Il Forum dei Tifosi dell'Empoli F.C.

I debiti/conti della Serie A e del calcio in genere...

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view post Posted on 21/9/2010, 16:10
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CONO LIBERO

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come ha fatto la lazio a fare 99 milioni di utile nel 2007?
 
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skinvarese70
view post Posted on 21/9/2010, 16:15




FEROX CON TUTTO IL BUSINESS DEGLI IRRIDUCIBILI VUOI CHE QUALCHE SOLDINO NON L'HANNO DATO ALLA SOCIETA' CHE LI FORAGGIA ....AH AH AH AH
 
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Matxyzt
view post Posted on 21/9/2010, 16:27




CITAZIONE ([Ferox]moka @ 21/9/2010, 17:10)
come ha fatto la lazio a fare 99 milioni di utile nel 2007?

Sarà qualche gioco contabile legato all'accordo con l'Agenzia delle Entrate.
 
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view post Posted on 22/9/2010, 08:14
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CITAZIONE (Matxyzt @ 21/9/2010, 17:27)
CITAZIONE ([Ferox]moka @ 21/9/2010, 17:10)
come ha fatto la lazio a fare 99 milioni di utile nel 2007?

Sarà qualche gioco contabile legato all'accordo con l'Agenzia delle Entrate.

Ha venduto il "ramo commerciale" della Lazio ad una controllata sempre dello stesso gruppo per 106 milioni, inoltre vendette Oddo per 10,7. Operazioni straordinarie...

http://qn.quotidiano.net/conti_del_pallone...azio_oddo.shtml
 
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view post Posted on 22/9/2010, 14:06
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Ancora un articolo del Sole 24 ore di oggi.

Su sciopero e bilancio della viola... non che ce ne freghi tanto ma è curioso sapere che Fiorentina, Milan, Torino e Sampdoria sono le uniche società calcistiche che chiudono il bilancio al 31/12 anziché 30/06.

Zeman se lo vuoi postare è a pagina 26.
 
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view post Posted on 22/9/2010, 14:17
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CONO LIBERO

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CITAZIONE (MikFib @ 22/9/2010, 09:14)
CITAZIONE (Matxyzt @ 21/9/2010, 17:27)
Sarà qualche gioco contabile legato all'accordo con l'Agenzia delle Entrate.

Ha venduto il "ramo commerciale" della Lazio ad una controllata sempre dello stesso gruppo per 106 milioni, inoltre vendette Oddo per 10,7. Operazioni straordinarie...

http://qn.quotidiano.net/conti_del_pallone...azio_oddo.shtml

ok, grazie.
interessante anche come vedere l'inter che vince sempre, sia in campionato, che come perdite :malato:
 
