Stavolta i conti dell'Empoli sono in rosso Il fallimento sportivo ha provocato danni anche economicamente di David Biuzzi EMPOLI. Fallimento sportivo e non solo. Che la scorsa stagione avesse provocato dei danni lo si sapeva, ma ora arriva che la certificazione. E l'entità. Già, perché nel pomeriggio di ieri l'assemblea dei soci dell'Empoli ha discusso e approvato (all'unanimità) il bilancio del 2008/2009, quello chiuso lo scorso 30 giugno. E, dopo tanti anni di sorrisi e applausi, ecco la brutta notizia: i conti sono in rosso e il "buco" finale è di 6 milioni di euro. Non una sorpresa, dunque, ma di sicuro un dato che colpisce anche in virtù dell'attenzione quasi maniacale che la società ha sempre avuto per i conti. Le cifre del buco. A pesare, ovviamente, è stato l'abbattimento dei ricavi. «Un calo radicale - spiega l'amministratore delegato Francesco Ghelfi - visto che siamo passati dai 40 milioni del precedente esercizio ai 23 di questo. Un -17 che ha inciso in maniera determinante». Due le componenti che hanno prodotto il crollo: il mercato, vista la politica delle conferme dell'estate del 2008, e soprattutto i diritti tv. «In generale - continua Ghelfi - le perdite dell'ultimo bilancio sono più ampie del deficit finale. Quanto? Diciamo che vanno dagli 11 ai 12 milioni». E di circa 10 milioni, infatti, è la differenza degli incassi per i diritti televisi fra A e B. «L'ultimo bilancio - spiega ancora l'uomo dei conti - ha fatto registrare ricavi per 22,8 milioni e costi di 30,8. Poi ci sono stati alcuni proventi straordinari e il computo finale è stato di -6 milioni; 6,174 per essere precisi». Il monte ingaggi. Ovviamente la maggiore spesa del 2008/2009 è stata il monte ingaggi per giocatori, tecnici e staff della prima squadra. «La società ha scelto di seguire una certa strada per tentare di tornare subito in serie A - conferma il dirigente - e questo ha comportato un certo tipo di esborso. Nell'ultima stagione, cioé, la prima squadra ha inciso sui costi per 14,1 milioni. Una cifra considerevole se si considera che l'anno precedente, in serie A, il titolo era stato di 15,1. In pratica abbiamo tagliato 1 milione di spesa, mentre i ricavi si sono abbattuti per circa 17. Questo, ovviamente, è il motivo principale della perdita». Che, tuttavia, non è di 16 milioni. «E' meno ampia - rivela Ghelfi - perché in questo esercizio abbiamo potuto contare su 9 milioni di plusvalenze». Ovvero la differenza fra quanto un giocatore era costato e a quanto poi è stato rivenduto. E le cessioni di Raggi e Pratali hanno avuto un gran bel peso in questo senso. il tirreno
Il ridimensionamento funziona: Il monte-ingaggi si è dimezzato Può una squadra di serie B costare 14,1 milioni? No, almeno a star dietro al bilancio approvato ieri dall'assemblea dei soci dell'Empoli. Già, perché il buco di 6 milioni e spiccioli e figlio proprio dal costo della prima squadra - giocatori e staff - e dei mancati ricavi che però erano già messi nel conto con la retrocessione. EMPOLI. Può una squadra di serie B costare 14,1 milioni? No, almeno a star dietro al bilancio approvato ieri dall'assemblea dei soci dell'Empoli. Già, perché il buco di 6 milioni e spiccioli e figlio proprio dal costo della prima squadra - giocatori e staff - e dei mancati ricavi che però erano già messi nel conto con la retrocessione. Il ridimensionamento di questa estare, dunque, era praticamente un obbligo. Così i giocatori i contratti più alti sono stati lasciati andare (in alcuni casi a malincuore). Alla fine, però, il monte ingaggi è stato dimezzato. Per la stagione attualmente in corso, infatti, la spesa sarà di circa 7 milioni. E i risparmi arriveranno da tutte le parti: guadagnano meno i giocatori, guadagnano meno i dirigenti, costa meno lo staff tecnico. Anche perché nel bilancio 2008/2009 erano due gli allenati a libro paga: Silvio Baldini e Alberto Malesani (nella foto) che era stato preso ed esonerato nel precedente campionato di serie A. Il tetto massimo di stipendio è passato da 450mila euroa 350mila, ma sarà ulteriormente abbassato. Per il campionato 2010/2011, cioé, il monte ingaggi complessivo dovrà essere di 4, 5 milioni al massimo. Anche perché entrerà in vigore una nuova regola secondo la quale le spese dovranno non essere superiori al 60% dei ricavi. La strada dei tagli, dunque, è solo all'inizio. il tirreno
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