| Gli Allievi di Giampieretti a un passo dai play off GLI ALLIEVI azzurri di Serie A/B, guidati da Flavio Giampieretti, sono arrivati a un passo dai play-off. In campionato, sono stati preceduti al quarto posto, l’ultimo utile per qualificarsi, dal Torino per differenza reti. Entrambe le squadre hanno ottenuto 48 punti pareggiando i due confronti diretti. Nel turno conclusivo, inoltre, i granata hanno rifilato un 6-0 al Livorno, rendendo vano il successo per 4-1 degli azzurrini a La Spezia. Ma qui si entra nella zona oscura delle illazioni che, senza prove, non hanno importanza. Tale rendimento, comunque, autorizza il centrocampista dell’Empoli dal ’93 al ’05, eccetto le due parentesi di Lanciano e Teramo, a ritenere la scorsa stagione positiva: «Bisogna saper leggere le partite -— sottolinea l’ex calciatore romano — prima di emettere giudizi. Su 26 gare, abbiamo davvero sbagliato il primo tempo col Livorno e il secondo con la Sampdoria a Monteboro, affrontando tutte avversarie di ottimo livello. Anche per questo, penso di aver onorato le richieste della società». Quali erano? «Nei settori giovanili occorre che i tecnici valorizzino i ragazzi a loro disposizione, ponendo i risultati in secondo piano. Credo che le convocazioni nelle nazionali di categoria di cinque nostri elementi, Borghini, Picchi, Cassata, Mosti e Damiani, dimostrino che l’obiettivo è stato centrato. Poi, abbiamo avuto un solo infortunato, Galeotti, per la rottura del crociato. E abbiamo chiuso in bellezza vincendo il ‘Neri e Ferramosca’, dopo aver fatto bene negli altri tornei. Non posso che essere soddisfatto». Carlo Salvadori
Simone Bombardieri ha fatto 13 «Peccato solo per le final eight» TREDICI, NUMERO portafortuna per chi evita come la peste il 17. O viceversa. Il sogno di quando la schedina era quella del totocalcio. Tredici sono anche state finora le stagioni del tecnico Simone Bombardieri nel settore giovanile dell’Empoli. Può darsi che allenatori e superstizioni assortite siano molto legati, ma qui va evidenziato un cordone ombelicale sempre vitale e che ha attraversato due generazioni dei frenetici anni Duemila. Un patrimonio di competenza, serietà, umiltà, passione, voglia di apprendere a 360° caratterizzano il mister dei Giovanissimi Nazionali azzurri nella scorsa stagione. La sua squadra è rimasta l’ultima a tenere accesa la speranza degli sportivi empolesi interessati alle sorti di chi sogna e, comunque, prova a trasformarsi in calciatore. «Abbiamo mancato di poco – ricorda Bombardieri – l’accesso alle Final Eight. Purtroppo, nell’ultimo turno a eliminazione diretta ci è capitata l’Atalanta che non aveva perso una partita. I miei ragazzi sono stati bravi a sostenere il doppio confronto, ma la qualificazione era quasi proibitiva». Sareste entrati fra le migliori otto con un’altra avversaria? «Non lo posso sapere. Ma, di sicuro, non avremmo affrontato una rivale più abbordabile, di una formazione pressoché perfetta. Piuttosto, rimpiango qualche punto lasciato per strada in campionato». Perché non avreste così incrociato l’undici bergamasco? «Anche per questo. Tuttavia ero assai amareggiato subito dopo il risultato di certi derby regionali. Siamo stati poco brillanti sia col Pisa sia col Livorno, quando non abbiamo sfruttato un’evidente supremazia, ma ritengo che la gara nella quale abbiamo ceduto il secondo posto in classifica allo Spezia, sia stata quella di Grosseto, chiusa 0-0». Come si spiegano, invece, i notevoli progressi effettuati nel girone di ritorno? «All’inizio bisognava assemblare la squadra inserendo per gradi sei-sette ragazzi prelevati da settori giovanili di club dilettantistici. Appena hanno assimilato la cultura del nuovo tipo di lavoro e, grazie all’ingresso da gennaio di tre elementi – Matteucci, Petova, Perretta – promossi dalla ‘rosa’ del 2000 di Giacomo Scali, abbiamo espresso un bel calcio. In questa crescita, oltre che dal gruppo dei giocatori, mi hanno sostenuto i collaboratori, dallo staff tecnico con Carmine Esposito, Alessandro Limone e Mirko Lotito, al preparatore atletico Giuseppe Mazza e a quello dei portieri Lorenzo Fattori. Insieme a tutti i dirigenti». Carlo Salvadori LA NAZIONE EMPOLIdom, 22 giu 2014
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