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view post Posted on 22/9/2010, 17:07
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view post Posted on 28/4/2011, 18:16
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CALCIO - Vi spiego il Fairplay finanziario
Dell' avv. Cesare Di Cintio- TMW - Gentili lettori,
dopo aver spiegato a grandi linee in cosa consiste il Fair Play Finanziario (FPF) è giunto il momento di sviscerare la nuova disciplina in modo più approfondito e, soprattutto, cercare di capire quale impatto avrà sul calcio italiano.
Ricordo che, dalla stagione 2013-2014, le società non solo dovranno guadagnare sul campo la qualificazione alle Coppe Europee ma saranno anche obbligate ad iniziare un percorso di risanamento finanziario che dovrà portare le medesime ad operare sulla base dei ricavi derivanti dalla gestione aziendale del club. Questa sarà "condicio sine qua non" per partecipare alle competizioni Europee.
È chiaro che il passaggio sarà graduale poiché la Uefa comincerà con analizzare i bilanci delle società relativi agli esercizi 2012 e 2013 il cui risultato complessivo non dovrà evidenziare perdite superiori ai 45 mln di euro, salvo uno scarto definito "deviazione accettabile" di 5 mln di euro che dovrà servire da cuscinetto per attenuare la rigidità del sistema. ( es. se nel 2012 la società X avrà un perdita di 70 mln e nel 2013 un utile di 30 verrà eseguito il seguente calcolo: -70+30= -40, parametro rispettato).
Nella stagione 2014-2015, invece, verranno esaminati i bilanci relativi alle gestioni 2012- 2013- 2014 ed, anche in questo caso, il risultato aggregato dei vari esercizi non dovrà palesare un deficit complessivo superiore ai 45 mln di euro, salvo sempre la "deviazione accettabile" di 5 mln di euro di cui si è detto in precedenza ( esempio 1: -70+40- 10= -40, parametro rispettato. Esempio 2: -70+40-20 = -50 che dovrà esser considerato come segue: -45 ( di perdita) - 5 di "deviazione accettabile", risultato complessivo - 50 mln, parametro rispettato).
A partire, invece, dalla stagione 2015-2016, nel corso della quale i bilanci esaminati riguarderanno gli esercizi 2013-2014-2015, si dovrà invece contenere il disavanzo entro i 30 mln di euro, salvo sempre la "deviazione accettabile" di 5 mln di euro (es. +40-30-40= -30 parametro rispettato).
Appare evidente come questo graduale percorso dovrà portare, dalla stagione 2017-2018, a rispettare la cosiddetta regola del "breck -even", vale a dire quell'equilibrio di bilancio nel quale i costi vengono pareggiati dai ricavi.
La gestione futura della società sportiva, pertanto, cambierà radicalmente anche perché non tutti i costi e non tutte le entrate verranno considerate "virtuose" secondo la disciplina del FPF che, nell'immediato, premierà le squadre Spagnole e Inglesi in base ad un semplicissimo ragionamento.
Ebbene secondo la nuova normativa vengono definite entrate "virtuose", tra le altre, quelle derivanti da ricavi per biglietti, abbonamenti, diritti televisivi, sponsorizzazioni, pubblicità e attività commerciali che, ovviamente, possono esser valorizzate ove la società sportiva sia proprietaria dell'impianto sportivo ove poter "allargare" il proprio buisiness.
Gli esempi che abbiamo già sotto gli occhi sono gli stadi Inglesi, con annessi i centri commerciali e altre attività di intrattenimento, oppure le società Spagnole, concepite secondo una forma "aperta"( volgarmente definita azionariato popolare), che non solo hanno il merito di avvicinare i tifosi al team ma, sopratutto, il vantaggio di aumentare proprio quelle entrate da biglietti e abbonamenti, considerate, appunto, "virtuose" dalla Uefa.
A questo punto risulta fin troppo facile sottolineare come il sistema calcio italiano, invece, sia ancorato ad un modello di gestione ormai superato ove gli stadi sono fatiscenti ed insicuri e si sta aspettando una legge per compiere quello che la Juventus, invece, grazie anche agli sponsors, sta già facendo anticipando notevolmente i tempi rispetto a chi si adegua ai ritmi del Parlamento Italiano.
Tanto basta per poter scommettere, sin da oggi, che nel prossimo futuro le società Italiane faticheranno ancor di più a farsi largo in Europa proprio perché i parametri di valutazione introdotti dal FPF sono impostati su un modello di società sportiva molto più vicina a quella Spagnola e Inglese che a quella Italiana.
Ciò non significa ovviamente che le grandi società come Milan, Inter, Roma e Napoli non stiano operando in maniera corretta in vista dell'entrata in vigore delle nuove regole Uefa che, giuste o sbagliate, dovranno esser comunque osservate per partecipare alle Coppe Europee.
Ed infatti il Milan si sta avvicinando, come l'Inter, il Napoli e la Roma, in modo graduale e corretto all'appuntamento della stagione 2013-2014 anche se appare evidente che la svolta potrà avvenire solo quando ciascuna società potrà contare su un impianto di gioco di proprietà.
Certo è che alla luce di quanto esposto la Juventus rappresenta la società italiana del prossimo futuro poiché ha assunto le vesti di azienda di intrattenimento ( cioè società che "vende" spettacolo per tifosi e televisioni ) grazie alla costruzione nel nuovo impianto che, oltre che un patrimonio immobiliare, rappresenta una apprezzabile operazione commerciale e di marketing dalla quale potrà arrivare molta ricchezza per il club.
Ritengo, pertanto, che la Signora sia stia "rifacendo il trucco" per tornare a primeggiare in Italia e in Europa essendo stata la prima sul nostro territorio ad avvicinarsi ad un modello di gestione societaria in sintonia con i parametri Uefa.
Nel Vecchio Continente, invece, continueranno a dominare le squadre Inglesi e spagnole per i motivi già esposti.
Credo, quindi, che sia arrivato il momento di cambiare decisamente rotta per il calcio Italiano che oggi sopravvive grazie all' "assistenzialismo" e al "mecenatismo" dei Presidenti più generosi i quali in futuro non potranno reggere il confronto con i colleghi esteri che, oltre al portafoglio di loro proprietà, potranno contare su aziende sportive concepite per produrre ricavi necessari per allestire squadre sempre più competitive.

