Il Forum dei Tifosi dell'Empoli F.C.

La Serie A e il Calcio Internazionale, Stagione 2011/12

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view post Posted on 20/6/2011, 06:06
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IO STO CON GUARDIOLA
«Pep vince col sorriso sulle labbra. Altro che Mou»
Mario D’Ascoli
IL MONDO degli allenatori, un mondo che quest’anno presenta novità a non finire, visto da Carletto Mazzone, ovvero da un vecchio maestro del mestiere che, in panchina, ci ha passato una vita.
Mazzone, perché tante squadre, fenomeno mai avvenuto in passato, hanno cambiato allenatore?
«In effetti molti tecnici sono stati esonerati, altri sono stati costretti ad andarsene. Ed è un segnale che mi preoccupa perché significa che la figura dell’allenatore ha perso immagine e potere».
Che dice di Leonardo che lascia l’Inter e se ne va a fare il dirigente al Paris Saint Germain?
«E’ la bomba dell’estate. Se è vero che Leonardo va a guadagnare molto è anche vero che qualcosa probabilmente non ha funzionato nei rapporti fra lui e l’Inter».
E il fenomeno Villas Boas…
«Questo giovanissimo portoghese quest’anno ha vinto tantissimo, sicuramente è bravo ma ha una clausola rescissoria di quindici milioni e di esperienza ne ha poca. Adesso non avere esperienza è quasi un merito. Boh, non capisco… ».
Meglio per l’Inter puntare su Capello…
«Io dico soltanto che Capello, carriera alla mano, è uno dei migliori tecnici del mondo e quindi con lui si va sempre sul sicuro».
La Juve, a sua volta, rischia con il giovane Conte…
«No, no, qui il discorso è diverso. Conte ha fatto un buon tirocinio, ha vinto due campionati, è maturo per guidare una squadra importante. Fra l’altro Antonio ha carattere, personalità, è competente e la Juve la conosce come le sue tasche. Vorrei anche ricordare che Conte, come calciatore, l’ho lanciato io nel Lecce e lo consigliai a Boniperti. Penso e spero che nella Juve faccia bene».
Sempre in tema di squadre importanti cosa pensa di Allegri, in particolare quanto ha inciso nello scudetto del Milan?
«E’ vero che è arrivato al Milan e ha trovato una grande squadra ma è anche vero che ha vinto subito lo scudetto. Il che significa che Allegri ha talento, che ha lavorato bene».
La Roma punta su Luis Enrique, ovvero se ne sbatte dell’esperienza…
«Siccome la Roma è nel mio cuore spero di essere smentito, spero che Luis Enrique sia l’eccezione che non fa la regola».
Da Luis Enrique a Guardiola, il suo pupillo, il passo è breve…
«Guardiola si sta dimostrando un allenatore formidabile. Io tifo per lui e per il suo Barcellona perché l’ho allenato al Brescia e prima ancora del tecnico garantisco che Pep è un uomo meraviglioso, umile, educato, intelligente».
Però allena una squadra formidabile…
«Questo è vero ma c’è anche una scientifica organizzazione di gioco, un possesso palla che stordisce l’avversario. Guardiola ha convinto i giocatori a mettere le loro splendide doti al servizio della squadra. Il motto del Barcellona è ‘palla a noi, palla a terra, si gioca noi’. E gli altri quasi sempre stanno a guardare… ».
Sì, d’accordo, ma il Barcellona ha un Messi, tanto per fare l’esempio massimo, che a 23 anni ha vinto e segnato gol più di Maradona e Pelè alla stessa età…
«Messi è un campionissimo però lasciamo stare, per ora, Maradona e Pelè. Anche perché mi chiedo se a 23 anni Maradona e Pelè avessero giocato in una squadra forte come il Barca, cosa avrebbero potuto combinare».
Per lei Guardiola è meglio di Mourinho, no?
«Io prendo sempre Guardiola perché ha valori umani nettamente superiori. Guardiola vince con il sorriso sulle labbra, Mourinho vince con atteggiamenti eccessivi, spesso irritanti. Tutto qui. Anche la condotta ha la sua importanza, no?».
I nostri tecnici sono migliori o peggiori di quelli stranieri?
«Intanto c’è da dire che Coverciano è la più grande scuola per allenatori che esiste al mondo. Per figurare in panchina occorrono, a mio parere, tre requisiti indispensabili. Il primo requisito è l’esperienza che oggi, alle volte, è un optional. Il secondo è la tecnica, ovvero la valutazione, in termini tecnici, di un giocatore e di una squadra. Il terzo è la tattica in cui gli italiani, grazie a Coverciano, sono i migliori di tutti».
Infine: saranno ancora le milanesi a dominare il calcio italiano della prossima stagione?
«Per me sì, perché hanno i giocatori più forti. Ma occhio alla Roma degli americani che, pur pagando pedaggio per la rivoluzione avvenuta, può lottare per grandi traguardi. E occhio alla Juve che può riscattare gli squallidi campionati delle ultime due stagioni. Se dovesse ripetersi è meglio che cessi l’attività, certe umiliazioni sono insopportabili… ».

La Nazione
 
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anzianoclay
view post Posted on 21/6/2011, 11:04




Ma chi sarà l'allenatore dell'Inter secondo voi? Io dico Ranieri.
 
