| Sei una bandiera? Via ANTONINO MILONE SI DIRÀ: in questi tempi di austerity, col fardello del fair play finanziario sulle spalle delle società, non ci sono alternative. La tendenza del mercato in salsa italiana, comunque, è chiara: le bandiere non interessano più. E nel discorso rientrano anche coloro che, pur avendo sposato la stessa causa per pochi anni, non sono bandiere??, però hanno impresso il loro marchio in maniera incancellabile nella storia di un club. Anche per loro, non ce nè: prego si accomodino, quella è la porta. Sono gli esodati di lusso a caccia di una nuova esperienza, molto spesso all’estero. Perché per loro non ci sono porte girevoli tramite le quali uscire e, magari fra qualche anno, tornare: no, sono fuori dal giro. E chi arriva al loro posto? Spesso, perfetti sconosciuti, scommesse da vagliare sul campo. DA MILANO... Le milanesi rappresentano un caso. Il Milan, per dire: da Gennaro Gattuso a Filippo Inzaghi , da Clarence Seedorf ad Alessandro Nesta . Arriva giugno, in coda a una stagione massacrante, il contratto ti scade e non ti viene rinnovato. Alla base, al di là di qualsiasi giustificazione legata al famigerato progetto??, motivi economici: gli ingaggi netti dei 4 rossoneri considerati come esempio, infatti, sfiorano i 14 milioni di euro. La conseguenza è chiara: i cordoni della borsa si restringono, non si scuce?? più il denaro di un tempo, dunque se fino a qualche tempo fa eri un intoccabile, ora non lo sei più. E conta poco o nulla se, per esempio, il Ringhio nazionale ha morso per 13 lunghe stagioni sulle caviglie avversarie, se Super Pippo ha fatto piangere le difese anti-rossonere per 11 anni, se per 10 Nesta si è confermato più solido della Grande Muraglia e via discorrendo. Lasciamoci così, senza rancor. E Gattuso ha già voltato pagina: a 34 anni è capitano del Sion, dove potrebbe raggiungerlo Inzaghi. Capitolo Inter: a maggio i nerazzurri hanno incassato l’addio di Ivan Ramiro Cordoba , 12 anni da fedele scudiero nerazzurro. Julio Cesar , altro caso, ha blindato la porta per 7 stagioni contribuendo (non solo lui, ma soprattutto grazie a lui...) ai successi di una Inter imbattibile, culminata nel Triplete con José Mourinho . Ancora oggi, molti ricordano le sue prodezze contro Leo Messi nella semifinale Champions 2010. Ma ora la sua conferma è in dubbio: da Udine, Samir Handanovic , armato degli attrezzi del mestiere, sta già prendendo le misure della porta nerazzurra. ... AGLI ALTRI CASI Il Sion, si accennava. Il club svizzero ha sondato anche la disponibilità di Alessandro Del Piero , la bandiera per eccellenza del calcio italiano: 19 stagioni in maglia bianconera, gol e trofei portati a casa, una tifoseria in beata adorazione della sua divinità. Alex non batte ciglio, si saluta con la Juventus senza polemizzare, il futuro è altrove, lontano comunque dall’Italia che ti ha dato tutto e alla quale hai dato più delle tue possibilità. Da Firenze a Milano, il viaggio di Riccardo Montolivo , invece, è durato solo 3 ore e mezza (traffico permettendo...): 7 stagioni con la casacca viola, 219 presenze e 17 reti a referto. Poi la Fiorentina sprofonda, la società prende atto della mancata volontà di rinnovare il contratto e via: il Milan ti blinda fino al 2016 e la separazione dal club toscano è certificata. Caso limite, quello di Marco Di Vaio : non è stata una bandiera per militanza (4 anni al Bologna), però la società rossoblù gli deve molto. Ha segnato 65 gol in 143 partite, griffando alcuni momenti importanti: la classifica cannonieri, chiusa al secondo posto con 24 reti dietro Zlatan Ibrahimovic nella stagione 2008-09, con sorpasso dello svedese in extremis; la doppietta decisiva un anno dopo per la salvezza ai danni del Parma; il 43° gol in rossoblù il 14 novembre 2010, eguagliando un mito come Giacomo Bulgarelli ; la 100ª presenza col Bologna 4 mesi dopo, da capitano