Il Friuli - Udineseblog
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Nel pallone più debiti che ricavi
Crescita fuori controllo per l'esposizione con le banche - Timori tra gli sponsor
Il calcio italiano Spa arranca nel tenere i conti in ordine e, salvo rare eccezioni, non riesce a portare stabilmente in utile i bilanci. Il legame con il sistema bancario e finanziario perciò si fa sempre più stretto. Il rischio concreto, se non si inverte questo trend, per esempio recuperando il terreno perso su ricavi commerciali e sponsor, è che questo legame finisca per "asfissiare" il sistema. Del resto se la A incassa da sponsor, pubblicità e merchandising oltre 300 milioni all'anno, la Liga spagnola 450, la Premier 610, e la Bundesliga addirittura 697 milioni, qualche problema c'è. Come qualche problema, visti i nuovi scandali, c'è se una parte del mondo del calcio trova come sponsor società che operano nel settore delle scommesse (Bwin fino al 30 giugno 2012 sarà lo sponsor dell'intera Serie B, Eurobet campeggia sulle maglie del Palermo e Betclic su quelle della J uve).
I debiti in crescita
Tra il 2007 e il2010, come emerge dal Report Calcio 20n realizzato da Arel, Figc e Pwc, i debiti di Serie A, B e Lega Pro sono aumentati da 2,2 a 2,7 miliardi. I debiti della serie A sono a quota 2,3 miliardi. La situazione debitoria verso gli altri club e verso il Fisco è migliorata grazie alle più stringenti regole d'iscrizione ai campionati. Viceversa, i debiti commerciali sono cresciuti del 39 per cento. Ma soprattutto i debiti finanziari, tra cui quelli con le banche, sono esplosi passando da 422 a 619 milioni ( +47%). Al termine della stagione 2009/ 2010 i debiti verso gli istituti di crediti ammontavano a 350 milioni circa per i club della massima serie. In B su 100 milioni di debiti finanziari So riguardano finanziamenti ricevuti dalle banche. L'aspetto più preoccupante di questo indebitamento è il fatto che a differenza di altri tornei europei, dove debiti spesso ingenti sono stati però indirizzati verso la costruzione/ ristrutturazione degli stadi, in Italia (a parte l'eccezione della Juventus) i finanziamenti, come i crediti futuri ceduti con contratti di factoring, sono adoperati per far fronte alla spesa corrente. Si pensi alla Roma costretta a ricorrere più volte al proprio creditore- azionista di riferimento Unicredit - per recuperare la liquidità, appunto attraverso contratti di factoring (solo a marzo 20n per 36 milioni) relativi principalmente ai futuri diritti tv, e saldare così gli stipendi arretrati di Totti e compagni. Proprio la Roma a conclusione della procedura di acquisizione da parte della cordata Usa guidata da Di Benedetto, conserverà nella proprietà la presenza al40% di Unicredit. E molte discussioni sta sollevando, in queste settimane di battaglia sui diritti tv fra le cinque big e le 15 società medio-piccole, proprio il "conflitto d'interessi" del presidente della Lega A, Maurizio Beretta, pronto ad assumere a Piazza Cordusio la direzione della comunicazione. Il pacchetto di azioni di Unicredit nella Roma, che in futuro potrebbe essere ceduto a un investitore italiano, si pone in ideale continuità con l'eredità della vecchia Banca di Roma-Capitalia che ha avuto, direttamente o indirettamente, un ruolo strategico nelle vicende di molti club di A a cavallo degli armi Duemila, dalla Roma dei Sensi, al Parma di Calisto T anzi (attraverso Parmalat), alla Lazio di Cesare Cragnotti. Tutte esperienze finanziariamente deficitarie. Segno di un "innesto" - quello delle logiche bancarie nel mondo del calcio - arduo da realizzare. Unicredit ha anche finanziato con un leasing il centro sportivo diVinovodellaJuveper30milioni. La stessa Juventus poi ha contratto un debito di 6o milioni con il Credito sportivo per il nuovo stadio di proprietà che aprirà i battenti tra qualche mese. Ma i bianconeri hanno siglato un accordo anche con Veneto Banca che è entrata a far parte degli sponsor principali. Veneto banca che sponsorizza pure il Lecce. Intesa analoga è stata siglata dalla Banca Popolare di Vicenza del presidente Gianni Zonin, il nono gruppo bancario italiano, con il Vicenza Calcio. Quanto ai club milanesi è storico ormai il rapporto dell'Inter (462 milioni i debiti totali per la società di