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view post Posted on 21/6/2011, 12:05
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CONO LIBERO

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io dico capello
 
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view post Posted on 22/6/2011, 21:43
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CONO LIBERO

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ecco dove non vorrei mai vedere il nome dell'Empoli...

ma come si fa a gestire le squadre così???
 
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view post Posted on 23/6/2011, 05:48
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Milan, Napoli e Samp puniti dalla Disciplinare Irregolarità anche nel fallimento dello Spezia
ADRIANO Galliani, Aurelio De Laurentiis, Riccardo Garrone e altri quattro presidenti di società di serie A e B sono stati sanzionati dalla Commissione Disciplinare della Federcalcio, insieme con i relativi club, per irregolarità amministrative. Lo ha reso noto la Figc. La Commissione ha anche sanzionato ex dirigenti del La Spezia in relazione al fallimento della società’.
La Procura federale aveva chiesto il deferimento di alcuni dirigenti per non avere utilizzato il bonifico bancario sul conto corrente indicato in sede di ammissione al campionato per pagare gli emolumenti a loro tesserati.
QUESTE le decisioni della Commissione: Adriano Galliani e AC Milan, 50mila euro ciascuno; Antonino Pulvirenti, presidente del Catania, Pietro Lo Monaco, ad della società, e lo stesso club (26.670 euro di ammenda ciascuno); Riccardo Garrone e UC Sampdoria (20mila euro ciascuno); Aurelio De Laurentiis e SSC Napoli (20mila euro); Andrea Chiavelli, consigliere del Napoli (10mila euro); Igor Campedelli, presidente, e AC Cesena (3mila euro); Luigi Corioni, amministratore unico, Attilia Ferrari, legale rappresentante, e Brescia Calcio (20mila euro); Roberto Benigni, presidente, e Ascoli Calcio 1898 (10mila euro).
In relazione al fallimento della società Spezia Calcio, a parziale accoglimento del deferimento della Procura federale, la Commissione ha irrogato le seguenti sanzioni: Giuseppe Ruggeri, inibizione per cinque anni; Cristina Cappelluti, inibizione per due anni; Rocco Russo, Accursio Scorza, Piero Ausilio; Francesco Meriggi: inibizione per sei mesi. Prosciolti da ogni imputazione Roberto Quber, Attilio Paolo Garbini, Angelo Molinari, Stefano Carzola, Giuseppe Sciumbata, Milo Campagni, Mauro Gusberti.
La Nazione
 
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view post Posted on 27/6/2011, 13:43
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RIVER, CHOC E CAOS
Va in B dopo 110 anni. Guerriglia e tanti feriti