e nuovo sindaco?? per la tifoseria accesa dalle luci di San Luca. Il primo cittadino?? se nè andato in Canada, a Montreal, a riscrivere altre storie. BENSERVITO L’ultimo caso riguarda Daniele Conti . A 32 anni, e dopo 13 stagioni di matrimonio col Cagliari, anche il centrocampista figlio d’arte potrebbe essere costretto alla separazione. Sull’isola - sussurrano gli spifferi di mercato - non è più un’istituzione, anche se i numeri conteranno pure qualcosa: 356 presenze e 40 gol, nessuno come lui, neppure Mario Brugnera , protagonista dello scudetto del 70, fermatosi a 328. Ma, forse, ora contano altre cifre: contratto fino al 2013, prolungato 3 anni fa e rimasto lì, immutato. E con ingaggio (700 mila euro) lontano dagli standard rossoblù. Così l’intreccio sorge spontaneo: Conti al Catania, che cederà Francesco Lodi alla Fiorentina, che a sua volta ha dato Montolivo al Milan. Via le bandiere, dunque, anche perché la crisi porta a investire su elementi poco noti: in attesa delleventuale sostituto di Conti, il Cagliari pensa a Giorgi Chanturia , il Messi georgiano, fantasista (classe 93) del Vitesse. La Lazio darà il benservito a Tommaso Rocchi (8 anni di fedeltà) e punta Emmanuel Mayuka , 21 anni, dello Young Boys. Con tutto il rispetto, l’usato sicuro è un’altra cosa... tuttosport
ci sarà un perchè....perchè il calcio ha subito una netta contrazione delle entrate e i senatori hanno oramai contratti pesanti nettamente fuori mercato e nel frattempo son diventati anche tecnicamente sostituibili?
Udinese: un modello per tutti (a.mi.) A UDINE la storia è diversa. Qui il concetto di bandiera sarà pure contemplato, ma il diktat è chiaro: nessuna spesa al di sopra delle righe. Le parole del patron Giampaolo Pozzo al canale tematico dell’Udinese («Prenderemo giocatori con le stesse potenzialità di coloro che sono partiti») indicano la strada: ogni anno 2-3 gioielli vengono ceduti e il denaro incassato è reinvestito su talenti spesso sconosciuti al grande pubblico. Con una differenza sostanziale rispetto alla concorrenza: i friulani azzeccano la mossa. ESEMPIO Un anno fa il trio Zapata - Inler - Sanchez andò via, garantendo alle casse bianconere un introito di circa 52 milioni di euro. Tra gli altri, arrivarono il difensore brasiliano Danilo Larangeira (a parametro zero), il connazionale Neuton dal Gremio (con una spesa di 2 milioni), largentino Roberto Pereyra (2 milioni al River Plate), il rumeno Gabriel Torje (altri 2 milioni alla Dinamo Bucarest), il franco-maliano Abdoul Sissoko (2,5 milioni al Troyes). Conti alla mano, una campagna estiva da prendere a modello, come da tradizione venticinquennale della famiglia Pozzo a Udine. E con una politica-ingaggi altrettanto esemplare: il monte-stipendi (21,7 milioni) è soltanto il 14° della serie A. UNA SOLA BANDIERA Così vai a scorrere la rosa e ti accorgi che l’unico intoccabile è Antonio Di Natale , 8 stagioni in bianconero e almeno un’altra (come da contratto) in arrivo. Anche Giampiero Pinzi fa la sua figura: ha giocato per 10 stagioni a Udine, tuttavia non consecutive per i due anni vissuti in prestito al Chievo. Ma tolti i due casi, in Friuli è un continuo andirivieni che, peraltro, non produce mai confusione. Anzi, il futuro è già previsto. «Rinnovare fa parte del nostro lavoro», la rassicurazione di Pozzo. Via Mauricio Isla e Kwadwo Asamoah ? I sostituti sono stati allertati: per Pereyra e Badu la prossima sarà una stagione da vivere in prima fila. E siccome l’Udinese sintende di campioni, c’è da scommettere sul fatto che il fantasista brasiliano Reginaldo Maicosuel , 26 anni, sarà l’ennesimo acquisto azzeccato. I friulani seguono anche il 27enne centrocampista Slawomir Peszko , nazionale polacco del Colonia. Non talenti da svezzare, ma giocatori già esperti: comunque, colpi da Udinese... tuttosport
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