Moratti, di cui 70 con le banche) con il Banco popolare di Milano e del Milan (450 milioni di debiti, di cui 170 verso gli istituti di credito) con Intesa San Paolo. Banche che, non a caso, hanno gestito nell'ultima stagione il rilascio delle tessere del tifoso ai supporter nerazzurri e rossoneri. Altrettanto solida è la cooperazione tra Mps e il Siena. Monte dei paschi che era esposto con la vecchia As Roma per circa So milioni prima della uscita della Compagnia Italpetroli dall'azionariato capitolino. I debiti verso le banche del Parma sono saliti tra il2009 e il2010 da 9 a 12 milioni (su un'esposizione totale di 109 milioni). I debiti tra affidamenti in conto corrente e anticipi di crediti sono verso vari istituti (Bnl, Mps, Ubi, Banco di credito cooperativo).
Remember Calciopoli
Il precedente c'è, e non è neppure lontano nel tempo. Tra il2oo6 e il2007, dopo Calciopoli, gli introiti da sponsor calarono del 6o/o (anche se va ricordato che la Juventus in B aveva trascinato una fetta importante dei ricavi). Nel2009-2010 sponsor e attività commerciali di tutte le società professionistiche valevano 370 milioni: «Dopo questo scandalo, qualche contraccolpo lo vedremo », dice Gianluca Di Tondo, direttore marketing di Heineken Italia, che sponsorizza la Champions e abbina il marchio Birra Moretti a Roma e Napoli. «Mi aspetto - continua - una presa di posizione delle aziende e una pesante rinegoziazione dei contratti, senza allontanamenti improvvisi soprattutto per gli sponsor legati a un'unica piattaforma, il calcio, ad esempio: uscirne significa perdere visibilità del tutto». Il calcio rappresenta così in profondità, vizi e virtù incluse, la nostra società che è ipotizzabile una rilettura del tandem pallone sponsor: <<a livello macro non ci saranno perdite in valore», è il pensiero di Romy Gai, ex capo del marketing della Juventus, rientrato in Europa dopo l'esperienza negli Emirati Arabi. <<anzi, durante la crisi economica mondiale, sono state grandi banche a siglare alcuni fra gli accordi più pesanti: Unicredit con la Champions League, Standard Bank con il Liverpool».
Marchi globali
Perché, alla fine, conta il valore che un marchio porta con sé: <<dobbiamo aspettare per capire l'entità del fenomeno- esordisce Laura Masi, a capo del marketing del Milan, campione d'Italia - ma vanno fatti distinguo: come in ogni azienda ci sono manager sani e truffaldini, anche nel calcio ci sono giocatori onesti e altri meno, ma un marchio credibile con valori forti non è graffiato da un manipolo di mariuoli». Il distinguo che va fatto è questo: ci sono brand internazionali fortissimi che resteranno illesi e che potrebbero traballare. «i contratti in essere con i team di vertice non sono in discussione », è la certezza di Nicola Tomesani, docente di marketing dello sport a Bologna «i marchi che scelgono un grande club-sono l'80% dei ricavi del settore - avviano un progetto di lungo periodo con il quale il team diventa mezzo di comunicazione a tutto campo: non è così per gli sponsor sulle maglie delle società di fascia medio-bassa, che prenderanno a pretesto lo scandalo per rinegoziare i contratti». Portando effetti su tutto il mercato, per quanto questi club rappresentino solo un quinto degli introiti: «<ricavi della Nazionale- spiega Tomesani-hanno sempre avuto andamento simmetrico rispetto al campionato, così si può ipotizzare che, con un settore in lieve calo, le aziende che si avvicineranno all'azzurro chiederanno un qualche sconto». Anche se a tutela dei contratti ci sono molte clausole: «Obbligano i contraenti a condotte corrette ed etiche», sottolinea Marco Boglione, presidente di BasicNet, che abbina Kappa a Roma e Sampdoria.
Nuove strade
Contratti a parte, l'ennesima bufera sul calcio è l'occasione per riposizionare il rapporto fra sponsor e quel pallone, che spesso ha troppe macchie: «i brand devono scegliere atleti vincenti e puliti, a prova di scaldalo – dice Francesco Manfredi, docente di economia dello sport al master di Parma-San Marino -e trovare nuovi canali di comunicazione. Ci sono eventi, progetti a carattere sociale, che consentono alle aziende di correre con il calcio e insieme di sostenere progetti educativi, di reinserimento lavorativo, di integrazione, come avviene già in Premier League».