Incredibile a Buenos Aires: i Millonarios retrocedono per la prima volta e a fine gara si scatena la violenza degli ultrà
BUENOS AIRES Lacrime e guerriglia. Il mediocre arbitro Pezzottdichiara chiusa la partita al 44’ e 40", sul risultato di 1-1. Inevitabile. Dagli spalti arriva di tutto.Unmigliaio di poliziotti difendono i giocatori. Mentre gli idranti sparano acqua gelata sui «Dos Borrachos del Tablon », la barra brava (i gruppi ultrà più violenti) dei Millonarios. C’è un clima di terrore dentro il Monumental. Un migliaio di ultrà sono pronti a scavalcare il fossato, hanno il volto coperto e armi. La Prefettura ha già fatto scattare l’allarme: le case dei dirigenti e dei giocatori del River sono presidiate. «Passarella sei maledetto», urlano in 40 mila. È il presidente della prima retrocessione del River Plate in 110 anni di storia leggendaria: sarà costretto a lasciarela presidenza (e la città) a furor di popolo. Reazioni La retrocessione dei Millonarios in B può scatenare reazioni inimmaginabili. Intanto, il problema è portare la squadra fuori dal Monumental. Gli ultrà hanno bloccato le vie di uscita con barricate rudimentali. C’è chi ipotizza di ricorrere agli elicotteri. Chi reclamal’intervento di altri poliziotti. Si sentono spari. Il primo bilancio è di un centinaio di feritie contusi, tra questi anche dei poliziotti, ricoverati emedicati in 6 ospedali pubblici. Due feriti con fratture al cranio — secondo la polizia—sono in prognosi riservata. Un incubo. La squadra è rimasta tre ore assediata dentro lo stadio (dove tra un mese si giocherà la finale della Coppa America). Uscireera impossibile. Tutte le vetrine della hall sono state distrutte,così come alcuni negozi dentro e fuori dallo stadio. Distrutte decine di macchine, incendiati i cassonetti. Anche alcuni giornalisti e fotografi sono stati aggrediti. La polizia carica a ripetizione cercando di disperdere gli ultra con lanci di lacrimogeni. Davanti al museo del River vengono esplosi anche alcuni colpi di pistola. La partita E dire che la partita siera messa bene per la squadra di Josè Lopez, chiamata a rimontare lo 0-2 dell’andata. Dopo un gol giustamente annullato al Belgrano per fuorigioco, al 5’ Pavone porta in vantaggio il River con uno stupendo diagonale da fuori area. Il segnodella riscossa. Ma il Belgrano non accetta di recitare il ruolo della vittima predestinata. È una squadra senza storia ma con grande orgoglio. Si difende e riparte. Certo, è aiutata dalla fortuna quando Pezzotta sorvola su un fallo da rigore su Caruso. Strana storia. Da quando Passarella è entrato in guerra col potente presidente dellafedercalcio argentina Grondona, il River è precipitato. Punito dal giocomediocre e da alcune discutibili valutazioni arbitrali. È tutto incredibile in questa giornata triste e storica del calcio argentino. Il River affondadopo il pari del piccolo Farrè, bravo a sfruttare un comico scontro in area tra i due «giganti » del River, Diaz e Maidana. In evidente stato confusionale. Ci sarebbe ancora tempo emodoper recuperare ma Pavone, uno dei pochi a salvarsi, sparatra le braccia del portiere Olave un rigore concesso per fallo su Caruso. La partita si chiude su questo errore. Lo stadio si anima. Gli ultrà diventano padroni. L’arbitro Pezzotta forse poteva portare la partita fino in fondo. Un altro schiaffo per il River. In molti si chiedono se il presidente argentino abbia fatto bene a far disputare l’incontro a porte aperte.Costretto a vendere Oggi sarà un altro giorno delicato per i Millonarios. La società non esiste più, la squadra è destinata a sgretolarsi. Chi vuole Lamela, e in Italia sono tanti, ora può portarlo via per una manciata di euro. Basterà trovare l’accordo col giocatore. E su questo fronte la Roma è in vantaggio. Ma la partita è ancora aperta. Napoli e Milan, che avevano la parola di Passarella, dovranno recuperare in fretta posizioni. Il River rischia il fallimento, travolto dalla montagna di debiti. Non sarà facile ripartire.
RIVER PLATE BELGRANO 1-1
MARCATORI Pavone (R) al 5’ p.t.; Farrè (B) al 18’ s.t.
RIVER PLATE (3-4-1-2) Carrizo 6; Maidana 5, Ferrero 6, Juan Diaz 5; Affranchino 6 (dal 24’ s.t. Bordagaray 6), Arano 6, Acevedo 5 (dal 20’ s.t. Villalva 6), R. Pereyra 6; Lamela 5,5; Caruso 6, Pavone 6. PANCHINA Chichizola, Pirez, Cirigliano, Mauro Diaz, Otero. ALLENATORE Lopez 5.
BELGRANO (4-4-2) Olave 7,5; Turus 6, Lollo 6, Perez 6, Tavio 6,5; Mansanelli 6 (dal 41’ s.t. Parodi), Farrè 7, Rodriguez 6, Maldonado 5,5 (dal 1’ s.t. Andrizzi 6); Vazquez 6,5, C. Pereyra 6,5. PANCHINA Rigamonti, Barrios, Estevenaux, Campodonico, Lazaga. ALLENATORE Zielinski 7.
ARBITRO Pezzotta 5.
AMMONITI Pavone (R), Turus (B), Lollo(B) per gioco scorretto; Mansanelli (B), Rodriguez (B) per comp. non regolamentare.
NOTE spettatori 70.000. Tiri in porta 8-4. Tiri fuori 6-5. In fuorigioco 1-1. Angoli 10-2. Recupero: 2’ p.t.; 0’ s.t.

la gazzetta dello sport
 
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view post Posted on 27/6/2011, 18:33
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Date di calendario per la stagione sportiva 2011/2012
Di seguito le date di calendario per la stagione sportiva 2011/2012:
Serie A TIM
Inizio
domenica 28/08/2011

Turni infrasettimanali
mercoledì 21/09/2011
mercoledì 26/10/2011
mercoledì 01/02/2012
mercoledì 11/04/2012
mercoledì 02/05/2012

Soste
domenica 04/09/2011 qualif. Euro 2012
domenica 09/10/2011 qualif. Euro 2012
domenica 13/11/2011 qualif. Euro 2012
domenica 25/12/2011 sosta natalizia
domenica 01/01/2012 sosta natalizia

Fine
domenica 13/05/2012

legaseriea.it
 
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CITAZIONE (Zeman! @ 27/6/2011, 14:43) 
RIVER, CHOC E CAOS
Va in B dopo 110 anni. Guerriglia e tanti feriti

