| Gianluca Falsini e quell'inatteso (oggi) derby veneto del... fairplay Una goccia nell’oceano, un raggio di luce che filtra nella nube di agonismo, business e doping nel quale purtroppo lo sport di alto livello da alcuni decenni è precipitato. “Sperando non sia proprio così”. Gianluca Falsini, ex terzino dell’Hellas Verona, oggi allenatore degli Allievi Nazionali del Verona dopo una buona carriera spesa anche con le maglie di Parma e Reggina, si è reso protagonista di un gesto raro nel calcio di oggi. “Giocavamo il derby con il Vicenza – racconta - e guardando la loro distinta ci siamo accorti che era stato inserito un giocatore squalificato. Il puntiglio di un mio dirigente ci ha permesso di rilevare la irregolarità e non abbiamo avuto esitazioni nel segnalarlo subito ai dirigenti del Vicenza”. Risultato? I biancorossi tolgono il ragazzo dalla distinta, ringraziano, e in campo Hellas e Vicenza pareggiano uno a uno. I gialloblù avrebbero potuto vincere “tranquillamente” a tavolino. Ma è stata scelta la via della correttezza. Un gesto naturale, per far capire anche ai propri giocatori che cos’è la mentalità sportiva. Più che fairplay, un atto di grande onestà. “Voglio precisare – continua Falsini – che la decisione è stata presa in pieno accordo con tutto il mio staff. Nessuno ha esitato, non ci sono stati dubbi. Credo che dovrebbe essere la normalità. Ma non è così. Purtroppo si inseguono modelli sbagliati. La lealtà e la correttezza vengono abbandonati. E quando si va in campo pare che ogni espediente sia consentito pur di portare a casa il risultato. Un’altra squadra, magari, avrebbe aspettato il fischio d’inizio per esultare in silenzio. Ma io l’avrei considerata un’occasione persa. Bisogna lanciare dei segnali, bisogna avere coraggio. Penso che chi, come noi, allena i ragazzi alla vita e al Calcio, dovrebbe pensare prima di tutto ad educare i giovani sportivi. E questa occasione, capitata proprio a noi, credo possa rappresentare un esempio da seguire”. L’allenatore ed ex calciatore ha preferito non dire nulla ai ragazzi. “Erano tesi per il derby, erano molto concentrati. Non volevo fossero infastiditi da discorsi che non c’entrano nulla con la partita. Ma ho deciso che parlerò anche con loro”. La cultura sportiva va recuperata e deve avere un ruolo preponderante nella crescita degli atleti. D’altronde, Luca Falsini fu portato al calcio che conta, quello di serie A, da un certo Cesare Prandelli, oggi tecnico della Nazionale azzurra di Calcio. Il “mister”, quando l’Hellas vinceva in modo netto, all’epoca capitava spesso, lasciava spazio ai giocatori e preferiva non salire in sala stampa con il petto gonfio, come fanno certi altri allenatori. Prandelli fu il primo tecnico, quando allenava la Fiorentina, a schierare a fine gara la propria squadra all’imbocco degli spogliatoi per applaudire l’Inter. I nerazzurri avevano vinto a Firenze, giocando una gara straordinaria ed il tecnico d’istinto ha di fatto inventato il “terzo tempo” nel Calcio. Facile con maestri del genere applicare poi, crescendo, la mentalità sportiva. In Italia, però, c’è da imparare ancora molto. “Soprattutto ai livelli più bassi – sottolinea ancora Falsini - Quando abbiamo segnalato ai dirigenti del Vicenza che stavano inserendo un giocatore squalificato, quasi non ci credevano. Sono rimasti sbigottiti, hanno fatto qualche telefonata. Poi, si sono accorti dell’errore, e sono venuti a ringraziarci. La sorpresa, in futuro, dovrebbe lasciare spazio alla normalità. Ma la strada da percorrere è ancora molto lunga”. Lo sguardo è rivolto all’estero. “Sono andato a seguire il derby tra Barcellona ed Espanyol, sempre fra squadre giovanili. All’entrata delle due squadre, i tifosi hanno applaudito indistintamente avversari e ragazzi per i quali facevano il tifo. Qui in Italia siamo agli antipodi. Nei campi di provincia si sentono insulti, incitamento alla violenza, urla da parte dei genitori. Così non si va da nessuna parte”. Ma un gesto a volte aiuta a crescere. “Basta che non sia una goccia nell’oceano”. Ecco: questa volta nell’editoriale mi sono fatto aiutare da un ragazzo che ho conosciuto ormai tanto tempo fa, ma che ha mantenuto ancor oggi la gioia e la purezza dei bimbi che credono al gioco senza troppe sovrastrutture. Bravo, Falsini, uomo di sport sincero, anche se dal cognome non si direbbe… mentalitasportiva.it
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