Merchandising
• La serie A sfrutta ancora poco il "marchio" dei club rispetto alle altre top league europee. La massima serie tricolore, infatti, incassa da sponsor, pubblicità e merchandising (dalla vendita cioè di magliette e altri prodotti contrassegnati dallo stemma del team)oltre 300 milioni all'anno, la Liga spagnola 450, la Premier 610, e la Bundesliga addirittura 697 milioni. A livello di club, lo sponsor ufficiale ha garantito al Milan 12 milioni, ali'Inter11,6, alla Juventus 8 milioni. Per la stessa voce di bilancio il Manchester United ha incamerato 23,6 milioni, il Real Madrid 23 e il Bayern Monaco 22. Proprio il Bayern è la squadra che riceve di più da sponsor e merchandising in Europa
Di Tondo (Heineken): «Lo scandalo provocherà dei contraccolpi, mi aspetto pesanti rinegoziazioni dei contratti con le società»
LO SCENARIO
La A incassa per pubblicità e sponsorizzazioni la metà della tedesca Bundesliga Stretto l'intreccio con gli operatori delle scommesse


il sole 24 ore

In utile solo tre club di serie A: Catania, Fiorentina e Napoli
Gianni Dragoni
Ogni anno Adriano Galliani dice all'assemblea dei soci del Milan che bisogna ridurre gli stipendi dei calciatori per migliorare i conti. E ogni anno, puntualmente, il costo del personale aumenta. Nel2010 il costo del "lavoro", ma forse bisognerebbe dire del gioco, della squadra rossonera e di tutti gli altri dipendenti del gruppo è stato di 192,S milioni complessivi, 14 in più dell'anno precedente, quando c'era già stato un incremento di 2,3 milioni rispettai 176,51 milioni del 200S. Così il club posseduto da Silvio Berlusconi è diventato la squadra con la perdita netta di bilancio più alta nella serie A, 69,7 milioni nel bilancio consolidato al31 dicembre 2010, come dimostra l'inchiesta del Sole24 Ore tra i bilanci della serie A 2009-2010. Con l'avvertenza che il Milan e pochi altri club chiudono i conti al 31 dicembre,con l'anno solare, anzichè il 30 giugno, che coincide con la stagione sportiva. n Milan ha perso qualche spicciolo più dell'Inter, che è in rosso per poco più di 69 milioni nel bilancio al 30 giugno 2010, un'annata con grandi soddisfazioni sportive per i nerazzurri, con lo scudetto e il trionfo in Champions League. Massimo Moratti è stato dunque più virtuoso di Galliani e Berlusconi nell'amministrare la sua società? No, anzi, ha speso più del Milan per il personale, ben 234 milioni secondo il bilancio, pur avendo un fatturato simile, intorno ai 250 milioni. L'Inter ha contenuto le perdite con entrate eccezionali, le plusvalenze da calciomercato per 72,26 milioni netti. Il contributo più importante lo ha dato la cessione di Zlatan lbrahimovic al Barcellona, nell'estate 2009, per 69.5 milioni, con una plusvalenza di 53,57 milioni. La beffa per Moratti è che dodici mesi dopo lbra è passato al Milan, per un prezzo molto basso, 24 milioni stando al valore ufficiale dichiarato dal club. E lbra è stato decisivo per far vincere lo scudetto al Milan. Guardandola secondo i risultati economici, la classifica di serie A è rovesciata rispetto a quella del campo. Inter e