Incredibile a Buenos Aires: i Millonarios retrocedono per la prima volta e a fine gara si scatena la violenza degli ultrà
BUENOS AIRES Lacrime e guerriglia. Il mediocre arbitro Pezzottdichiara chiusa la partita al 44’ e 40", sul risultato di 1-1. Inevitabile. Dagli spalti arriva di tutto.Unmigliaio di poliziotti difendono i giocatori. Mentre gli idranti sparano acqua gelata sui «Dos Borrachos del Tablon », la barra brava (i gruppi ultrà più violenti) dei Millonarios. C’è un clima di terrore dentro il Monumental. Un migliaio di ultrà sono pronti a scavalcare il fossato, hanno il volto coperto e armi. La Prefettura ha già fatto scattare l’allarme: le case dei dirigenti e dei giocatori del River sono presidiate. «Passarella sei maledetto», urlano in 40 mila. È il presidente della prima retrocessione del River Plate in 110 anni di storia leggendaria: sarà costretto a lasciarela presidenza (e la città) a furor di popolo. Reazioni La retrocessione dei Millonarios in B può scatenare reazioni inimmaginabili. Intanto, il problema è portare la squadra fuori dal Monumental. Gli ultrà hanno bloccato le vie di uscita con barricate rudimentali. C’è chi ipotizza di ricorrere agli elicotteri. Chi reclamal’intervento di altri poliziotti. Si sentono spari. Il primo bilancio è di un centinaio di feritie contusi, tra questi anche dei poliziotti, ricoverati emedicati in 6 ospedali pubblici. Due feriti con fratture al cranio — secondo la polizia—sono in prognosi riservata. Un incubo. La squadra è rimasta tre ore assediata dentro lo stadio (dove tra un mese si giocherà la finale della Coppa America). Uscireera impossibile. Tutte le vetrine della hall sono state distrutte,così come alcuni negozi dentro e fuori dallo stadio. Distrutte decine di macchine, incendiati i cassonetti. Anche alcuni giornalisti e fotografi sono stati aggrediti. La polizia carica a ripetizione cercando di disperdere gli ultra con lanci di lacrimogeni. Davanti al museo del River vengono esplosi anche alcuni colpi di pistola. La partita E dire che la partita siera messa bene per la squadra di Josè Lopez, chiamata a rimontare lo 0-2 dell’andata. Dopo un gol giustamente annullato al Belgrano per fuorigioco, al 5’ Pavone porta in vantaggio il River con uno stupendo diagonale da fuori area. Il segnodella riscossa. Ma il Belgrano non accetta di recitare il ruolo della vittima predestinata. È una squadra senza storia ma con grande orgoglio. Si difende e riparte. Certo, è aiutata dalla fortuna quando Pezzotta sorvola su un fallo da rigore su Caruso. Strana storia. Da quando Passarella è entrato in guerra col potente presidente dellafedercalcio argentina Grondona, il River è precipitato. Punito dal giocomediocre e da alcune discutibili valutazioni arbitrali. È tutto incredibile in questa giornata triste e storica del calcio argentino. Il River affondadopo il pari del piccolo Farrè, bravo a sfruttare un comico scontro in area tra i due «giganti » del River, Diaz e Maidana. In evidente stato confusionale. Ci sarebbe ancora tempo emodoper recuperare ma Pavone, uno dei pochi a salvarsi, sparatra le braccia del portiere Olave un rigore concesso per fallo su Caruso. La partita si chiude su questo errore. Lo stadio si anima. Gli ultrà diventano padroni. L’arbitro Pezzotta forse poteva portare la partita fino in fondo. Un altro schiaffo per il River. In molti si chiedono se il presidente argentino abbia fatto bene a far disputare l’incontro a porte aperte.Costretto a vendere Oggi sarà un altro giorno delicato per i Millonarios. La società non esiste più, la squadra è destinata a sgretolarsi. Chi vuole Lamela, e in Italia sono tanti, ora può portarlo via per una manciata di euro. Basterà trovare l’accordo col giocatore. E su questo fronte la Roma è in vantaggio. Ma la partita è ancora aperta. Napoli e Milan, che avevano la parola di Passarella, dovranno recuperare in fretta posizioni. Il River rischia il fallimento, travolto dalla montagna di debiti. Non sarà facile ripartire.
RIVER PLATE BELGRANO 1-1
MARCATORI Pavone (R) al 5’ p.t.; Farrè (B) al 18’ s.t.
RIVER PLATE (3-4-1-2) Carrizo 6; Maidana 5, Ferrero 6, Juan Diaz 5; Affranchino 6 (dal 24’ s.t. Bordagaray 6), Arano 6, Acevedo 5 (dal 20’ s.t. Villalva 6), R. Pereyra 6; Lamela 5,5; Caruso 6, Pavone 6. PANCHINA Chichizola, Pirez, Cirigliano, Mauro Diaz, Otero. ALLENATORE Lopez 5.
BELGRANO (4-4-2) Olave 7,5; Turus 6, Lollo 6, Perez 6, Tavio 6,5; Mansanelli 6 (dal 41’ s.t. Parodi), Farrè 7, Rodriguez 6, Maldonado 5,5 (dal 1’ s.t. Andrizzi 6); Vazquez 6,5, C. Pereyra 6,5. PANCHINA Rigamonti, Barrios, Estevenaux, Campodonico, Lazaga. ALLENATORE Zielinski 7.
ARBITRO Pezzotta 5.
AMMONITI Pavone (R), Turus (B), Lollo(B) per gioco scorretto; Mansanelli (B), Rodriguez (B) per comp. non regolamentare.
NOTE spettatori 70.000. Tiri in porta 8-4. Tiri fuori 6-5. In fuorigioco 1-1. Angoli 10-2. Recupero: 2’ p.t.; 0’ s.t.

la gazzetta dello sport

La partita l'ho vista, è stata una pena vedere tutta quella gente frignare alla fine..poverini

Notare che c'erano 70.000 spettatori con una capienza di 50.000
 
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Fatmira, simbolo dell’integrazione
Kosovara e musulmana trascina la nazionale tedesca ai Mondiali

