| L'esordiente Il centrocampista debutta a 29 anni: «Ripagati attesa e sacrifici» Valdifiori, non è mai tardi: «Grazie Empoli» · Firenze IN NAZIONALE per la prima volta a 29 anni? Si può, e senza rimpianti nè recriminazioni. «Non è mai troppo tardi», parola di Mirko Valdifiori, il ragazzo di Lugo adottato dall'Empoli e da Empoli, dove gioca da sette anni, sei dei quali serie B. La pazienza è la virtù dei forti, ci insegna Valdifiori, e di forza ne deve avere davvero tanta (oltre che di classe sul campo). «Devo ringraziare l'Empoli per la fiducia che mi ha dato in tutti questi anni, e mister Sarri che mi ha fatto crescere dandomi la possibilità di andare in serie A» ammette un emozionatissimo centrocampista, che dice di ispirarsi a Pirlo e vuole assaporare il momento il più possibile. «Piedi per terra e umiltà, se penso da dove sono partito non posso che rimanere con la testa sulle spalle». Conoscere il passato, per vivere al meglio il presente. Ma il futuro? Valdifiori è stato accostato a molti grandi club italiani, su tutti Napoli e Milan: «Quello che sarà di me a giugno, adesso non mi interessa. Voglio godermi l'azzurro e giocarmi al massimo questa possibilità, poi vediamo. Certo, fa piacere che il mio nome venga accostato a squadre di alto livello». Doppia soddisfazione, perchè Valdifiori ha fatto tanta gavetta, e proprio per questo conosce l'importanza di puntare sui giovani: «Valorizzare i nostri ragazzi è fondamentale, basta crederci e rischiare». Ci proverà Conte («Dimostrerò al ct che posso restare in Nazionale a lungo»), magari con l'aiuto di Valdifiori. Il campione arrivato in ritardo, ma senza rimpianti. L.B. LA NAZIONE EMPOLI mer, 25 mar 2015
«Ora il sogno è realtà» Valdifiori: «Grazie al mister e ai compagni» Tommaso Carmignani QUELLO di ieri è stato il giorno di Mirko Valdifiori. Pardon, qui a Empoli sono un po' tutti i giorni di Mirko Valdifiori, perché quando un giocatore azzurro viene convocato in nazionale si usa viverla come una vittoria ottenuta dalla squadra sul campo. Il regista, però, ha parlato in conferenza stampa e lo ha fatto non da giocatore dell'Empoli, ma della Nazionale. Tante domande, qualche provocazione sul mercato, ma lui, da bravo ragazzo qual è, ha messo i ringraziamenti al primo posto. Per mister Sarri, per i compagni, per la città. «E' una gioia immensa essere qui. Dico grazie all'Empoli confessa perché mi ha dato la possibilità di meritare questa convocazione». Gli chiedono chi sia il suo idolo. «Rispondo Andrea Pirlo perché penso che nel mio ruolo sia il numero uno spiega ancora Valdifiori ed è normale che anch'io mi ispiri a lui nel mio modo di giocare». Da Conte a Sarri il passaggio può sembrare imponente, ma se poi vai a vedere le caratteristiche di questi due allenatori ti accorgi che entrambi sono due maniaci' del campo. Nel senso buono, ci mancherebbe «Mister Conte ha voglia di dare un'identità tattica alla sua nazionale, si vede che non lascia niente al caso. I suoi allenamenti non mi sono sembrati normalmente duri e impegnativi, ma io ci sono abituato perché anche quelli di Sarri sono così». Ritagliarsi uno spazio nell'Italia non sarà semplice, ma Valdifiori non è a Coverciano in gita premio. «Sono venuto qui per calarmi nella parte con grande umiltà e per capire come funziona. Le mie qualità migliori le ho sempre espresse come vertice basso, quello è il ruolo dove mi esprimo al meglio ma per la Nazionale giocherei anche in porta. Davanti ho elementi di grande valore come Pirlo e De Rossi che non sono qui, ma vedo anche Verratti e Marchisio che sono due grandi giocatori. Voglio dimostrare di non soffrire le pressioni che ci sono in nazionale». Si parla inevitabilmente anche di mercato, ma Valdifiori, in maniera molto schietta e intelligente, preferisce glissare sull'argomento e guardare avanti. «Adesso penso al presente, mi fa piacere che il mio nome possa essere accostato a qualche big ma sono concentrato sui punti che mancano alla salvezza dell'Empoli e sui giorni in Nazionale. Al futuro ci penseremo tra qualche mese». Lo spirito è sempre quello giusto. «Cerco sempre di rimanere me stesso, penso da dove sono arrivato e questo mi fa stare coi piedi per terra. Sono arrivato qui e voglio tenermi stretto ciò che ho ottenuto, l'importante è avere equilibrio e non esaltarsi nei momenti belli, ma nemmeno deprimersi quando le cose vanno male. Cosa mi ha detto Sarri? Si è complimentato con me ed io l'ho ringraziato, perché se sono qui lo devo anche e soprattutto a lui». LA NAZIONE EMPOLI mer, 25 mar 2015
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