Milan, che nel2009-2010 erano arrivate prima e terza, nei conti sono agli ultimi due posti. E I'As Roma, giunta seconda in quel campionato, è terzultima nella graduatoria dei bilanci, con 22 milioni di perdita netta consolidata e un patrimonio netto consolidato negativo, sul quale il collegio sindacale, i controllori della Covisoc e la Figc hanno chiuso un occhio, anzichè pretendere un'immediata ricapitalizzazione. Da questa prospettiva, coerente con il fair play finanziario voluto dal presidente dell'Uefa Miche! Platini (ma molti dubitano che il rigore contabile entri davvero in vigore nella stagione 2012-2013), Milan, Inter e Roma verrebbero quindi retrocesse in serie B. Altro che scudetto e passaggio diretto alla prestigiosa Champions League. Salendo nella graduatoria dei peccatori del pallone, vengono quindi la Sampdoria Holding della famiglia Garrone, con una perdita netta di 21 milionial31 dicembre 2009 e il Bari dei Matarrese, in rosso per 19.3 milioni. Curiosa e sfortunata coincidenza, queste due squadre sono retrocesse in B nell'ultimo campionato. Il Palermo di Zamparini ha perso 17,22 milioni e ha abbandonato il primato del 2009, quando aveva avuto il miglior bilancio, con quasi 1S milioni di utile netto. Al tredicesimo posto c'è la Juventus,che ha accompagnato una mediocre prestazione sportiva (settima in serie A) con una perdita netta di n milioni. Quest'anno la J uve si è ripetuta nella deludente mediocrità, ancora al settimo posto, ma il bilancio al 30 giugno 20n sarà notevolmente peggiore: si stima una perdita netta di 70-So milioni e la necessità di un aumento di capitale di almeno 100 milioni. L'Udinese ha perso 6,92 miLioni ed è decima, davanti ad Atalanta (-6,94) e Bologna (-S,27). Ci si avvicina al plotoncino delle squadre virtuose. La Lazio ha chiuso il primo bilancio in rosso, per 1,69 milioni, della gestione Lotito, il quale però quest'anno è arrivato per la prima volta davanti alla Magica. Solo tre club nel2009-2010 avevano i conti in attivo, Fiorentina, Catania e Napoli. È la società posseduta da Diego Della V alle e dal fratello Andrea a guidare questa mesta graduatoria dei bilanci, con un utile netto di 4,44 milioni al 31 dicembre 2009. Un profitto raggiunto non con la gestione ordinaria ma grazie alle plusvalenze di oltre 17 milioni per la vendita alla Juventus di Felipe Melo, il centrocampista brasiliano pagato 25 milioni due anni fa e ora messo sul mercato da Be pp e Marotta per un valore più o meno dimezzato.
LA GRADUATORIA Il Milan ha la perdita netta più elevata della massima serie: 69,7 milioni nell'esercizio 2010 Segue l'Inter con 69 milioni

il sole 24 ore



Edited by *RalfSuperMaxiEroe* - 16/6/2011, 07:38
 
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CALCIO, QUANTO MI COSTI
In aumento i ricavi dei club ma anche gli ingaggi dei giocatori
E’ IL CAMPIONATO tedesco quello più redditizio in Europa. I profitti operativi ammontano a 138 milioni di euro, in calo rispetto ai 172 della stagione precedente. Profitti anche per la Premier League (101), mentre Italia, Francia e Spagna sono in perdita.