BERLINO. Si chiama Fatmire «Lira» Bajramaj e, all’età di 23 anni, è la «stella più bella» del calcio femminile tedesco, capace di far sognare milioni di tifose, inclusa la cancelliera Angela Merkel: è lei la promessa della nazionale, una donna che per Berlino rappresenta anche la migliore interpretazione della politica di integrazione tanto cara alla leader conservatrice. Non a caso, all’Olympiastadion l’altra sera c’era anche la Merkel per il debutto della Germania nel Campionato Mondiale femminile: la squadra tedesca ha battuto il Canada di Carolina Morace 2-1, e la cancelliera ha esultato dalla tribuna insieme al presidente della repubblica, Christian Wulff. «Ho una grande fiducia nella nazionale femminile tedesca », ha commentato la cancelliera. Ma, nella sua edizione online, il tabloid dedicadi gran lunga più spazio alla Bajramaj: una serie di 26 immagini che racconta la vita di questa calciatrice musulmana nata in Kosovo nel 1988 ed emigrata in Germania con la sua famiglia quando era ancora una bambina. «A causa dell’evidente e presente pericolo quotidiano in Kosovo, la mia famiglia si è trasferita in Germania quando avevo 4 anni», ha raccontato Lira al tabloid. La sua carriera calcistica è stata in costante ascesa, nonostante l’opposizione del padre. Ha fatto il suo debutto nella Bundesliga nel settembre 2004 con l’Fcr 2001 Duisburg. La stagione 2009-2010 l’ha trascorsa nell’Ffc Turbine Potsdam e di recente ha annunciato il suo passaggio all’Ffc Frankfurt. Una tappa, quest’ultima, che ha segnato il più costoso trasferimento mai registrato nella storia della Bundesliga femminile. In 43 partite internazionali, la Bajramaj — guadagna 11 mila euro al mese grazie al contributo di 6 sponsor — ha realizzato finora 8 gol, mentre in 39 incontri giocati con il Potsdam, ha segnato 29 volte.
il tirreno
 
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view post Posted on 9/7/2011, 17:04
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Stadio vuoto? Le calciatrici giocano in bikini
Evento organizzato da una squadra femminile russa per attirare spettatori sugli spalti

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17:35 - Il loro stadio è quasi sempre vuoto. E così, per attirare spettatori sugli spalti, le calciatrici dell'FC Rossiyanka, squadra russa di Krasnoarmeysk, hanno promesso che giocheranno la prossima partita in bikini. Per ora si sono limitate a posare per alcune immagini pubblicitarie dell'evento, ma già le foto promettono bene.
"Siamo la miglior squadra femminile in Russia - spiega l'allenatore, Tatyana Egorova - e abbiamo vinto molti campionati, rappresentando anche il nostro Paese nella Champions League. Ma sono poche le persone che ci conoscono, e ancora meno quelle che vengono a vederci allo stadio. Così, abbiamo deciso di farci un po' di pubblicità".
L'obiettivo è quello di far cassa, mostrando al tempo stesso che "le nostre calciatrici non sono solo belle, ma sono anche grandi atlete, determinate a vincere".

tgcom



IL PALLONE DEGLI ALTRI
Tifosi azionisti e idealisti. L'altro calcio di Sankt Pauli

