa, ovvero Sky Sport, Dazn e Mediaset, spinta dalla possibilità di trasmettere una partita in chiaro. Il grande assente è stato Amazon, dopo la trasmissione della Champions League per il triennio 2021-24 il colosso statunitense ha deciso di tirarsi indietro, così come la Rai. Ora inizierà la seconda fase del bando ‘Matrioska’, ovvero quello delle contrattazioni private.Non è escluso invece il canale della Lega Serie A, strumento che verrà valutato nel caso in cui le trattative private - al momento le prime offerte sono state rifiutate perché ritenute troppo basse -, non dovessero ottenere i risultati sperati. «Qualora tali trattative private non andassero a buon fine - prosegue la nota -, la Lega Serie A procederà, nell’assemblea del 27 giugno, all’apertura delle offerte ricevute da parte di 6 soggetti nell’ambito dell’invito a presentare proposte per la commercializzazione e distribuzione del canale Serie A, cui seguirà una fase di trattativa con gli stessi 6 soggetti. L’assemblea ha inoltre approvato, sempre all’unanimità, l’invito ad offrire per i diritti audiovisivi della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana per il triennio 2024/2027». L’obiettivo della Lega Serie A è quello di raggiungere la cifra di 1,2 miliardi di euro a stagione, aumentando di conseguenza anche la durata. la nazione
Mancini va difeso E’ il ct col più alto numero di vittorie PaoloFranciSi può discutere l’allenatore più vincente della storia della Nazionale? L’unico ad aver toccato quota 70% di vittorie nei sui 5 anni azzurri? Si può discutere un ct che ha vinto un Europeo con una squadra in gran parte inventata da lui e con più di un giocatore senza esperienza internazionale? A proposito di percentuali: Lippi ha vinto il 50% delle sue partite, Bearzot il 49, Conte il 56, Sacchi il 64. Ok, questi sono numeri, freddi numeri, perchè poi è vero che Lippi o Bearzot il Mondiale l’hanno vinto e il Mancio è tornato a casa per due maledetti rigori, uno per partita, falliti contro la Svizzera. Però, guardate quanto è viva la nostra Nazionale, pur con i suoi tragici limiti di scelta. Il nostro ct ha giusto un pugno di giocatori tra i quali pescare, poi si affida al colpo di genio, in un campionato dominato dagli stranieri. Un’occhiata alla classifica cannonieri di quest’anno per credere. Perchè poi Lippi, o Bearzot, avevano Toni, Rossi, Bettega, Del Piero, Totti, Antognoni, Tardelli, Bruno Conti, Nesta, Cannavaro, Buffon e mi fermo sennò arrivo in fondo. Il Mancio ha riportato la Nazionale ad essere competitiva attingendo anche da - lo dico con rispetto eh! - Sassuolo, Torino,|Atalanta, squadre che non hanno una grande tradizione europea. Ha lanciato ad alto livello tanti e tanti giocatori, ripensando a Sensi Barella, Kean, Gnonto, Grifo. Ha avuto il coraggio di lanciare Zaniolo quando non aveva ancora debuttato in serie A, o Tonali che giocava in B. Ha trasformato la Nazionale in una factory alla perenne ricerca del talento, con una 60ina di esordienti. Per non parlare dell’appeal. Con lui la maglia azzurra è tornata ad essere un brand che ’tira’ per la gioia del capo del marketing Figc Giovanni Valentini. Con lui, molto semplicemente, la gente è tornata a sognare. Di questi tempi, una gran cosa no?
mancini va cambiato I giocatori ora ci sono Ma lui chiama Bonucci CorradoPiffanelliRoberto Mancini ha ammesso a fine gara i propri errori nelle scelte fatte contro la Spagna. La decisione più clamorosa è stata quella di schierare Bonucci, reduce da un campionato più che insufficiente e da molti infortuni con la Juventus, solo il lontano parente del Bonucci della BBC. In difesa, è sconcertante l’esclusione della coppia Romagnoli-Casale, che ha composto la miglior difesa del campionato. Più avanti, Dimarco è un giocatore on fire che andava utilizzato subito, Jorginho ha fatto buone cose ma è un giocatore a sua volta in calo, in attacco Zaniolo è ricomparso come un fiume carsico all’improvviso e senza un perchè, visto il suo deludente campionato in Turchia, e Chiesa resta l’ombra di se stesso dopo l’infortunio. In compenso Zaccagni è stato lasciato a casa e Retegui chiamato dall’Argentina per far giocare nella seconda parte di gara Chiesa e Zaniolo. Altro che falso nueve. Ammettere gli errori è lodevole, ma commetterne così tanti e così incomprensibili rievoca le parole di don Milani, quando chiamava in causa . In altre parole, Mancini non fa apposta, ma questo ora è anche peggio.La vittoria dell’Europeo ha consegnato nelle mani del ct un salvacondotto in grado di fargli attraversare le peggiori tempeste senza danni. In pratica, da Wembley in poi i media italiani perdonano a Mancini tutto quello che ad altri ct sarebbe costato il posto. Ad iniziare dalla allucinante eliminazione dal mondiale per opera della Macedonia del Nord. Ma il giochino degli alibi comincia a scricchiolare. L’Italia non è il terzo mondo del calcio dove gli italiani non giocano e i club spariscono dalle coppe al primo turno. L’Inter in finale di Champions League aveva cinque italiani in campo. I giocatori ora ci sono: basta chiamarli e farli giocare. la nazione
per me mancini era a dare i pane ai piccioni da una panchina da tempo... anzi...sulla panchina dell'italia non ci sarebbe mai stato.
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