Alessandro Fiesoli
IL CALCIO EUROPEO è sempre più ricco, ma continua a vivere al di sopra delle proprie, anche se enormi, possibilità, e a pagare troppo giocatori e allenatori. Ci vuole del genio, perché no, per sperperare tanta ricchezza. Ma nessuna impresa è impossibile, nel fantasmagorico mondo del pallone, in fatto di maxi ingaggi e mani bucate. E l’Italia, purtroppo, continua a brillare per la sua vocazione a vivere da cicala.
E’ la fotografia delle finanze dell’Europa del calcio, stagione 2009-10, che emerge puntuale dall’ultimo rapporto dello studio «Deloitte». Scorrendone i dati, si rimane come al solito impressionati dalla capacità del calcio di riempire le sue casse. E allo stesso tempo di svuotarle, per l’eccessivo costo del lavoro, e si capisce ancora meglio la decisione, da parte del presidente dell’Uefa Michel Platini, di imporre dal 2013-14 il fair play finanziario, in pratica la parità di bilancio come condizione irrinunciabile per partecipare alle coppe europee. «La crescita dei ricavi dei cinque campionati europei più importanti, considerando la recessione economica, è un risultato impressionante, tuttavia la più grande sfida del calcio rimane sempre la necessità di un maggior controllo di ingaggi e stipendi dei giocatori», conferma Dario Righetti, partner di Deloitte, responsabile Consumer Business.
Guardiamoli più da vicino, questi dati. Il calcio europeo in un anno è cresciuto del 4%, arrivando a toccare un tetto di ricavi pari a 16,3 miliardi, di cui quattro, ed è la prima volta, provenienti dai diritti televisivi. La Premier League resta la più ricca, a livello mondiale. Con un consolidamento della Bundesliga, il campioinato più redditizio, al secondo posto. Contemporaneamente, però, il costo del lavoro è aumentato ancora di più, in percentuale, dell’8% medio. In Inghilterra, Italia e Francia la crescita degli ingaggi ha superato il tasso di crescita del fatturato, mentre in Germania entrate e stipendi sono cresciuti in modo bilanciato. In Spagna, il volume degli stipendi è diminuito, con l’eccezione però di Real Madrid e Barcellona, e quindi il dato iberico ha un significato relativo. Grazie ai suoi due super club, la Liga ha registrato il maggior incremento di fatturato. Nel rapporto costo/ricavi, eccoci al punto dolente, l’Italia sta peggio di tutti, con la percentuale del 77%, in aumento dell’8% rispetto alla stagione precedente. Un bilancio virtuoso, osserva Deloitte, prevede un’incidenza massima del 50% dei costi rispetto al fatturato. Per guadagni da stadio, ma non è una novità, l’Italia degli impianti vecchi e inadeguati è indietro, rispetto alle altre nazioni. Lo diceva già molti anni fa Artemio Franchi: «Nel calcio bisogna cercare di spendere molto meno». E, come al solito, aveva ragione.

la nazione
 
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Allarme in Spagna Oltre 4 miliardi i debiti accumulati dai club
La Liga rischia la bancarotta
LA LIGA spagnola è nei guai. Guai finanziari. E’ sull’orlo della bancarotta, sommersa da circa 4 miliardi di debiti. A lanciare l’allarme è stato ieri Marca, il più letto dei quotidiani spagnoli. «L’estate sarà calda», scrive.
La realtà — dietro i trasferimenti astronomici di ‘galattici’, gli stipendi stratosferici delle star, da Messi a Cristiano Ronaldo — è in effetti preoccupante. Almeno 21 società di Prima e Seconda Divisione hanno già fatto ricorso alla «Ley Concursal», la legge che consente di sospendere o dilazionare il pagamento dei debiti senza essere dichiarati in bancarotta formale. Così i club vanno avanti senza che la Federcalcio possa punirli con retrocessioni o perdita di punti.
OLTRE 300 giocatori hanno già denunciato insolvenze da parte dei loro club nel massimo campionato di Liga o in Seconda Divisione. Il loro sindacato minaccia lo sciopero generale e il blocco del prossimo campionato se prima non sarà garantito il pagamento degli arretrati. Praticamente solo i due grandi, Barcellona e Real Madrid, riescono a gestire l’enorme debito accumulato — poco meno di un miliardo — con introiti annuali superiori.
La Nazione
 