Si può nell’eldorado del calcio-business non vendere l’anima al diavolo, far gestire la società interamente ai propri tifosi e far diventare l’azionariato popolare la massima forma democratica applicata a una realtà sportiva? In cento anni di storia questo è stato possibile soltanto in un club europeo, il Sankt Pauli, il cui slogan è: «Non established since 1910».
Il club più no-global che esista, in un secolo di vita, solo per tre volte si è affacciato nel gotha della Bundesliga, per retrocedere quasi immediatamente. Ma qui dopo l’ultima promozione nella massima serie del 2010, l’anno del centenario, e la retrocessione di giugno, ultimo posto con il ritorno in Bundeslisga 2 (la loro Serie B), l’atteggiamento è sempre lo stesso: testa alta nella vittoria, come nella sconfitta. Orgoglio e nobiltà di una squadra che il massimo risultato raggiunto è stata la qualificazione alla semifinale della Coppa di Germania, grazie anche al suo campo esposto al vento e alla neve, ma dove persino il colosso del Bayern Monaco ha assaggiato l’amaro della sconfitta.
La squadra più idealista degli almanacchi internazionali, è sopravvissuta anche al cambiamento del quartiere “peccaminoso”, quello a luci rosse in cui è nata la seconda squadra di Amburgo, ma forse la prima di Germania, visto che conta 5 milioni di simpatizzanti sparsi per il mondo. Un’isola anarchica quella del St Pauli, che dalla metà degli anni ’80 ha compiuto la sua rivoluzione, diventando un autentico modello da studiare e possibilmente da imitare, specie dalle società italiane.
Il suo stadio, trasferito al porto, nel quartiere vicino a Reeperbahn, è diventato un autentico luogo di culto perché questo club è la perfetta fusione tra società, squadra e tifoseria. Nella svolta degli anni ’80, i tifosi adottarono come stemma non ufficiale il “Jolly Roger”, il teschio con le ossa incrociate, simbolo dei pirati che vivevano e salpavano dal porto di Amburgo. Pirati buoni e tolleranti che, per primi in Germania, hanno impedito l’accesso al loro stadio ai pericolosi gruppi di estrema destra, purtroppo diffusi in tutta Europa.
Un gesto molto apprezzato, visto che negli ultimi trent’anni la media spettatori è salita dalle 1.600 presenze del 1981, alle attuali 20mila. Tutti soci che, oltre alla squadra di calcio, seguono con passione anche le altre formazioni di ciclismo, rugby femminile, bocce, scacchi, triathlon e pallamano della Polisportiva St Pauli. Sportività di un popolo da stadio rarissimo che fa registrare il “tutto esaurito” di abbonati a ogni inizio stagione, a prescindere dalla categoria in cui giocherà la squadra. E il piccolo catino di ghiaccio bollente che è il Millerntor Stadium (23mila posti) nei prossimi due anni sarà ristrutturato esclusivamente con i fondi dell’azionariato popolare.
La Curva, il cuore della tifoseria, è l’unica che si conosca nella quale vengono allestiti “sky box”, le aree destinate agli ospiti degli sponsor. Impensabile immaginare una simile collocazione in una qualsiasi Curva italiana e neppure nella Premier inglese o nella Liga spagnola. Il settore riservato alla torcida qui si chiama “tana dei pirati”: «Una struttura costruita interamente dai tifosi, che oggi sta diventando un modo di fare marketing non convenzionale da parte degli sponsor stessi», dice Marcel Vulpis di SportEconomy.
Lo sponsor infatti è ben accetto, ma a patto che sia equo, vantaggioso e se possibile solidale. Per questo migliaia di soci hanno aderito alla petizione dei “romantico-sociali” che hanno dato vita alla campagna «no alla commercializzazione sfrenata», con tanto di manifesti di protesta. Al bando dunque quelle aziende, interessate a mettere il loro nome al fianco del St Pauli, se sono ditte che finanziano guerre, se hanno sfondo razzista o sessista. «Lo spettacolo è solo in campo», dicono i tifosi. E anche l’economia del club, al di là delle finanze necessarie per sostenere la stagione calcistica, è refrattaria a ogni forma di pubblicità scorretta.
Il solo padrone del St Pauli è il suo pubblico sovrano. Un pubblico che vuole vivere l’evento sportivo come un’appendice serena e organizzata della vita sociale. Per questo mamme e papà tifosi dei “marroni” (il colore della maglia del Sankt Pauli) hanno fatto in modo che nascesse il primo asilo nido da stadio. Una nursery regolare che ha sede in un settore della tribuna centrale. Un altro primato che ha allargato il consenso nei confronti del club le cui maglie sono state premiate come le più belle della Bundesliga e per questo anche le più ricercate nei 100 store presenti sul territorio tedesco.
La squadra affonda in B, ma il brand vola e viene distribuito in Australia, Spagna, Grecia e in Italia all’aeroporto di Torino, a quello di Venezia, in piazza Duomo a Milano e in due negozi di Roma. Se questi sono i pirati del calcio, allora viva la pirateria.

Massimiliano Castellani
avvenire.it
 
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Matt Ramone
view post Posted on 10/7/2011, 08:43




CITAZIONE (Zeman! @ 9/7/2011, 18:04) 
Stadio vuoto? Le calciatrici giocano in bikini
Evento organizzato da una squadra femminile russa per attirare spettatori sugli spalti

tgcom

Quando si parla di tette e culi, tgcom non si lascia mai sfuggire le notizie.
 
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view post Posted on 16/7/2011, 05:29
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Un tifoso di 27 anni colpito ad un gluteo nel ritiro di Bardonecchia
Rissa fra ultrà, un accoltellato all’ospedale

FOLLIA ULTRAS a Bardonecchia, sede del ritiro della Juventus. E’ di un accoltellato — al gluteo, guarirà in pochi giorni — il bilancio della faida intestina del tifo della curva bianconera. L’episodio non è un caso isolato. Ha radici storiche. Tutto iniziò a luglio del 2006, ad Alessandria, dove le diverse fazioni se le suonarono di santa ragione e due persone finirono in ospedale con ferite da taglio. All’epoca — dopo la rissa un paio di gruppi storici, Irriducibili e Fighters, si sciolsero — l’oggetto del contendere erano i biglietti. Oggi, oltre a questo, c’è la suddivisione della curva nel nuovo stadio Delle Alpi, l’unica curva che la società ha riservato ai gruppi organizzati. Se queste sono le premesse, la futura convivenza non promette nulla di buono.

INSOMMA sembrava un giorno come un altro al Summer Village. Poi poco prima delle 15 nei pressi di un chioschetto, dove si rifocillavano anche donne e bambini, si è scatenato un parapiglia. Una trentina di Drughi, incappucciati e armati di mazze e fumogeni, ha attaccato un gruppo misto di Bravi Ragazzi e Tradizione, che oziavano tranquilli. Ne è nata una rissa violenta. Senza esclusione di colpi. Attimi di tensione. Fuggi, fuggi generale. Sono volati schiaffi e pugni. Uno ha tirato fuori un coltello e ha colpito al gluteo un ragazzo di 27 anni, appartenente al gruppo Tradizione. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine e gli uomini del 118 che hanno soccorso il ragazzo, ricoverato poi presso l’ospedale di Susa. Ne avrà per una settimana. I cosiddetti “sconfitti” assicurano che non finisce qui.
Luca Pasquaretta

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view post Posted on 17/7/2011, 06:01
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El Shaarawy, il piccolo Faraone chevuole imitare Pato
«Il mio idolo era Kakà ma poi ho cambiato. Avrò molta strada da fare, vengo dalla B e questo è un altro mondo»

dall’inviato Giulio Mola
«TI FACCIO un bel tackle e vedrai come ti cambio la capigliatura». Quando Rino Gattuso, in modo “colorito”, ha commentato alla sua maniera quella chioma molto particolare, il giovane El Shaarawy ha subito capito che con i “senatori” dello spogliatoio rossonero non si scherza. E ha ascoltato senza replicare. Del resto il “piccolo Faraone” si considera già fortunato per la bellissima favola che sta vivendo: lui che da sempre è un ammiratore di Kakà, ora spera di ripercorrere il cammino di Pato, che anche lui 18enne sbarcò a Milanello per poi esplodere pochi mesi dopo. «E’ vero, il mio idolo è Ricky visto che mi paragonavano a lui per la progressione, ma ho seguito Pato dal suo primo giorno rossonero. E mi piacerebbe davvero fare il suo percorso. So che non sarà facile — dice l’ex del Padova, 29 presenze e nove reti nell’ultimo torneo cadetto —, sono ancora giovane e l’obiettivo è quello di crescere perché dopo una esperienza in serie B adesso entro in una realtà ben diversa, dove ci vuole più impegno e determinazione». Il Milan ha stregato da subito questo ragazzino che dice di sentirsi metà italiano e metà egiziano, senza dimenticare le origini paterne. «Mi ha colpito l’organizzazione, la grande disponibilità da parte di tutto lo staff. E poi giocare al fianco di questi campioni è una grande soddisfazione». Da domani al gruppo si aggiungeranno Ibrahimovic e Cassano, e ritagliarsi spazi diventerà ancora più complicato. Ma El Shaarawy non sembra preoccuparsi più di tanto, anzi vuol sfruttare al meglio le opportunità che l’allenatore potrebbe dargli subito (mercoledì pomeriggio nella prima amichevole con la Solbiatese il ragazzo dovrebbe far coppia con Paloschi o Inzaghi, gli unici attaccanti a disposizione di Allegri): «Cercherò in queste partite di dimostrare le mie qualità e impressionare l’allenatore. Posso giocare sia come trequartista che da seconda punta, non ci sono problemi». Resta l’ipotesi di poter presto emigrare per “farsi le ossa”: «Questo lo deciderà la società, il mio compito è solo lavorare bene. Devo dire che gli allenamenti sono davvero molto duri, pesanti, ma ci fanno bene». Anche ieri Allegri lo ha provato alle spalle di Paloschi, quasi che il tecnico volesse mettere le basi per un futuro che prima o poi potrebbe riservare piacevoli sorprese per El Shaarawy. Il quale il sogno lo vuol comunque confidare: «C’e’ sintonia con Alberto e spero di giocare insieme a lui già in questa stagione».
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view post Posted on 25/7/2011, 07:19
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Suarez-Forlan. È Uruguay da record
I due attaccanti schiantano il Paraguay
Tabarez solleva la Coppa America numero 15

Dedicato a Messi, Neymar, Sanchez, Tevez, Ganso.Stelle sbiadite di questa pazza Coppa America. Il palcoscenico del mitico «Monumental» se lo prendono tutto Forlan e Suarez. Un campione non più giovanissimo e un centravanti che il calcio italiano ha corteggiatoa lungo, prima di consegnarlo al Liverpool. I due figliocci del maestro Tabarez regalano un tocco di nobiltà al torneo dei «tradimenti» e consentono all’Uruguaydi vincere il quindicesimo titolo. Nessuno ha fatto meglio nell’albo d’oro, neppure le tanto reclamizzate Argentinae Brasile. Dopo il quarto posto al Mondiale in Sudafricaecco la Coppa America. Il filo conduttore è sempre lo stesso: un gruppo di amici che parlano la stessa lingua calcistica. Dietro agli uomini-copertina ci sonol’elegante Lugano, il para-rigoriMuslera, la sorpresa Alvaro Pereira, i guerrieri Perez eArevalo Rios. Non solo. Tabarez ha già battezzato i possibiliuomini simbolo del domani. Cavani è destinato a prendere il posto di Forlan e Sebastian Coates ha tutto per diventare uno dei migliori difensori centrali del mondo. Intanto, chi vuole acquistarlo oggi si prepari a pagare dieci volte di più rispettoa un mese fa. Senza scampoNonc’è stata partita. Anzi, il 3-0 finale sta stretto alla Celeste che ha aggredito subito la gara con la furia di unuragano. Nei primi 15 minuti Forlan e compagni conquistano cinque calci d’angolo, reclamano un rigore per una deviazionedi braccio di Ortigoza su tocco di Coates, concludono cinque volte contro la porta d Villar e sbloccano il risultato. All’11’ un rimpallo consegna la palla a Suarez dentro l’area: dribbling a rientrare e sinistro che tocca il palo e muore in rete. Il solito colpo da killer. LaCeleste non alza mai il piede dall’acceleratore. E quando non attacca, aggredisce. Come dimostrano le tre ammonizioni per gioco falloso (Perez, Caceres e Maxi Pereira) rimediate nel giro di pochi minuti. L’intentoè chiaro: impedire al Paraguay di entrare con la testa e con le gambe in questa finale. Missione perfettamente riuscita.Per la Celeste è tutto facile. Quando spinge va dritta in porta.Al 32’ Forlan si infila nella difesa biancorossa, entra inarea ma la sua conclusione viene ribattuta dal solito formidabile Villar. Il portiere del Paraguay però deve inginocchiarsi di nuovo al 41’ su un sinistro di Forlan, servito da un tocco perfetto di Arevalo Rios. No contromosse Tata Martino, in tribuna perché squalificato, fatica a cambiare tattica in corsa. Aveva preparato una linea Maginot con sette uomini disposti davanti a Villar. Avevasperato di restare aggrappato più a lungo possibile allo 0-0per poi affidarsi ai miracoli del suo portiere. Saltato il fortino la strada si è fatta tutta in salita. Martino, alla vigilia, aveva ringraziato il «lato B», ovvero la fortuna, che aveva aiutato la sua squadra ad arrivare in finale senza vincere neppure una gara nei tempi regolamentari.Ma stavolta anche il «lato B» tradisce i biancorossi. Tabarez e Cavani Al 9’ una bella conclusione di Valdez muore sulla traversa. Il Maestro concede la meritata passerella a Cavani. El Matador ha resistito al pressing di De Laurentiis che, dopo l’infortunio al ginocchio riportato contro il Cile, lo voleva riportare subito a Napoli. Lui ha scelto di restare e ora si gode le bandiere celesti: il Monumental sembra il San Paolo. Anche Martino concede qualche minuto al talento Estigarribia: forse poteva essere rischiato dal primo minuto. Il 3-0 arriva a pochi attimi dalla fine.Uncontropiede da manuale chiuso con un tocco di Suarez per Forlan che brucia Villar e deposita in rete. Maestro Tabarez, i suoi «studenti» modello meritano proprio un bel dieci in pagella.