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view post Posted on 22/6/2011, 18:37
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Reportage Liga, tutti in rovina
Quattro miliardi di euro. Una cifra inimmaginabile, che ricorda molto da vicino i fumetti di Zio Paperone, ma che in realtà rappresenta il debito che le società spagnole hanno contratto negli ultimi anni. Dietro gli stipendi milionari di Leo Messi o Cristiano Ronaldo, la Liga si trova di fronte a una crisi senza precedenti, con giocatori che rinegoziano i propri contratti - e che li dimezzano, da cinquecentomila a duecentocinquantamila euro annui - e i club che utilizzano la Ley Concursal, che regola le imprese spagnole e permette di sospendere o dilezionare i pagamenti senza che i club dichiarino bancarotta. In seconda divisione i calciatori guadagnano circa 90 mila euro, e la tendenza è assolutamente al ribasso.
I due club più importanti, ovvero Barça e Real Madrid, prendono circa la metà dei diritti televisivi dell'intera Liga. Circa 280 i milioni di euro che le due società si spartiscono, sui 600 totali, mentre le altre rischiano la rovina. Il Valencia la scorsa stagione ha dovuto cedere Villa al Barcellona per circa 40 milioni, e Silva sui 30, per un totale di settanta, per salvarsi dalla bancarotta. Nonostante questo i bianconeri sono migliorati decisamente, arrivando terzi proprio dietro a Barça e Real.
Il Granada - E' appena tornato in Primera, ma ha dei problemi. L'arrivo di Pozzo sta incominciando a fare vedere i suoi frutti, e il club si sta salvando soprattutto grazie all'oculata gestione degli imprenditori italiani. Retrocessa nel 2002-03 in Tercera proprio a causa del mancato pagamento degli stipendi.
Hercules - Grandi acquisti estivi, da Drenthe a Trezeguet, poi la retrocessione. Anche a causa di stipendi non pagati: proprio l'olandese a gennaio aveva chiesto la cessione, con molte società italiane interessate, proprio per l'insolvenza del club biancoblù. A dicembre è stato bloccato il calciomercato, così come a Betis Siviglia e Rayo Vallecano.
Betis Siviglia - E' tornato in prima divisione, dopo i fasti degli anni 90 e alcuni anni bui. I biancoverdi hanno problemi per cinquanta milioni di euro, con il presidente del club Rafael Gordillo che ha portato anche a delle schermaglie con i tifosi - che, per una volta, si schieravano dalla parte dei giocatori. Il salto di categoria potrebbe aiutarli, come il Granada.
Rayo Vallecano - Stessa situazione del Betis Siviglia, con "solo" 30 milioni di stipendi impagati. Bloccato anche a loro il mercato, ma l'arrivo nella Liga potrebbe riallinearli, ovviamente grazie a un'oculata gestione delle risorse.
Maiorca - Fotografia difficile anche per la società rossonera. L'anno scorso era arrivata addirittura in Europa League, ma l'UEFA l'ha esclusa proprio per via degli stipendi non pagati.
Sarebbero comunque 21 le società fra Primera Liga e Liga Adelante che sono sull'orlo del disastro. Difficile pensare a un campionato che possa continuare senza pagare stipendi e con tutto quanto al ribasso. Il fair play finanziario si avvicina a grandi falcate, e non sono solo le italiane a piangere...

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view post Posted on 27/6/2011, 05:27
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Campionati al collasso: un buco da 110 milioni l’anno
UN CAMPIONATO che collassa con un buco da 110 milioni di euro l’anno. Questa è la fotografia della Lega Pro che cerca di darsi un’aautoregolamentazione. Dalla prossima stagione di scenderà a 76 squadre (20-24 rischiano la cancellazione tra ex C1 ed ex C2). Previsti criteri finanziari più severi e fidejussioni più alte. Prevista anche la riduzione a due soli gironi di Seconda divisione invece dei tre delle ultime stagioni ma questo comporterà un aumento di costi. L’obiettivo entro tre anni è quello di ridurre a sessanta le squadre con l’introduzione della vecchia C unica con tre gironi di venti squadre: uno nord, uno centro e uno sud. Il costo medio di una squadra di Lega Pro 1 viene stimato in 6 milioni di euro l’anno, quello di una di seconda circa tre milioni. Producono mediamente un passivo (salvo eccezioni) di oltre 1,5 milioni in Lega Pro 1 e poco meno di un milione in Lega Pro 2. Ma ci sono anche i virtuosi.
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view post Posted on 9/3/2012, 06:49
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