URUGUAY PARAGUAY 3-0
MARCATORI Suarez (U) ’11’, Forlan (U) 41’ pt; Forlan (U) 44 s.t.
URUGUAY (4-4-2) Muslera; M.Pereira, Lugano, Coates, M.Caceres (43’ st Godin); Gonzalez, Arevalo Rios, D.Perez (24’ st Eguren), A.Pereira (18’ st Cavani); Forlan, Suarez. ALL: Tabarez.
PARAGUAY (4-1-3-2) Villar; Piris, Da Silva, Veron, Marecos; V.Caceres (19’ st Estigarribia); Ortizoga, Riveros, Vera (19’ st Perez); Valdez, Zeballos (32’ st Barrios). ALL: Oria (Martino squal).
ARBITRO Fagundes (Brasile).
NOTE Spettatori 70.000 circa. Ammoniti: Perez, M.Pereira, Coates e Caceres (U), Caceres e Vera (P). Tiri in porta 9-3; tiri fuori 7-3; angoli 10-4; fuorigioco 2-1. Recuperi: pt 1’, st 2’
MOMENTI CHIAVE PT
2’ Angolo di Forlan, testa di Lugano respinta da Villar, palla a Coates, respinge di mano di Ortigoza
GOL! 11’ Un rimpallo, palla in area a Suarez, dribbling, diagonale, palo e rete.
GOL! 41’ Arevolo Rios ruba palla e serve in area a Forlan che di sinistro batte Villar
MOMENTI CHIAVE ST
9’ Prima conclusione pericolosa del Paraguay: il destro di Valdez centra la traversa GOL!
44’ Assist di Suarez per Forlan che brucia l’uscita di Villar e realizza.

marcatori e record
Guerrero capocannoniere
5 GOL Guerrero (Per)
4 GOL Suarez (Uru)
3 GOL Agüero (Arg)
2 GOL Neymar e Pato (Bra), Falcao (Col), Caicedo (Ecu), Forlan e A.Pereira (Uru)
1 GOL Alcaraz, Barrios, H.Valdez, Riveros, Santa Cruz (Par), Arango, Cichero, Fedor, Perozo, Rondon, Vizcarrondo (Ven), Araujo (Mes), Campbell, J.Martinez (C.Ric), Chiroque, Lobaton, Vargas (Per), Di Maria, Higuain (Arg), Fred, Jadson (Bra), Paredes, Vidal, A.Sanchez, Suazo (Cil), D.Perez (Uru), Ramos (Col), Rojas (Bol) AUTOGOL Carrillo (Per) per il Cile
CLASSIFICA FINALE
1o Uruguay (campione), 2o Paraguay, 3o Perù, 4o Venezuela. Eliminati nei quarti: Argentina, Brasile, Cile e Colombia
CLASSIFICA VITTORIE
15 Uruguay; 14 Argentina; 8 Brasile; 2 Paraguay e Perù; 1 Colombia e Bolivia
PAESI ORGANIZZATORI
9 Argentina; 7 Uruguay e Cile; 6 Perù; 5 Brasile; 3 Ecuador; 2 Bolivia; 1 Colombia, Paraguay, Venezuela (più tre tornei senza paese ospitante). Nel2015 la Coppa America sarà in Brasile


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anzianoclay
view post Posted on 25/7/2011, 08:36




Oggi sorteggio di Champions league. Vediamo dove esordirà Fabbrini.
 
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174 replies since 20/6/2011, 06:06   1666 views
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